La statua lignea di Maria Immacolata

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La statua lignea di Maria Immacolata

Nel ricco patrimonio di opere artistiche conservate nella casa e nella chiesa della Mad­dalena la statua lignea raffigurante Maria Immaco­lata occupa un posto di prima importanza. Questa preziosa immagine, eseguita probabilmente nella seconda metà del XVI sec., è profonda­mente legata alla storia dei Mini­stri degli Infermi (Camilliani): la tradizione narra infatti che fu proprio dinanzi alla statua dell’Immacolata che S. Camillo e i suoi primi compagni pronuncia­rono i loro voti solenni l’8 dicem­bre del 1591.

La bellissima opera rappre­senta, quasi a grandezza natu­rale, la Vergine ritratta in piedi, in atteggiamento di preghiera con le mani giunte, un ginoc­chio leggermente flesso e il ca­po lievemente inclinato dilato. I piedi poggiano su piccole nuvo­le da cui sporgono i volti di put­ti alati e, dietro la figura della Vergine, la mezzaluna, simbolo di castità e purezza. I raffinati tratti del volto e la squisita fattu­ra del modellato potrebbero far pensare ad una provenienza di scuola michelangiolesca, an­che se nel tempo sono state fatte diverse ipotesi di attribuzione. Nelle schede della Soprintenden­za di Roma essa è catalogata come opera attri­buita ad Alessandro Ventura (1525-1608), allievo del Sansovino.

Purtroppo non esistono fonti certe riguardanti l’acquisizione della statua, o che ne documentino la sua storia. Essa potrebbe avere già fatto parte degli arredi sacri della chiesa e della casa della Maddalena quando questa passò dall’Arciconfraternita del Gonfalone ai Padri Camilliani nel 1587, periodo in cui S. Camillo era ancora in vita. Il Pa­dre M. Amici, che per primo ne parla, sostiene ap­punto questa ipotesi facendo riferimento ai ricordi e alle testimonianze dei Padri più anziani dell’Ordine. Anche la collocazione della statua nei tempi più antichi è piuttosto incerta: il Padre G. Maiani nel XVIII secolo descrive la presenza nella chiesa della Maddalena di un altare dedicato alla Conce­zione della Beata Vergine (oggi intitolato alla Ma­donna della Salute), ma non fa cenni specifici alla esistenza di statue o immagini dell’Immacolata ivi collocate. Successivamente la statua eb­be varie collocazioni documen­tate: dapprima l’altare della sa-crestia, quindi la sala capitolare al primo piano della casa, poi nuovamente nella chiesa e infi­ne nel refettorio. Nel 1941 fu collocata ancora nella sala capi­tolare, sopra un semplice basa­mento di legno lucidato a moga­no che portava una targa com­memorativa della Professione dei voti solenni del 1591.

La statua era in origine poli­croma, ma deve aver subito nel corso del tempo notevoli danni, che hanno completamente can­cellato la preparazione in gesso e la pellicola pittorica originali. Pur in assenza di documenti, è possibile ipotizzare che i primi e più importanti danneggiamenti la statua li abbia subiti già nel 1598, quando una delle più de­vastanti inondazioni del Tevere allagò la chiesa della Maddalena fino all’altezza dell’altare maggiore, che era collocato più in alto degli altari laterali. Ancora il Padre Amici parla di un “lodevole intervento di risarcimento e decora­zione”, a cui fu sottoposta la statua dell’Immacolata nel corso del XVIII secolo. Più recentemente l’opera fu sottoposta ad un intervento di restauro nel 1968, nel corso del quale sono stati rimossi i vari strati di stucco e le ridipinture che ricoprivano l’intera immagine, portando così alla luce l’esseni-za lignea dell’opera.

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Particolare della statua lignea di Maria Immacolata

Durante l’inaugurazione del Museo de­dicato a S. Camillo nella casa della Maddalena, l’opera è stata sottoposta ad un nuovo leggero inter­vento di restauro, mirato più che altro al migliora­mento dello stato di conservazione. A distanza di oltre quaranta anni dal precedente intervento si è evidenziato infatti un certo indebolimento delle fi­bre lignee, dovuto a sbalzi termici, umidità e attac­chi di insetti xilofagi. L’essenza lignea è stata quin­di sottoposta a trattamenti mirati a disinfestare con anti-tarlo e a consolidare con imbibizioni di resine acriliche tutta la struttura. Una spessa patina di polvere e sporco organico (fumo, grasso) aderiva a tutto il modellato della statua ed è stata rimossa con una leggera soluzione di acqua e ammoniaca. Anche da un punto di vista estetico, sono state ri­sarcite le numerose lacune, abrasioni e tracce la­sciate dai tarli, onde poter godere in modo meno frammentario della vista di una così preziosa pro­duzione artistica.

La statua sè stata collocata in una delle sale più importanti del nuovo Museo, adiacente al Cubiculum, per offrire a tutti coloro che lo visiteranno l’opportunità di ammirare e venerare un’opera artistica di grande pregio, ma anche uno dei simboli più im­portanti della fede cristiana.

Cristiana Maria Noci Francesca Piat