Gestire creativamente il lutto

Le cure palliative non cessano con il decesso
del paziente, in modo particolare quando
questo decede in Hospice, dopo un periodo
di ricovero. Fedele alla visione di cura olistica,
le cure palliative continuano a farsi carico
di parenti e amici, offrendo loro un sostegno.

 

Presso l’Hospice Luigi Tezza di Capriate (BG) è disponibile un servizio di accompagnamento nella gestione del lutto per coloro che ne sentissero la necessità, dopo aver perso un proprio caro.

Non sono rare le forme di gestione del lutto, che nascono dalla creatività e dall’amore di familiari e amici che non smettono di ricordare il proprio caro e permettono di recuperare il dono di un’amicizia o di un affetto importante, con gratitudine e progressivo distacco.

Nazzarena – un’amica – sin da piccola aveva rivelato doti di pittrice, ancorché grezze e mai coltivate. Cinque anni fa aveva deciso di affinare il suo talento, iscrivendosi a un corso di pittura assieme ad altre amiche, per rinsaldare un legame nato nell’infanzia. Ha frequentato il corso fino a pochi mesi fa, quando un’inesorabile malattia ha suggerito il ricovero presso l’Hospice Tezza per l’ultimo tratto della sua vita.

Il dolore della perdita

L’ho accompagnata durante tutto il periodo che ha trascorso in Hospice, e dopo la sua morte ho pensato a come avrei potuto conservare il dono di una grande amicizia. Mi è nata l’idea di valorizzare il suo talento artistico organizzando una personale all’interno dell’annuale Mostra artistica realizzata dal Comune cui apparteniamo. I suoi quadri, esposti con quelli dei compagni del corso, l’hanno fatta rivivere ancora tra di noi: era una del nostro gruppo, ed ora resterà sempre tra noi con le sue opere!

Ricordarla attraverso l’arte, una forma di espressione ignota ai più, è stato un modo per mettere in evidenza uno dei tanti doni che possedeva. Per me ha significato tributarle un omaggio e farla conoscere ai concittadini, prima che l’oblio stendesse su di lei un pesante mantello. Nei quadri di Nazzarena è possibile ritrovare il gusto per la vita, le sue passioni, la gioia di un’esistenza semplice e serena. Nell’esposizione, infatti, molte persone hanno avuto modo di scoprire il suo talento ammirando un tratto inedito della sua persona che per anni era stato ignorato.

Nazzarena vive nei quadri che ha realizzato. Mettere in luce le positività di una persona amata è un modo per riconciliarsi con la morte e permettere che questa non avveleni la vita con il suo calice amaro! Ed è anche una maniera per dire grazie alla sorte per aver potuto condividere con lei un tratto di vita.

Pur nel dolore della perdita, sento sempre viva la presenza di Nazzarena. So che il tempo lenirà il dolore, ma intanto mi coccolo – nel ricordo – ogni momento che ho potuto vivere con lei, con la sola certezza di una presenza diversa. Nell’organizzazione della Mostra mi è stato facile fare ogni cosa, perché sospinta dalla sua presenza viva e operante. Nella mente e nella laboriosità delle mie mani, Nazzarena era come se fosse lei stessa a operare con me. Fisicamente assente, la sentivo presente e vicina, come in molte altre circostanze della nostra amicizia. Fare qualcosa, realizzare un progetto è una maniera per combattere la tentazione della disperazione o l’abbandono alla depressione, che spesso può fare capolino dopo un grave lutto.

Gestione del lutto

Questo è stato particolarmente vero durante la manifestazione in cui non solo ho avuto modo di “distrarmi”, ma di farlo mettendo al centro una persona molto amata. Non c’è niente di più sanante che coltivare il ricordo attivo di chi ci ha lasciati e condividerlo con altri, senza permettere al ricordo di distruggere la vita.

Pensavo che dimenticare potesse attenuare il dolore. Al contrario, parlare di Nazzarena, ripercorrerne le esperienze più significative e ricordare i bei momenti passati insieme è stato doloroso, lo ammetto, ma al tempo stesso mi ha fatto sentire l’importanza della vita condivisa e riviverne emozioni e sentimenti che fanno stare meglio. Insomma, sto scoprendo che gestire il lutto con creatività mi aiuta a sviluppare una nuova relazione.

Non esiste una ricetta valida per tutti nella gestione del lutto. Compito delle cure palliative, elemento che ne definisce la qualità, è di continuare ad assicurare – a chi è sopravvissuto alla morte di un proprio caro – sostegno e vicinanza tale da rendere l’evento luttuoso un momento di crescita verso nuove relazioni.  Proprio per questo, il compito delle cure palliative continua oltre il termine della vita del paziente.

Enrica Deorazio – Luca Perletti