In occasione dei 40 anni della rivista O Mundo da Saúde: alcuni ricordi storici!

            di Leo Pessini[1]

P. Leocir Pessini

Nell’anno 2017, nel panorama delle pubblicazioni camilliane, c’è un evento significativo da ricordare e celebrare: 40 anni di pubblicazione ininterrotta della rivista O Mundo da Saúde. È una pubblicazione scientifica legata all’ambito educativo dell’area universitaria della provincia camilliana del Brasile. È con grande piacere e senso di onore che ho accolto l’invito di p. João Batista Gomes de Lima, attuale capo redattore di tale pubblicazione e rettore dell’Università del Centro São Camilo (SP), a scrivere una riflessione per l’edizione commemorativa dei 40 anni di pubblicazione. Non mi focalizzo su un articolo di carattere scientifico, che certamente altri redigeranno o che io stesso preparerò per altra occasione; piuttosto mi prendo la libertà di raccogliere e presentare una reminiscenza storica di alcuni dei fatti più significativi che hanno caratterizzato questi 40 anni.

L’autenticità e la fedeltà dei fatti più rilevanti in questi 40 anni, dipendono dal fatto che ho vissuto intensamente la storia di questa pubblicazione scientifica, per molti anni. Ho vissuto la responsabilità di essere il responsabile dell’edizione (il terzo in questa storia di quattro decenni) per quasi 20 anni (1995-2014). Inoltre, alla fine degli anni settanta, più precisamente nel marzo 1977, quando è apparso il primo numero di questa pubblicazione – inizialmente con cadenza trimestrale – ne sono stato anche il segretario per tre anni (1978-1980), mentre era ancora studente di teologia. Mi sono laureato alla fine del 1980, quando mi è stato assegnato dal superiore provinciale di quel tempo, ad un altro incarico nella provincia camilliana brasiliana.

Vorrei organizzare questi ricordi legati alla rivista O Mundo da Saúde, in quattro punti. Mi introduco con la forza della riflessione di un autentico leader camilliano (p. Calisto Vendrame): ‘ciò che non viene scritto, è come non esistesse’ e la pubblicazione di un’opera storica Eu vi Tancredo morrer[2] (I). Quello che segue è una breve rassegna storica delle persone e dei fatti che hanno contribuito alla nascita di una nuova pubblicazione nel campo della salute in Brasile, che mira a diffondere con le sue riflessioni, i valori umanistici, cristiani, camilliani per segnalare al vasto pubblico della salute pubblica, ai professionisti in genere, una nuova area di conoscenza inter-multi-transdisciplinare, che è bioetica (II); una rilettura dei fatti più significativi del mondo scientifico e sanitario che si sono verificati negli ultimi quattro decenni (1977-2017) (III); uno sguardo al futuro, indicando la necessità di affrontare la sfida etica di coniugare la scienza con la saggezza umana e camilliana, in modo da poter costruire una nuova cultura della cura della salute (IV).

‘Ciò che non viene scritto, è come non esistesse’ e la pubblicazione di un’opera storica

Redando queste memorie storiche non posso non menzionare con gratitudine p. Calisto Vendrame, ex superiore generale dei Camilliani (1977-1989) ed esimio biblista. La sua personalità dotata di grande sensibilità umana ha segnato la vita di molte persone durante tutto l’arco della sua presenza nel nostro Ordine: quando è stato superiore provinciale della provincia camilliana brasiliana, è stato, per due anni, anche il mio direttore spirituale. P. Calisto è stato, fin dagli inizi, uno dei più grandi sostenitori della pubblicazione di una rivista scientifica camilliana nel campo della salute: O Mundo da Saúde. Ha sempre esortato i religiosi a non smettere mai di studiare nella vita e i giovani religiosi ad imparare a scrivere correttamente. È stato sempre lui che mi ha incoraggiato nel 1985 a scrivere il mio primo libro: il resoconto di una mia esperienza pastorale di ventisette giorni, vissuta come cappellano del Hospital das Clinicas, presso la facoltà di medicina di San Paolo (1982-1994), con i parenti e i professionisti sanitari, in occasione della malattia e della morte dell’allora presidente eletto del Brasile, Tancredo Neves. Tancredo Neves è stato il primo presidente civile dopo ventidue anni di dittatura militare nel paese, i cosiddetti ‘anni di piombo’ in Brasile, ed incarnava la speranza di tempi migliori, di libertà, di democrazia, di crescita economica e di rispetto dei diritti umani di tutti brasiliani. La sua morte ha suscita un autentico sentimento di ‘cordoglio nazionale’. P. Calisto ha insistito ripetutamente affinché scrivessi una riflessione su questa esperienza personale: le ripercussioni mediatiche del caso (TV, radio, giornali) sarebbero state un’ottima occasione per segnalare al grande pubblico l’importanza della cura spirituale e pastorale dei malati in ospedale, così come la missione del cappellano ospedaliero. Ho scritto questo libro di memorie che ha avuto diverse edizioni ed ha avuto la prefazione dell’allora cardinale di San Paolo, mons. Paulo Evaristo Arns (1921-2016). È stato pubblicato con un titolo, scelto dalla casa editrice Santuário, che mi ha un po’ spaventato sul momento, ma molto efficace per attrare l’attenzione del lettore: Eu vi Tancredo morrer.

È stato molto confortante per me, dopo l’esperienza profondamente dolorosa e faticosa della malattia e della morte di Trancredo Neves, anche per le sue implicazioni politiche, ricevere i ringraziamenti di mons. Luciano Mendes de Almeida, allora segretario generale della CNBB (Conferenza dei Vescovi del Brasile). Questa inaspettata nota di ringraziamento è stata pubblicata in uno dei più grandi ed importanti giornali brasiliani, il Folha de San Paulo, il 12 aprile 1985, due giorni dopo la morte di Tancredo Neves. Nella sua rubrica settimanale nel Folha, intitolata Lições de Vida, così si esprimeva[3]:

«A padre Leo Pessini, un giovane cappellano che, da quattro anni, accompagna gli ammalati all’ospedale Das Clinicas, dobbiamo il nostro ringraziamento per la sua dedizione discreta e instancabile: lui ha conservato per noi le umili lezioni di vita del presidente Tancredo. Molte volte padre Leo ha trovato il presidente raccolto in preghiera. Era così che è stato in grado di affrontare la sua infermità. Il Venerdì Santo ha chiesto di poter leggere il vangelo della Passione di Cristo. Sulla parete davanti al letto c’era l’immagine di Gesù Crocifisso. Il Presidente, apparentemente sereno, si è voltato verso la croce, unendo le mani in una preghiera ed ha sussurrato: “Dio è grande: senza di Lui noi non siamo nulla”».

In un momento di esibizionismo ostentato da molti dei politici che volevano apparire agli occhi del popolo in questo momento di sofferenza, approfittando dei mezzi di comunicazione, ascoltare le parole di mons. Don Luciano Mendes de Almeida che parlava di ‘dedizione discreta e instancabile’ è stato per me un vero e proprio toccasana.

Callisto ha sempre usato un aforisma che non ho mai dimenticato e che ho usato molte volte nel corso degli anni nell’ambito della formazione e del mondo accademico, quando ero alla direzione della União Social Camiliana e nell’ambito dela Centro Universitário São Camilo: ‘Ciò che non viene scritto, è come non esistesse’! Quanto è vero nel mondo accademico e scientifico! Quindi, se per esistere è necessario che sia scritto, un’opera si comincia a scriverla invitando anche altre persone esperte nelle più diverse specialità nel campo della salute a collaborare con i loro scritti: è così che nasce il progetto e diventa realtà, la rivista O Mundo da Saúde.

Una nuova pubblicazione nel campo della salute in Brasile: valori umanistici, cristiani, camilliani e bioetici

Può essere di aiuto in questo percorso di rilettura storica, rivisitare i due editoriali che sono stati elaborati nel corso degli anni, in particolare per celebrare i ‘20 anos de vida[4] ed il trentesimo anno di pubblicazione Uma marca histórica: 30 anos de publicação ininterrupta[5]. Non meno rilevante, per avere una visione globale di quanto e cosa è stato pubblicato e quali autori hanno maggiormente contribuito alla crescita e alla continuità della rivista, è stata la pubblicazione dell’Index degli autori e dei titoli degli articoli in occasione della commemorazione per il trentacinquesimo anniversario della rivista (1977-2011)[6]. Un rapido sguardo può subito rivelare il mio investimento personale e professionale nella preparazione di editoriali e articoli in tutti questi anni: circa 162 testi scritti come editoriali e/o articoli di carattere scientifico, evidenziando il mio interesse per l’approfondimento di temi umanistici, attinenti alla riflessine sulla salute, l’umanizzazione dell’assistenza sanitaria, la bioetica e questioni afferenti al carisma camilliano[7]. Ricordiamo con gratitudine anche altri autori che hanno offerto la loro significativa produzione di letteratura scientifica: Hubert Lepargneur, Joao C. Mezzomo, Augusto A. Mezzomo, Niversindo A. Cherubin e Christian P. Barchifontaine.

Una pubblicazione scientifica non è mai il risultato di una sola persona, ma è sempre il frutto di uno sforzo inter-multi e trans-disciplinare: e questo vale soprattutto nell’ambito del variegato mondo della salute, come, ad esempio, il nome della rivista stessa anticipa, che si occupa di questioni del O Mundo da Saúde. Per questioni di giustizia e soprattutto di gratitudine, ricordiamo i nomi di alcuni dei religiosi camilliani pionieri della nascita e dello sviluppo della rivista. Non possiamo dimenticare i religiosi camilliani Hubert Lepargneur, (primo editore), Joao C. Mezzomo (secondo editore), Niversindo A. Cherubin. Inoltre menzioniamo Ademar Rover, Augusto A. Mezzomo, Calisto Vendrame, Christian P. Barchifontaine come consiglieri e direttori di pubblicazione. Nel corso degli anni si sono succeduti anche altri collaboratori laici che hanno offerto le loro competenze professionali nella redazione (revisione dei testi, elaborazione degli indici, invio della rivista agli abbonati ed alle istituzioni sanitarie in Brasile) e nel comitato editoriale. Cercare di nominarli tutti si corre il rischio di dimenticare qualcuno tra i tanti, ma qui ribadiamo il nostro sincero e sentito ringraziamento a tutti quei professionisti che hanno contribuito affinché O Mundo da Saúde potesse diventare, oggi, una realtà storica.

La rivista è iniziata in un’epoca pre-informatica; non c’era a disposizione il computer, la connessione ad internet per accedere alle informazioni, tanto meno la presenza di reti – links – sociali. Questi strumenti, che hanno cominciano lentamente a popolare gli spazi redazionali ed editoriali di giornali e riviste degli anni ’80, erano presenti ancora nella nostra mente come una ‘finzione scientifica’. Per esempio, non ho mai pensato che potesse arrivare il giorno della pubblicazione della rivista in forma digitale e che questo sarebbe stato il mezzo preferito di pubblicazione per la maggior parte delle principali università brasiliane e mondiali. Per noi scrittori e redattori di riviste e giornali, era l’epoca delle macchine da scrivere Olivetti o Remington, prima manuali e poi elettriche. È ancora molto vivo nella mia memoria, il rumore metallico di questi strumenti meccanici per scrivere. Un altro curioso inconveniente era dato dall’uso notturno di queste macchine: il rumore della battitura poteva disturbare il sonno del confratello accanto. Questo è stato anche il momento in cui sono comparse le prime fotocopiatrici Xerox, anche se il ciclostile regnava ancora assoluto. La novità dei primi fax per la trasmissione di documenti e testi suscitava stupore e ammirazione. Oggi siamo letteralmente entrati nell’era digitale.

La stampa del O Mundo da Saúde, nel corso dei primi dieci anni, è stata affidata alla Gráfica da Editora dos Criadores, allocata negli edifici in fondo del seminario São Camilo di Pompéia (SP), il luogo in cui, in precedenza, ha lavorato la Gráfica São Camilo. Era il momento della stampatrice tipografica denominata Lindenberg e dei fotoliti. Si scriveva su delle piastrine di piombo che erano poi montate su piastre di piombo: corrispondeva a quella fase che oggi chiamiamo impaginazione! Quindi, una volta impressi i fotoliti, si passavano su piastre metalliche che venivano inserite nella stampante. Dopo la stampa, seguiva il taglio, la pinzatura, la rifilatura e finalmente la rivista era pronta! Era un processo eminentemente artigianale – potremmo definirlo anche artistico – che richiedeva molto tempo e pazienza per le diverse fasi della produzione. Quale rivoluzione è avvenuta nell’editoria da allora ad oggi!

Per quanto riguarda lo scopo iniziale di questa pubblicazione, p. Hubert Lepargneur, nell’editoriale del primo numero della rivista (marzo 1977), ha dichiarato: «… l’obiettivo della rivista è di pubblicare ricerche originali nel campo della salute» … Più avanti, ha ulteriormente esplicitato i destinatari della rivista: «tutte le persone ed entità legate in un modo o nell’altro al mondo della salute, in particolare per motivi professionali, ma anche per interesse umano: medici chirurghi e umanisti, psichiatri e psicologi, malati …; ma anche i responsabili della pastorale o di altri settori, nelle chiese che seguono lo sviluppo moderno del mondo e si occupano della salvezza di ogni uomo. La parte informativa renderà questa rivista uno strumento unico nelle mani degli amministratori degli ospedali e delle strutture sanitarie».

Alcuni elementi che hanno segnato il panorama scientifico e sanitario negli ultimi quattro decenni (1977-2017)

Negli ultimi 40 anni il mondo è molto cambiato in termini geopolitici: abbiamo assistito a delle reali rivoluzioni nel campo delle conoscenze scientifiche nel mondo della salute, così come nella società in generale. Il Brasile, che oggi ha più di 200 milioni di abitanti, nel 1977 ne contava circa la metà. Nel corso degli anni siamo stati sorpresi da diversi tipi di malattie ed alcune di carattere endemico, sconosciute fino ad allora. Nel 1983 abbiamo riscontrato il primo caso di infezione da virus HIV/AIDS: il Brasile sarebbe stato uno dei paesi al mondo più colpito da questa malattia endemica. Più di recente la società brasiliana ha vissuto una nuova esperienza di tensione ad opera della cosiddetta influenza aviaria, della Dengue, di Zika e della Chikungunha.

Nel contesto delle politiche di sanità pubblica, un fatto che colpisce è la nascita con la nuova Costituzione brasiliana del 1988, del S.U.S. – Sistema Unico di Salute –  da cui dipende la vita di 160 milioni di brasiliani. Questo sistema sanitario pubblico affonda in una meravigliosa concezione filosofica, internazionalmente riconosciuta in teoria, purtroppo in pratica portatrice ancora di molte carenze: manca di risorse, di competenze amministrative e di volontà politica per servire la popolazione con dignità, salvaguardando il sacro diritto alla salute.

Purtroppo oggi questo ‘diritto’ viene minato e praticamente negato dall’economicismo. Se prima, la salute è stata vista come ‘carità’; poi è stata proclamata come un ‘diritto’ nel 1988 con la costituzione del S.U.S.; oggi la stiamo sperimentando come un vero e proprio ‘business’. In questo contesto critico, tra carità, diritto e business, le frange più vulnerabili della popolazione sono quelle che soffrono maggiormente la negazione del diritto alla salute. Nel 1990 si avviavano i lavori per la realizzazione della più grande conferenza della storia delle Nazioni Unite sull’ambiente, a Rio de Janeiro: l’ECO 92. L’umanità comincia a riflettere seriamente in relazione al dramma ecologico in cui viviamo oggi, con il pericolo del riscaldamento globale per la vita di milioni di persone nel mondo.

Abbiamo iniziato il nuovo millennio con l’annuncio gioioso del completamento del Progetto Genoma Umano nel 2000. Il presidente Clinton, in celebre discorso, annuncio che questo poteva già essere considerato come una delle scoperte del secolo XXI. Qualcuno, parafrasando una espressione teologica, ha causato i brividi degli atei e dei non credenti, ha detto: «Stiamo scoprendo la lingua con cui Dio ha scritto il libro della vita». Inizia una vera rivoluzione della genomica. Abbiamo cominciato a discutere di organismi geneticamente modificati, di ingegneria genetica, di terapia genica che modificando i geni, con la scoperta di Crisper-Cas, un paio di forbici molecolari che eliminano i geni difettosi e correggono le malattie genetiche ereditarie.

L’umanità è spaventata dalla possibilità di clonare nell’uomo. Ricordiamo tutti la simpatica pecora Dolly! Ma sono ancora molto sollecitate le speranze di poter trovare la cura per più di 2.500 malattie di origine genetica che oggi umiliano l’umanità e per le quali, finora, la cura non esiste. Si parla di trovare una cura per Aids, il Cancro, il Parkinson, la malattia di Alzheimer e tante altre. Al culmine della pandemia dell’AIDS, attorno agli anni 1987-1995, molti scienziati hanno affermato che entro gli anni 2000 avremmo avuto il vaccino contro l’AIDS. Sono passati quasi due decenni e non abbiamo ancora il vaccino! Possiamo avere buone notizie in questo ambito, presto! È evidente che l’avanzamento della scienza genomica porterà profonde conseguenze nel campo della salute umana. Spetta all’umanità fare un giusto discernimento in termini di bene. In questo scenario l’emergere della bioetica è una grande speranza per tutta l’umanità.

Tornando alla ‘nostra amata patria’, il Brasile, un elemento da notare è che in questo ambito di salute pubblica, siamo dotati di uno dei più grandi programmi di ‘trapianto d’organi’ al mondo. Naturalmente deve sempre essere meglio perfezionato. Nell’ambito dell’etica della ricerca umana, abbiamo avuto le prime norme etiche per guidare qualsiasi esperimento, sperimentazione o ricerca sugli esseri umani, elaborati nel 1996 ed approvati con la risoluzione 196/96 del Consiglio nazionale per la salute/Ministero della sanità. La riflessione bioetica nel paese ha fatto passi da gigante con la nascita e il consolidamento della Società brasiliana di bioetica nel 1995, e con la comparsa dei primi programmi universitari di master e dottorato di ricerca in materia. In questo senso, la nostra rivista O Mundo da Saúde, è stata la rivista brasiliana che ha introdotto la discussione bioetica nel paese, alla fine del 1970 e all’inizio del 1980, quando la bioetica, nata come disciplina alla fine degli anni ’60 e primi anni 1970, si stava diffondendo in tutto il mondo.

All’interno della Chiesa cattolica in Brasile, la realizzazione di Campagna di Fraternità ha dedicato almeno due iniziative direttamente orientate sul tema della salute: nel 1981, con il tema Salute per tutti, e nel 2012, con il tema della Salute pubblica. A questo argomento della salute sono poi connessi altre dimensioni importanti come il lavoro, la terra, l’ecologia e l’istruzione, solo per ricordare alcune delle questioni più urgenti. Diverse religiosi camilliani brasiliani sono stati direttamente coinvolti in queste campagne della CNBB – Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile. Numerose questioni legate a queste campagne di fraternità, trasformate in articoli informativi e scientifici, hanno avuto vasta risonanza nella storia di questi 40 anni di O Mundo da Saúde.

È questo il contesto in cui si è sviluppata la riflessione propria della nostra rivista O Mundo da Saúde nel corso degli anni. Una preoccupazione sempre presente, nella mia prospettiva di direttore, è stata quella di essere sempre in sintonia con i temi di attualità e di urgenza in materia di salute, con il momento storico vissuto, per permettere la diffusione delle informazioni della ricerca scientifica e della formazione tecnica, per veicolare i valori umani (umanizzazione, etica, bioetica, cura, spiritualità, …). Ricordiamo alcuni dei temi principali: umanizzazione dell’assistenza sanitaria; la spiritualità e la salute; l’etica della ricerca sugli esseri umani; la gestione ospedaliera: le competenze professionali e i comitati etici; la longevità umana: sfide etiche e socio-politiche; la biodiversità e la salute; l’ecologia e l’ambiente; la promozione della salute e la costruzione della cittadinanza; la salute della famiglia; la riabilitazione e la costruzione della cittadinanza; la salute pubblica; le questioni bioetiche e la cura nel fine vita (cure palliative); l’umanizzazione dell’assistenza sanitaria primaria; la promozione della salute e la sostenibilità ambientale.

In aggiunta a questa gamma di questioni, la nostra rivista si è confrontata anche con altre conoscenze scientifiche in diversi ambiti professionali sanitari (nutrizione, allattamento, amministrazione ospedaliera, riabilitazione, medicina ed altro). In un primo momento abbiamo privilegiato la produzione accademica interna al mondo camillian, ma per evitare la produzione chiamato ‘endogena’, una delle malattie delle pubblicazioni scientifiche, abbiamo cercato sempre di essere aperti alla collaborazione con altre università. Uno staff editoriale interno e dei valutatori esterni che possono garantire una ‘peer review’ – una competente revisione dei testi ‘tra pari’ – è di fondamentale importanza per la garanzia di articoli scientifici innovativi, dotati dei giusti requisiti di serietà scientifica.

La sfida di costruire un nuovo futuro di alleanza tra scienza e sapienza umana e camilliana!

Attualmente, uno degli aspetti più importanti di qualsiasi pubblicazione scientifica è l’indicizzazione, che dà credibilità e visibilità alla pubblicazione nel contesto della comunità scientifica. La nostra rivista ha già fatto un percorso interessante in questo senso, con diverse indicizzazioni: molto resta ancora da fare. È necessario entrare in SciELO (Scientific Eletronic Library Online). Abbiamo fatto diversi tentativi negli ultimi anni in questa direzione, soddisfacendo tutti i requisiti, ma mancavano sempre le risposte dei valutatori, per poter raggiungere l’obiettivo previsto. Conosco molte riviste dell’ambito sanitario che non raggiungono il livello di O Mundo da Saúde, eppure sono già indicizzate da lungo tempo in SciELO. Spero che questo obiettivo sarà raggiunto al più presto e che gli attuali responsabili della pubblicazione, presto, ci diano buone notizie.

Guardando al futuro, per cercare di essere in sintonia con l’agenda mondiale della salute, oserei indicare come tema da affrontare in futuro, le questioni relative all’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. La questione dello sviluppo sostenibile e della salute è fondamentale per la vita di tutti i popoli del pianeta terra. Nel 2018 celebreremo il 40° anniversario della famosa Dichiarazione di Alma Ata (1978), sulle cure primarie della salute e anche il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948). Questi sono argomenti che senza dubbio meritano l’attenzione quando vengono associati alla salute umana.

Ricordo con una certa nostalgia, quello che ho scritto a conclusione della redazione della rivista, nella edizione commemorativa dei 30 anni della sua esistenza, nel 2007: «Il riconoscimento ed il ringraziamento va a tutti coloro che in qualche modo hanno reso possibile l’esistenza di questa rivista. Questi professionisti sono i convinti cultori dell’orizzonte di valori in base ai quali la conoscenza scientifica deve essere trasformata in saggezza, per aiutare le persone a vivere in modo più sano e felice, in una società più giusta e inclusiva»[8].

Ci auguriamo che questa feconda traiettoria storica di 40 anni, sia seguita a lungo, senza perdere la sua vitalità, la competenza e la saggezza umana. Si tratta in realtà di una vera e propria missione: di seminare valori umani ed etici nel complesso mondo della salute, nel mezzo della nostra civiltà tecnocratica; per non dimenticare mai che la persona umana nella sua piena dignità deve sempre essere posta al centro della ‘lotta’! Questo percorso deve essere effettuato sempre in sintonia con i valori fondamentali del carisma camilliano che si può riassumere in quel grido profetico, di una attualità incredibile, lanciato da Camillo de Lellis (1550-1614), più di quattro secoli orsono, che dovrebbe animare lo spirito e l’azione di coloro che operano nel mondo della salute: ‘più cuore in quelle mani’!

Concludiamo questa riflessione di reminiscenza storica, condividendo un aforisma di Henfil – pseudonimo di Henrique de Sousa Filho – vignettista, giornalista e scrittore brasiliano, che rivela molta saggezza: «Se non ci sono stati frutti, è valsa la bellezza dei fiori. Se non ci sono stati fiori, è valsa l’ombra delle foglie. Se non ci sono state foglie, è valsa l’intenzione del seme».

   Roma, 12 ottobre 2017

  Festa della Madonna Aparecida, Patrona del Brasile.

[1] Religioso camilliano; Ph.D. in Teologia Morale-Bioetica; post-dottorato in bioetica presso il Centro di Bioetica James Drane dell’Università di Pennsylvania (Edinboro), U.S.A. Attualmente è il Moderatore del Camillianum – Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria, associato all’Università Lateranense (Roma, Italia); Superiore generale dell’Ordine Camilliano (2014-2020).

[2]Ho visto Tancredo morire’ (ndr). Ci si riferisce a Tancredo de Almeida Neves (São João del-Rei4 marzo 1910 – San Paolo21 aprile 1985), politico brasiliano, eletto presidente della Repubblica come candidato del Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), sarebbe dovuto entrare in carica il 15 marzo 1985, ma si ammalò gravemente e fu ricoverato la sera prima del suo insediamento. Dopo vari interventi chirurgici, morì di setticemia il 21 aprile dello stesso anno senza aver potuto insediarsi.

[3] Giornale Folha de São Paulo, Lições de Vida, p.2, 27 aprile 1985.

[4]Cf. O Mundo da Saúde, São Paulo, 1996; 20(1), 387.

[5]Cf. O Mundo da Saúde, São Paulo, 2007; 31(1), 5-6.

[6]Cf. O Mundo da Saúde, São Paulo, 2012; 36(1),143-196 (supplemento di 114 pagine).

[7]Cf. O Mundo da Saúde, São Paulo, 2012; 36(1), 93-94 ed altri riferimenti nelle annate 2013-2014.

[8] Cfr. O Mundo da Saúde, São Paulo, 2007; jan./mar 31(1), 10.