La visione e la missione di CADIS – Camillian disaster service International

In copertina: Haiti: CADIS a Ranja per costruire futuro

di p. Sam A. Cuarto

Cadis in Bihar

Il Camillian Disaster Service International (CADIS) – ora una Fondazione legalmente riconosciuta – che si è sviluppata dall’intuizione originaria dalla Camillian Task Force (CTF), si trova di fronte a questa domanda fondamentale: ‘Qual è l’attuale situazione/visione di missione che i Camilliani, padri, fratelli e collaboratori laici stanno affrontando’?

Il Centro per la Ricerca sull’Epidemiologia dei Disastri (CRED) afferma che “le catastrofi legate alle condizioni meteorologiche stanno diventando sempre più frequenti, in gran parte a causa di un aumento sostenuto del numero di inondazioni e tempeste”[1].

In effetti, negli ultimi venti anni (1995-2015), in tutto il mondo, un totale di 6.457 disastri legati alle condizioni meteorologiche sono stati registrati tramite EM-DAT di CRED, e rappresentano i dati più completi al mondo sull’evento e sugli effetti dei disastri tecnologici e naturali. Tra il 1996-2016, circa 1.350.000 persone sono state uccise da questi drammatici eventi naturali negli ultimi 20 anni[2], con una media di 67.500 morti all’anno. Circa 4,1 miliardi di persone sono rimasti feriti, hanno perso la casa o hanno bisogno di assistenza di emergenza.

Non vi è dubbio sull’incremento globale dell’incidenza di inondazioni intense, tempeste, siccità e ondate di calore. Infatti, “negli ultimi quarant’anni, la frequenza dei disastri naturali registrati nel database degli eventi di emergenza (EM-DAT) è aumentata di quasi tre volte, passando dai 1.300 eventi registrati nel periodo 1975-1984 ad oltre 3.900 eventi nel periodo 2005-2014[3]Tutti i tipi di catastrofi sono notevolmente aumentati tra il 1970 e il 2014 (Figura 1).

I membri dell’Ordine dei Ministri degli Infermi non sono rimasti indifferenti nei confronti di questa crescente incidenza e dell’epidemiologia generata dai disastri naturali. Sotto gli auspici della Consulta Generale dell’Ordine, è stata formata una Commissione nel 2000, fino al 2007. I membri sono stati definiti come un team di assistenza nelle emergenze. Poi, nel 2007, la Camillian Task Force (CTF) è stata organizzata come un ufficio vero e proprio a Roma, in Italia, e i Servants of St. Camillus-Disaster Relief Services (SOS-DRS) sono stati istituiti come una ONG a Milwaukee, U.S.A.

Gli eventi globali in evoluzione sono stati il ​​contesto per lo sviluppo di queste organizzazioni interne all’Ordine dei Ministri degli Infermi. Allo stato attuale dei fatti, la Camillian Task Force come ufficio si è evoluta in una fondazione legalmente registrata, ora nota come Camillian Disaster Service International (CADIS International). Nel frattempo SOS-DRS di Milwaukee, U.S.A., ne ha seguito l’esempio, evolvendo il suo nome in CADIS U.S.A. L’Ordine dei Ministri degli Infermi si è dimostrato pronto e profondamente sensibile e rispondere a livello internazionale alla crescente incidenza di disastri.

Con l’aumentare della frequenza dei disastri naturali, aumentano i danni, le disparità e i morti. Ma è soprattutto la sofferenza indescrivibile di coloro che sono colpiti che parla con forza al cuore. Quando l’indice della sofferenza umana aumenta, la presenza dei Camilliani è sempre più necessaria.

Essere presenti è testimoniare la prossimità alla sofferenza umana; essere presenti in mezzo all’epidemia della sofferenza umana è incontrare persone spezzate dal dolore e devastate nella loro speranza. Inoltre, si tratta di accompagnare le comunità colpite verso il recupero e lo sviluppo di una nuova capacità di resilienza, oltre che offrire le primarie attività di soccorso.

Le statistiche sui costi umani delle catastrofi legate alle condizioni meteorologiche parlano della disuguaglianza e del prezzo sproporzionato che le persone povere che vivono nei paesi a basso e medio reddito pagano in termini di sofferenza a causa di questi eventi. Allo stesso modo, la CRED afferma che la stragrande maggioranza di questi morti proviene dalle comunità nei paesi a basso e medio reddito, dichiarando: “le nazioni più povere hanno pagato il prezzo più alto in termini di morti per disastro in percentuale ai suoi abitanti”[4].

La tabella 1 qui sotto, evidenzia che dei circa 1.015.223 di persone che sono morte a causa dei disastri più violanti che si sono verificati negli ultimi 20 anni, 242.570 persone provenivano da paesi a basso reddito come Haiti e Somalia. Alla luce di queste tristi statistiche sulla mortalità dovute a calamità, è chiaro che “occorre concentrarsi maggiormente sull’attenuazione dell’impatto del cambiamento climatico sui paesi che contribuiscono meno alle emissioni di gas serra ma che subiscono perdite sproporzionate di vite umane a causa di eventi meteorologici estremi esacerbati dall’innalzamento del livello del mare e dal riscaldamento della terra e del mare”[5]

La conclusione che si può trarre da uno sguardo globale sulle tendenze di mortalità causate da gravi catastrofi negli ultimi venti anni è che lo sviluppo sostenibile incide sulla vita e sulla morte delle popolazioni a basso e medio reddito. Lo sviluppo umano integrale, che è il messaggio centrale dell’insegnamento sociale della chiesa cattolica, deve plasmare la nostra policy e la pratica del nostro ministero. La difesa della dignità umana e del diritto allo sviluppo sostenibile è sia un compito che una promessa per la chiesa cattolica in generale, e in particolare per il mondo ecclesiale, compresi i camilliani. In un contesto di crescenti disuguaglianze, deve essere ascoltata la voce che grida per uno sviluppo equo, sostenibile e integrale. La difesa dei diritti umani fondamentali deve essere parte del ministero/servizio, specialmente nel campo della salute, che ha una connessione intrinseca con lo stesso sviluppo umano.

Quindi, fornendo materiale e assistenza medica nel periodo immediato dopo un disastro, accompagnando le comunità devastate verso il loro recupero, stimolando la loro capacità di resilienza e, soprattutto, promuovendo i diritti umani, questo percorso diventa la struttura di ogni forma di intervento e il principio organizzativo per intraprendere attività concrete nel lavoro post-disastro del Camillian Disaster Service International.

Tabella 1- La maggior parte dei disastri mortali negli ultimi 20 anni (1996-2015)

Aiutare a far crescere la capacità di resilienza delle persone, specialmente delle persone e delle comunità più vulnerabili di fronte all’assalto dei pericoli naturali, ha un’importanza fondamentale per il Camillian Disaster Service International. Cos’è la resilienza? Il dizionario definisce la resilienza come “la capacità di recuperare rapidamente dalle difficoltà”. La resilienza ha anche altri significati: durezza, flessibilità, duttilità, elasticità, plasticità, capacità di durare, forza, robustezza. Altri significati di resilienza includono “forza di carattere, tencia”. È anche “adattabilità, capacità di ‘stare a galla’, flessibilità e capacità di recuperarsi”.

Il programma di sviluppo delle Nazioni Unite offre un’altra definizione di resilienza: “una condizione intrinseca e acquisita raggiunta gestendo i rischi, nel tempo, a livello individuale, domestico, comunitario e sociale in modo da minimizzare i costi, creare capacità per gestire e sostenere lo slancio dello sviluppo e massimizzare il potenziale di trasformazione”.

Il dipartimento per lo sviluppo internazionale (DFID) del governo del Regno Unito definisce la resilienza strettamente connessa con lo sviluppo a lungo termine: “la resilienza alle catastrofi è la capacità di paesi, comunità e famiglie di gestire il cambiamento, mantenendo o trasformando gli standard di vita di fronte allo shock o stress – come terremoti, siccità o conflitti violenti – senza compromettere le loro prospettive a lungo termine”.

Il lavoro di resilienza comporta un continuo apprendimento organizzativo da parte del Camillian Disaster Service International. Fondata sulla reale esperienza acquisita sul campo, sulla continua ricerca e sull’apprendimento offerto anche da parte di altri, sta aumentando la capacità del Camillian Disaster Service International di rispondere non solo in modo affettivo all’indice elevato della sofferenza umana in situazioni post-disastro, ma anche di intervenire efficacemente di fronte al tangibile ed evidente impatto dei disastri.

Vista la descrizione della situazione attuale e la necessità per una risposta camilliana, Camillian Disaster Service International ha una visione generale che accompagna ogni sua decisione ed azione: “pienezza di vita in comunità resilienti”. Tale visione è informata dai principi biblici e dai valori duraturi della tradizione cristiana. Gesù dice: “Sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Sant’Ireno di Lione afferma che “la gloria di Dio è l’uomo vivente”.

Questa visione afferma e rafforza il principio dello sviluppo sostenibile. È lo sviluppo umano che riconosce la dignità umana innata in tutti, uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Tale visione è allineata con la definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità presentata come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come l’assenza di malattia o infermità”. Infine, tale visione afferma i principi fondamentali esposti da papa Francesco nella sua enciclica, Laudato Sì, con la ferma convinzione in una crescita umana che includa la cura per il pianeta, la nostra casa comune, ed il legame intrinseco tra pari dignità, giustizia sociale ed ecologia.

Mentre la visione di cui sopra è una mappa mentale che organizza i programmi e le attività del Camillian Disaster Service International per un intervento coerente e organico, il tutto si basa su valori fondamentali condivisi dai suoi responsabili, dagli operatori sul campo e da tutti i collaboratori. Si tratta di un’organizzazione faith-based (religiosa), la cui identità è fondata su valori fondamentali che informano il loro approccio e supportano tutto il loro lavoro.

Il rispetto per la dignità umana è al centro di tutto ciò che costituisce il Camillian Disaster Service International (CADIS): la sua identità e la sua operatività. Ogni persona ha diritti inviolabili fondati sulla giustizia: pertanto, tutti hanno diritto alla vita, a servizi di qualità e al benessere totale, senza impatti, timori e rischi.

La compassione è il secondo valore fondamentale ritenuto importante per CADIS. È parte integrale del lavoro di CADIS, la qualità della cura che viene offerta, basata sull’empatia, il rispetto e la dignità. La compassione è gentilezza intelligente; è centrale nel modo in cui le persone percepiscono le cure. Per CADIS, il più alto impegno è quello di offrire conforto a coloro che sono in difficoltà e coltivare la resilienza nei soggetti vulnerabili, indipendentemente dalla classe, dal sesso, dall’età, dalla cultura e dalla religione. La più grande ‘cura’ è al centro di tutto ciò che fa CADIS.

Integrità, diversità e inclusione – tutti questi sono fondamenti etici imprescindibili per una risposta efficace. CADIS onora l’integrità di ogni persona e la diversità di popoli, culture e comunità. Si impegna a promuovere un ambiente favorevole, privilegiando ogni voce verso una piena partecipazione ed una realistica inclusione. Creando le premesse per la comprensione e il rispetto reciproco, lavora per lo sviluppo equo e per la pace.

Giustizia, equità e solidarietà sono ancore morali che forniscono profondità e ampiezza alla visione di un’organizzazione. CADIS sostiene la giustizia e l’equità nei suoi rapporti. È attiva per la giustizia sociale e promuove la solidarietà umana nella sua collaborazione con le comunità vulnerabili rispetto alle quali offre il suo intervento.

Coraggio e testimonianza: questi sono i due volti di uno stesso amore. Il coraggio consente a CADIS di fare la cosa giusta per le persone di cui si prendono cura i suoi responsabili, gli operatori sul campo e i collaboratori, di parlare quando hanno preoccupazioni e di avere la visione e la forza personale per innovare e abbracciare nuovi modi di lavorare e di relazionarsi con gli altri. Testimoniano la capacità umana di superare le avversità e le sofferenze, riattivando la speranza nelle persone.

L’apprendimento, la creatività e l’eccellenza sono valori dei missionari moderni. Responsabili, operatori sul campo e collaboratori di CADIS sono continuamente stimolato per l’apprendimento, la creatività e il cambiamento come stile di vita. La distanza riflessa consente loro lo spazio per un pensiero profondo, aumentando la consapevolezza del tutto, consentendo loro di servire il tutto. Con la loro consapevolezza essi contribuiscono alla sostenibilità dei popoli, all’umanizzazione della società e alla conservazione della creazione.

Competenza, responsabilità e trasformazione costituiscono insieme il fondamento dell’integrità personale e organizzativa. I responsabili, gli operatori sul campo e i collaboratori di CADIS sono impegnati ad acquisire con senso di responsabilità gli standard più qualificati nel loro operato. Si sfidano continuamente per migliorare verso l’efficienza e l’efficacia, attraverso la pianificazione strategica, l’esecuzione e la valutazione. Dispiegano le conoscenze e le abilità, i metodi e le tecnologie appropriate per trasformare le loro comunità e se stessi. L’innovazione costante verso l’eccellenza nella cura e nel servizio definisce i loro processi.

Ascolto attivo, collaborazione e lavoro di squadra sono valori sociali che sostengono comunità armoniose, pacifiche e prospere nella diversità, nella cultura, nelle differenze sociali, nelle convinzioni religiose e politiche. I responsabili, gli operatori sul campo e i collaboratori di CADIS si impegnano a lavorare in sinergia con tutte le parti interessate, ascoltando attivamente per facilitare, negoziare e costruire un consenso e team forti per responsabilizzare tutti i soggetti coinvolti. Si impegnano a riunire persone, organizzazioni e istituzioni in grado di mettere in comune conoscenze, abilità e risorse, per collaborare al fine di perseguire un intervento più efficace. Una buona comunicazione è fondamentale per collaborazioni di successo, rapporti di lavoro e un efficace lavoro di squadra.

Infine, la trasparenza differenzia un’organizzazione etica e responsabile. CADIS onora i propri obblighi nel partenariato, incontra i propri interlocutori e collaboratori e agisce responsabilmente con attori/associazioni/enti pubblici e privati, per offrire costantemente valore a tutte le parti coinvolte. CADIS aderisce a procedure trasparenti di responsabilità finanziaria e alla libertà di informazione.

Il Camillian Disaster Service International ha predisposto un piano strategico di sei anni (2014-2020) esemplificato nella Figura 2 di seguito.

Figura 2 – Piano strategico per il sessennio 2014-2020

 

In conclusione, CADIS, come organizzazione, aspira ad essere un Servant-Leader. Cos’è un Servant-Leader? Robert Greenleaf osserva: “la leadership del servizio è anzitutto un servizio. Inizia con una sensazione naturale che si vuole servire, anzitutto servire. La scelta consapevole porta poi al desiderio di guidare. La differenza si manifesta nell’attenzione prestata dal Servant-Leader, in primo luogo, nell’assicurarsi che vengano osservati e ‘serviti’ i bisogni prioritari più elevati delle altre persone.

[1] The Human Costs of Weather Related Disasters: 1995-2015, Center for Research and the Epidemiology of Disasters, 2016.

[2] Poverty and Death: Disaster and Mortality 1996-2015, Center for Research and the Epidemiology of Disasters, United Nations Office for Disaster Risk Reduction, 2016.

[3] Vinod Thomas and Ramon Lopez, Global Increase of Climate-Related Disasters, ADB Economics Working Paper Series No. 466, November 2015.

[4] Poverty and Death: Disaster and Mortality 1996-2015, Center for Research and the Epidemiology of Disasters, United Nations Office for Disaster Risk Reduction, 2016.

[5] Ibid.

[6] Robert K. Greenleaf, Servant-Leadership: A Journey into the Nature of Legitimate Power and Greatness. Paulist Press, 1991.