La sacrestia

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La Sacrestia

La Sacrestia è esempio unico del “barocchetto romano”, uno stile che segna il passaggio dal barocco al rococò e che fu iniziato proprio qui da Gerolamo Pesce. Originariamente questa sala era il refettorio del seminario camilliano, ma durante il processo di canonizzazione di San Camillo (1743/1746) fu trasformata in sacrestia e con questa funzione è rimasta fino a oggi. I lavori di decoro furono realizzati tra il 1738 e il 1741.

Il vasto spazio è concepito per dare, come in una grande scenografia teatrale, un’illusione prospettica di profondità. Infatti, usando la prospettiva centrale, l’autore costruisce una finta architettura con una volta centrale e due finestre ad arco sui lati, verso cui convergono tutte le linee in un punto di fuga posto dietro il Crocefisso ligneo, di autore ignoto. Solo due colonne in rilievo emergono dal fondo dipinto rafforzando l’illusione di profondità. La volta della Sacrestia è stata dipinta ad affresco e tempera da Gerolamo Pesce nel 1739 e rappresenta San Camillo in Gloria con San Filippo Neri. Racchiusa sui lati da una sinuosa balaustra che fa da cornice, la composizione subisce uno slancio ascensionale verso lo spazio illimitato dello sfondo del cielo oltre le figure. I due santi, in primo piano, l’uno con l’aureola perché già santo e l’altro, San Camillo, senza, appaiono in estasi davanti al sopravanzare della Vergine in Gloria sorretta da una moltitudine di angeli. Notate l’esuberanza delle altre decorazioni dipinte sulle pareti: i vari elementi in prospettiva, le cornici, le finte finestre delle pareti laterali, i vasi con decori floreali e i putti alati, gli angeli che sovrastano l’arco della parete centrale e accompagnano la croce camilliana. In particolare, gli angeli hanno le fattezze del putto romano, dipinti con grande realismo, così come sono bene raffigurati nel cortile dei Putti dell’Ospedale Santo Spirito a Roma, che accoglieva i figli delle prostitute.

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La volta della sacrestia

L’insieme delle decorazioni e degli arredi fa della Sacrestia un’ideale prosecuzione della chiesa dove tutti gli elementi coesistono in un rapporto aulico e armonioso. Molti degli arredi originali sono andati perduti o sono stati trafugati, tra cui le lampade per l’illuminazione a olio e gli inginocchiatoi. Gli armadi in legno sono decorati con cornici e volute dorate e dipinti con effetti marmorizzati. I quattro confessionali in legno dorato e dipinto poste agli angoli sormontati da delicati trafori oggi non vengono più utilizzati per la loro funzione originale.