San Camillo torna a Bucchianico: la meditazione del Superiore Generale dei Camilliani, P. Renato Salvatore.

In occasione di un evento straordinario come il ritorno del corpo di San Camillo de Lellis Bucchianico, sua città natale (l’intero programma delle celebrazioni è visibile alla pagina http://bucchianico.net/san-camillo-torna-a-bucchianico), pubblichiamo la meditazione del Superiore Generale dei Ministri degli Infermi, P. Renato Salvatore, a tutti i devoti del Nostro Santo.

RITORNO IN BUCCHIANICO

DEL CORPO DI SAN CAMILLO

S. Camillo lasciò Bucchianico per l’ultima volta nella primavera del 1612: sono trascorsi ben 400 anni. Partendo disse ai suoi concittadini: “Patria mia, ricordati di quello che ti ho insegnato! Non ci vedremo più poiché vado a Roma dove morirò”.

San Camillo ha sempre considerato Bucchianico la sua patria, il suo paese. I tanti anni vissuti lontano da qui non hanno minimamente scalfito il suo speciale attaccamento a questi luoghi, alle tante persone da lui conosciute. Questa è l’esperienza che vivono ancora oggi tutti coloro che sono nati in Abruzzo e vivono altrove: la terra d’origine come le persone ivi presenti restano incise nel cuore e suscitano un fascino straordinario.

San Camillo viaggiava molto, ma le visite a Bucchianico rappresentavano per lui dei momenti di grande umanità e di profonda spiritualità. Avvertiva di essere in debito con i suoi concittadini. Per anni aveva riempito le vie di questo paese con la sua presenza esuberante di giovane interamente dedito al divertimento, che mal sopportava la disciplina, i doveri scolastici e familiari.

La fondazione di una comunità a Bucchianico è stata un’eccezione poiché qui non c’erano molti infermi da assistere, ma San Camillo lo ha desiderato fortemente. E ne diede una giustificazione anche sul letto di morte. Così scrive nella lettera testamento inviata alla comunità di Bucchianico il 24 giugno 1614, venti giorni prima della morte: “Dichiaro anche la mia volontà che non solamente si fondi nelle città grandi e mezzane, ma anche nei luoghi piccoli… per aiuto di quelle povere anime che muoiono in quei luoghi”.

Questa volontà del Fondatore è stata sempre rispettata dal nostro Ordine sia mantenendo la presenza di religiosi in Bucchianico e sia considerando questa casa religiosa “tanto cara e tanto sacra per noi, perché fondata dallo stesso N. S. P. Camillo nella sua Patria natale” (1895). Questi motivi mi hanno mosso a far sì che la prima uscita da Roma dei resti mortali di San Camillo avvenisse per tornare nella sua amata Bucchianico. Sono certo che lui avrebbe voluto questo.

Il saluto finale di San Camillo ai suoi concittadini – “Patria mia, ricordati di quello che ti ho insegnato! – sottolinea la sua preoccupazione per la popolazione bucchianichese allora poco praticante. Comprese la necessità di una permanente opera di evangelizzazione per la quale ben si addiceva la presenza di una comunità camilliana. Infatti, lui stesso non perdeva occasione, nelle sue visite a questo paese, per richiamare le persone alla vera dottrina e all’osservanza dei precetti cristiani. Racconta un testimone: “Si metteva in chiesa con la cotta e la stola a fare lunghissimi sermoni a quel popolo, convertendo molti di loro alla santa penitenza e alla contrizione dei peccati.

Un giorno, vedendo che molti suoi concittadini restavano in piazza piuttosto che entrare in chiesa per la messa, andò in mezzo a loro e disse: “Già che voi non volete venire in chiesa a trovare me e a sentir la parola di Dio, ho deciso di venire io a trovare voi, e a fare il saltimbanco spirituale per le anime vostre”. E terminò così la sua predicazione: “Come gli altri saltimbanchi alla fine delle loro dicerie vendono qualche cosa, così io, terminando, non voglio vendervi ma regalarvi una cosa devota e benedetta”. E regalò a ciascuno di loro una medaglia benedetta.

Ma non possiamo non ricordare il rapporto di San Camillo con i poveri e i malati che incontrava qui a Bucchianico verso i quali si struggeva di amore misericordioso. Solo qualche testimonianza di persone che lo hanno conosciuto. “Il Padre Camillo ordinariamente quando si ritrovava in Bucchianico andava a visitare gli infermi” ed era solito “abbracciare gli ammalati e far loro carezze e questo lo faceva a quelli che erano più aggravati dalla malattia e più sporchi” (Pietro Nardelli; Giovanni Zorasca). “Andava a visitare gli infermi e i moribondi finché non fossero morti e procurando che morissero in grazia di nostro Signore, come è noto e pubblico in questa Terra” (Francesco Urbanuccio).

“Il detto padre Camillo faceva elemosina ai poveri andando per questa terra. E vestiva gli ignudi e distribuiva anche denari e pane. Poiché era tempo di carestia tutti i poveri accorrevano a lui, e lui era sempre pronto a fare loro la carità” (Francesco Carpuzi).

Carissimi Bucchianichesi, ecco il vostro amato figlio nella carne e il vostro padre nella carità: è tornato perché desidera incontrarsi con voi. Racconta un testimone oculare: “padre Camillo, durante una omelia si doleva di non poter più rivedere la sua patria e quel popolo che l’ascoltava”. Quell’affetto verso di voi non l’ha mai perduto: per tutti voi ha una benedizione e una carezza, in particolare per chi è malato, solo, sofferente: a tutti apre le sue braccia e il suo cuore.

Chieti lo ha proclamato Protettore e Patrono della città sin dal 1624 e la Regione Abruzzo lo onora come Patrono celeste presso Dio dal 1964. Gente d’Abruzzo, questo nostro cittadino è stato segnalato dalla Chiesa come celeste patrono dei malati e delle strutture sanitarie di tutto il mondo nel 1886 e protettore degli infermieri nel 1930; Patrono della Sanità Militare Italiana nel 1964. È certamente l’abruzzese che maggiormente rende onore a questa nobile terra, non solo nelle 50 nazioni ove sono presenti religiosi e religiose – che si ispirano alla spiritualità e al carisma di San Camillo – ma ben oltre questi confini.

Per tutti noi – Abruzzesi, Chietini e Bucchianichesi – è non solo un dovere accogliere San Camillo che qualcuno ha definito “il santo degli abruzzesi e l’abruzzese più santo”, ma è soprattutto per ognuno di noi un immenso onore essere questa sera accanto a lui. Questa è una serata di grazia, una serata storica! Allora cogliamo questa specialissima occasione per indirizzare un pensiero, una richiesta, una preghiera e, perché no, una lacrima al più straordinario santo della carità verso i malati. Lui è venuto qui a Bucchianico, nel suo paese natale, per ascoltarvi, per esservi vicino, per benedirvi.

San Camillo, prega per noi!In occasion of an extraordinary event such as the return of the body of St. Camillus de Lellis at Bucchianico, his hometown (the full program of the celebrations is visible at the page http://bucchianico.net/san-camillo-torna-a-bucchianico), we publish the meditation of the General Superior of the Ministers of the Infirm, F. Renato Salvatore, to all the devotees of Our Saint.

THE RETURN AT BUCCHIANICO

OF THE BODY OF ST. CAMILLUS

St. Camillus left Bucchianico for the last time in spring 1612: 400 years have passed. Leaving he told his countrymen: “Oh my country, remember what I taught you! We’ll never see again as I’m going to Rome where I’ll die.”

St. Camillus has always considered Bucchianico as his home, his own country. The many years he lived away from here did not scratch his special attachment to these places, to the many people he knew. This is the experience that lives everyone who was born in Abruzzo and live elsewhere: homeland, as the people living there, remains engraved in the heart and arouse an extraordinary fascination.

St. Camillus traveled a lot, but the visits to Bucchianico were for him moments of great humanity and deep spirituality. He felt to be in debt to his fellow citizens. For years he had filled the streets of this town with his exuberant presence of young addicted to fun, which resented discipline, school and family duties.

The foundation of a community in Bucchianico was an exception because there weren’t many infirm to attend here, but St. Camillus has still strongly desired it. He also gave a justification for it on his deathbed. Thus he writes in the testament letter sent to the community of Bucchianico on June 24, 1614, twenty days before his death: “I declare my will not to found communities only in large and medium cities, but also in small places … to help those poor souls who die in those places.”

This Founder’s will has always been respected by our Order both maintaining the presence of religious in Bucchianico and considering this religious house “so dear and so sacred to us because it was founded by the same O.H.F. Camillus in his native country”(1895). These reasons have moved me to make the first exit from Rome of the mortal remains of St. Camillus happen to return to his beloved Bucchianico. I am sure he would have wanted this.

The final farewell to his fellow citizens of St. Camillus – “Oh my country, remember what I taught you! – underlines his concern for Bucchianico’s population so rarely practicing at that time. He understood the need for a permanent work of evangelization for which well suited the presence of a Camillian community. In fact, he himself never missed an opportunity, in his visits to this town, to invoke people to the true doctrine and the observance of Christian precepts. A witness relates: “He put himself in the church with his surplice and stole to make long sermons to that people, converting many of them to the holy penance and contrition for sins.

One day, seeing that many of his fellow citizens were still in the streets rather than go to church for Mass, he came among them and said: “While you refuse to come to church to see me and hear the word of God, I have decided to come to find you, and to be an spiritual acrobat for your souls.” And so ended his preaching: “Like the other acrobats at the end of their rumours sell something, so I, in conclusion, will not sell you but give you something pious and blessed.” And he gave them each a blessed medal.

But we can not forget the relationship between St. Camillus and the poor and infirm he met here in Bucchianico toward which he melted into merciful love. Only some testimonies of people who knew him. “Father Camillus routinely visited the sick when he was in Bucchianico” and he used to “embrace the infirm and caress them and this he did to those who were worse burdened by the disease and dirtier” (Pietro Nardelli, Giovanni Zorasca) . “He went to visit the infirm and dying until they were dead and arranging for them to die in the grace of our Lord, as it is known and public in this Earth” (Francesco Urbanuccio).

“The said father Camillus gave alms to the poor travelling trhough this land. He clothed the naked, and also distributed money and bread. As it was a time of famine all the poor flocked to him, and he was always ready to charity them”(Francis Carpuzi).

Dear citizens of Bucchianico, behold your beloved Son in the flesh, and your father in charity: he is back because he wants to meet you. An eyewitness says: “Father Camillus, during a sermon he complained of being unable to see his homeland again and that people who listened to him.” He has never lost that affection towards you: for all of you he has a blessing and a caress, especially for those who are infirm, lonely, suffering: to everyone he opens his arms and his heart. Chieti proclaimed him protector and patron Saint of the city since 1624 and the Abruzzo Region honors him as the celestial Patron beside God since 1964. People of Abruzzo, this our citizen has been reported by the Church as the celestial patron of the infirm and healthcare facilities around the world in 1886 and protector of nurses in 1930; Patron of the Italian Military Health in 1964. It is certainly the man of Abruzzo that more honors this noble land, not only in the 50 countries where religious are present – that are inspired by the spirituality and the charism of St. Camillus – but far beyond these borders.

For all of us – people of Abruzzo, Chieti and Bucchianico – it is not only a duty to welcome St. Camillus which someone has called “the saint of Abruzzo and the holiest man of Abruzzo”, but it is especially for each of us a tremendous honour to be next to him tonight. This is an evening of grace, a historical evening! Then let’s take this very special occasion to address a thought, a request, a prayer, and why not, a tear to the most extraordinary saint of charity towards the infirm. He came here to Bucchianico, in his native country, to listen to you, to be near you, to bless you.

St. Camillus pray for us!

Aus Anlass eines außergewöhnlichen Ereignisses wie der Rückkehr des Körpers des Hl. Kamillus von Lellis in seine Heimatstadt Bucchianico (das Programm der Feiern ist auf der Seite http://bucchianico.net/san-camillo-torna-a-bucchianico zu sehen) veröffentlichen wir die Betrachtung des Generaloberen der Diener der Kranken, P. Renato Salvatore für alle Verehrer unseres Heiligen.

DIE RÜCKKEHR DES LEIBES VON ST. KAMILLUS

NACH BUCCHIANICO

Kamillus verließ Bucchianico das letzte Mal im Frühjahr 1612. – 400 Jahre sind seitdem vergangen. Beim Abschied sagte er seinen Landsleuten: „Oh meine Heimat, erinnere dich, was ich dich gelehrt habe! Wir werden uns nicht mehr sehen, da ich nach Rom gehe, wo ich sterben werde.“

Der Hl. Kamillus hat Bucchianico immer als seinen Ort, seine Heimat angesehen. Die vielen Jahre, in denen er fern von hier gelebt hat, schadeten nicht seiner besonderen Beziehung zu diesem Ort, zu den vielen Menschen, die er kannte. Diese Erfahrung macht jeder, der in den Abruzzen geboren ist und anderswo lebt: Die Heimat, in der die Menschen leben, verbleibt im Herzen und schafft eine außergewöhnliche Faszination.

Der Hl. Kamillus reiste viel, aber seine Besuche in Bucchianico waren für ihn Momente großer Menschlichkeit und tiefer Spiritualität. Er fühlte sich in der Schuld seiner Mitbürger. Über Jahre hatte er die Straßen seiner Stadt gefüllt mit seiner von Spaß bestimmten Jugend, in der Disziplin, Schule und häusliche Aufgaben vernachlässigt wurden.

Die Gründung einer Kommunität in Bucchianico war eine Ausnahme, denn es gab dort nicht viele Kranke zu versorgen, aber Kamillus hatte es mit aller Macht gewollt. Er gab dafür eine Begründung auf dem Sterbebett. So schreibt er in seinem Testament an die Kommunität von Bucchianico am 24. Juni 1914 – 20 Tage vor seinem Tod: „Ich erkläre meinen Willen, nicht nur in den großen und mittleren Städten Kommunitäten zu gründen, sondern auch in den kleinen Orten … um den armen Seelen derer zu helfen, die in diesen Orten sterben.“

Diesen Willen des Gründers hat unser Orden immer respektiert; sowohl in der Aufrechterhaltung der Präsenz der Ordensleute in Bucchianico als auch in der Wertschätzung dieses Ordenshauses „so wertvoll und so heilig für uns, weil es von unserem Heiligen Vater Kamillus selbst in seiner Heimat gegründet wurde“ (1895) Diese Gründe haben mich bewogen, zum ersten Mal die sterblichen Überreste des Hl. Kamillus von Rom in sein geliebtes Bucchianico zu bringen. Ich bin mir sicher,dass er es gewollt hätte.

Der letzte Gruß des Hl. Kamillus an seine Landsleute – „Oh meine Heimat, erinnere dich, was ich dich gelehrt habe!“ unterstreicht seine Einsicht, dass die Bevölkerung von Bucchianico es so wenig praktizierte. Er verstand die Notwendigkeit einer ständigen Evangelisierung, für die eine Präsenz einer kamillianischen Kommunität wie geschaffen war. Tatsächlich hat er es nie versäumt bei seinen Besuchen in der Stadt, die Menschen zur Bewahrung der rechten Lehre und zur Beachtung der christlichen Gebote aufzurufen. Ein Zeuge berichtet: „Er begab sich selbst mit Talar und Stola in die Kirche, um dem Volk lange Predigten zu halten, sie zur Heiligen Beichte und zur Buße für ihre Sünden zu führen.“

Eines Tages, als er sah, dass viele seiner Landsleute auf der Straße waren statt zur Messe in die Kirche zu gehen, ging er auf sie zu und sagte: „Solange Ihr es versäumt, zur Kirche zu kommen, mich zu sehen und das Wort Gottes zu hören, habe ich beschlossen, zu euch zu kommen und euch zu finden und ein spiruitueller Gaukler für eure Seelen zu sein.“ Und seine Predigt endete so: „Wie die anderen Gaukler nach Ende ihrer Vorstellung etwas verkaufen, werde ich euch nichts verkaufen, sondern euch etwas Frommes und Gesegnetes geben.“ Und er gab jedem eine gesegnete Medaille.

Aber wir können nicht die Beziehung zwischen dem Hl. Kamillus und den Armen und Kranken vergessen, für die er in barmherziger Liebe zerfloss. Nur einige Zeugnisse von Menschen, die ihn kannten: „Pater Kamillus besuchte regelmäßig die Kranken, wenn er in Bucchianico war“, und er versuchte „die Kranken zu umarmen und für sie zu sorgen, und er tat es besonders bei jenen, die besonders krank und schmutzig waren“ (Pietro Nardelli, Giovanni Zorasca). „Er besuchte die Kranken und Sterbenden, bis sie verstorben waren und sorgte dafür, dass sie in der Gnade unseres Herrn starben, wie es überall auf der Welt bekannt und üblich ist.“ (Francesco Urbanuccio).

„Der erwähnte Pater Kamillus gab Almosen an die Armen, wenn er in dieses Land kam. Er bekleidete die Nackten und verteilte Geld und Brot. Während einer Hungersnot eilten alle Armen zu ihm, und er war stets bereit, ihnen Gutes zu tun.“ (Francis Carpuzi)

Liebe Bürger von Bucchianico, Euer geliebter Sohn der Abstammung nach und Euer Vater in der Nächstenliebe: er ist zurück, weil er euch treffen will. Ein Augenzeuge berichtet: „Pater Kamillus beklagte in einer Predigt, dass es ihm nicht möglich wäre, seine Heimat noch einmal zu sehen und die Menschen, die ihm zuhörten.“ Er hat nie seine Zuneigung zu euch verloren: Für euch alle hat er einen Segen und eine Liebkosung, besonders für jene, die krank, einsam, leidend sind. Für jeden öffnet er seine Arme und sein Herz. Chieti hat ihn 1624 zum Beschützer und Heiligen Stadtpatron ernannt und die Abruzzen verehren ihn seit 1964 als ihren himmlischen Patron bei Gott. Abruzzeser, dieser unser Mitbürger ist von der Kirche 1886 zum Patron der Kranken und Krankenhäuser auf der ganzen Welt ernannt worden und 1930 zum Schutzherrn der Pflegenden und 1964 zum Patron der Italienischen italienischen Heeressanität. Es ist gewiss, dass dieser Mann aus den Abruzzen sein nobles Land ehrt, nicht nur in den 50 Ländern weltweit, in denen unsere Ordensleute präsent sind – die inspiriert sind von der Spiritualität und dem Charisma des Hl. Kamillus – sondern weit über diese Grenzen hinaus.

Für uns alle – Leute aus den Abruzzen, aus Chieti und Bucchianico – ist es nicht nur eine Pflicht, St. Kamillus willkommen zu heißen, den jemand „den Heiligen der Abruzzen und den heiligsten Mann der Abruzzen“ genannt hat. Es ist besonders für uns eine besondere Ehre, heute Nacht hier bei ihm zu sein. Es ist ein Abend der Gnade – ein geschichtlicher Abend! Lasst uns die besondere Gelegenheit ergreifen, einen Gedanken zu fassen, eine Bitte zu äußern, ein Gebet zu sprechen, und – warum nicht – eine Träne zu vergießen vor diesem außergewöhnlichen Heiligen der Liebe zu den Kranken. Er kam hierher nach Bucchianico, in seine Heimat, um euch zu hören, um bei euch zu sein, um euch zu segnen.

Heiliger Kamillus, bitte für uns!En ocasion de un evento extraordinario como el retorno del cuerpo de San Camilo de Lelis a Bucchianico, su ciudad natal (el programa completo de las celebraciones está en la página http://bucchianico.net/san-camillo-torna-a-bucchianico), publicamos la meditación del Superior General de los Ministros de los Enfermos, P. Renato Salvatore, para todos los devotos de Nuestro Santo.

RETORNO A BUCCHIANICO

DEL CUERPO DE SAN CAMILO

S. Camilo dejó Bucchianico por la última vez en la primavera de 1612: 400 años han pasado. A partir dijo a sus compatriotas: “Patria mía, recuerda lo que te enseñé! No vamos a vernos jamás porque voy a Roma en donde voy a morir”.

San Camilo siempre ha considerado Bucchianico su casa, su país. Los muchos años en que vivía lejos de aquí de ninguna manera rascaron su apego especial a estos lugares, a la mucha gente conocida por él. Esta es la experiencia que hoy en día viven todos los que nacieron en Abruzzo pero siguen viviendo en otro lugar: la patria, así como las personas allí presentes quedan grabadas en los corazones y despiertan una fascinación extraordinaria.

San Camilo viajaba mucho, pero las visitas a Bucchianico representaban para él momentos de gran humanidad y profunda espiritualidad. Sentía de estar en deuda con sus conciudadanos. Durante años había llenado las calles de este pueblo con su presencia exuberante de joven adicto a la diversión, le molestaban la disciplina, los deberes escolares y familiares.

La fundación de una comunidad en Bucchianico fue una excepción porque aquí no había muchos enfermos que atender, pero San Camilo lo ha anhelado fuertemente. También le dio una justificación de su lecho de muerte. Así escribe en la carta enviada a la comunidad de Bucchianico el 24 de junio 1614, veinte días antes de su muerte: “Yo declaro mi voluntad para que no sólo se funde en las ciudades grandes y medianas, sino también en los lugares pequeños … para ayudar a esas pobres almas que mueren en esos lugares”.

Esta voluntad del Fundador siempre ha sido respetado por nuestra Orden tanto en el mantenimiento de la presencia de los religiosos en Bucchianico come considerando esta casa religiosa “tan querida y tan sagrada para nosotros, ya que fue fundado por el mismo N. S. P. Camilo en su país natal”(1895). Estas razones me han movido a tomar la primera salida de Roma de los restos mortales de San Camilo sucediera para regresar a su amada Bucchianico. Estoy seguro de que él quisiera esto.

El último saludo de San Camilo a sus conciudadanos – “Patria mía, recuerda lo que te enseñé! – evidencia su preocupación por la población de Bucchianico en aquellos días poco practicante. Comprendió la necesidad de un trabajo permanente de evangelización para que bien convenía la presencia de una comunidad Camiliana. De hecho, él nunca perdió una oportunidad, en sus visitas a este pueblo, para traer gente a la verdadera doctrina y la observancia de los preceptos cristianos. Un testigo cuenta: “Se ponía en la iglesia con su sobrepelliz y estola para hacer largos sermones a la gente, convirtiendo a muchos de ellos a la penitencia santa y contrición por los pecados.

Un día, al ver que muchos de sus conciudadanos se quedaban en las calles en lugar de ir a la iglesia para la misa, vino entre ellos y dijo: “Mientras ustedes no quieren venir a la iglesia para verme y escuchar la palabra de Dios, he decidido de venir yo a encontrarles, y a ser un acróbata espiritual para sus almas.” Y así terminó su predicación: “Como los otros acróbatas para poner fin a sus rumores venden cualquier cosa, así yo, en conclusión, no voy a vender, sino a darles algo devoto y bendito.” Y les dio a cada uno una medalla bendecida.

Pero no podemos olvidar la relación de San Camilo con los pobres y los enfermos que veía aquí en Bucchianico, para los cuales se fundía en amor misericordioso. Sólo algunos testimonios de personas que le conocieron. “El Padre Camilo habitualmente iba de visita a los enfermos cuando estaba en Bucchianico” y solía “abrazar a los enfermos y acariciarles y eso lo hizo a los más afectados por la enfermedad y los más sucios” (Pedro Nardelli, Giovanni Zorasca) . “Él iba a visitar a los enfermos y moribundos hasta que fueran muertos y disponiendo que murieran en la gracia de nuestro Señor, como es conocido y público en esta tierra”. (Francesco Urbanuccio)

“El dicho padre Camilo iba a dar limosna a los pobres viajando por esta tierra. Vestía a los desnudos, y también distribuía dinero y pan. Debido a que era una época de hambruna los pobres se apresuraban a él, y él siempre estaba dispuesto a hacerles caridad “(Francisco Carpuzi).

Estimados ciudadanos de Bucchianico, aquí tenéis a vuestro amado hijo en la carne y vuestro padre en la caridad: está de vuelta porque quiere reunirse con vosotros. Cuenta un testigo ocular: “Padre Camilo, durante un sermón se quejaba de no poder ver a su patria y aquel pueblo que le escuchaba.” Ese afecto hacia vosotros nunca lo ha perdido: para todos vosotros tiene una bendición y una caricia, sobre todo para aquellos que están enfermos, solos y que sufren: para todo el mundo abre sus brazos y su corazón. Chieti le ha proclamado Protector y Patrono de la ciudad desde 1624 y la Región de Abruzzo le honora como el Patrón Celestial ante Dios desde el año 1964. Gente de Abruzzo, este nuestro conciudadano ha sido reportado por la Iglesia como el patrono de los enfermos y de los establecimientos de salud en todo el mundo en 1886 y protector de los enfermeros en 1930; Patrón de la Sanidad Militar italiana en 1964. Es sin duda el que más honra a Abruzzi, a esta noble tierra, no sólo en los 50 países donde hay religiosos y religiosas – que se inspiran en la espiritualidad y el carisma de San Camilo – sino mucho más allá de estos límites.

Para todos nosotros – gente de Abruzos, Chieti y Bucchianico – no sólo es un deber acoger a San Camilo que algunos han llamado “el santo de los Abruzos y el hombre de Abruzos más santo”, pero sobre todo para cada uno de nosotros un gran honor estar al lado de él esta noche. Esta es una noche de gracia, una noche histórica! Entonces aprovechamos esta ocasión muy especial para enviar un pensamiento, una petición, una oración, y ¿por qué no?, una lágrima al más extraordinario santo de la caridad hacia los enfermos. Él vino aquí a Bucchianico, en su país natal, para escucharos, para estar cerca de vosotros, para bendeciros.

San Camilo, ¡reza para nosotros!

Por ocasião de um evento extraordinário como a volta do corpo de São Camilo de Lellis a Bucchianico, sua cidade natal (o programa completo das comemorações pode ser consultado na página http://bucchianico.net/san-camillo-torna-a-bucchianico), publicamos a meditação do Superior-Geral dos Ministros dos Enfermos, Pe. Renato Salvatore, a todos os devotos do nosso santo.

REGRESSO A BUCCHIANICO DO CORPO DE SÃO CAMILO

S. Camilo deixou Bucchianico, pela última vez, na primavera de 1612. Já passaram 400 anos. Ao partir, ele disse a seus concidadãos: “Pátria minha, não esqueças o que te ensinei! Não nos veremos mais porque vou a Roma, onde morrerei”.

São Camilo sempre considerou Bucchianico a sua pátria, o seu país. Os muitos anos vividos longe daqui não diminuíram em nada seu especial apego a estes lugares e a tantas pessoas que conheceu. Esta é a experiência que ainda hoje fazem todos aqueles que nasceram em Abruzzo e vivem fora: a terra de origem, assim como seus habitantes, permanecem marcados no coração e suscitam um fascínio extraordinário.

São Camilo viajava muito, mas as visitas a Bucchianico eram momentos de grande humildade e de profunda espiritualidade para nosso santo. Tinha a sensação de ter uma dívida com seus concidadãos. Por anos, havia percorrido as estradas de sua cidade com sua presença exuberante de jovem inteiramente dedicado ao divertimento, que mal suportava a disciplina e os deveres escolares e familiares.

A fundação de uma comunidade em Bucchianico foi uma exceção, posto que aqui não havia muitos doentes necessitados de assistência, mas São Camilo desejou fortemente esta realização e a explicou também no leito de morte. Assim escreve, na carta-testamento enviada à comunidade de Bucchianico em 24 de junho de 1614, vinte dias antes de morrer: “Declaro também a minha vontade de que não sejam feitas fundações somente nas cidades grandes e médias, mas também nos lugares pequenos… para ajudar as pobres almas que morrem nesses lugares”.

Esta vontade do fundador sempre foi respeitada por nossa Ordem, seja mantendo a presença de religiosos em Bucchianico, ou considerando esta casa religiosa “tão querida e sagrada para nós, porque foi fundada pelo próprio N.S.P. Camilo na sua pátria natal” (1895). Estes motivos levaram-me a decidir que a primeira saída, de Roma, dos restos mortais de São Camilo, fosse para voltar à sua amada Bucchianico. Tenho certeza que ele teria desejado que assim fosse.

A saudação final de São Camilo a seus conterrâneos (“Pátria minha, não esqueças o que te ensinei!…”) evidencia sua preocupação pelos habitantes de Bucchianico, então pouco praticantes. Ele entendeu a necessidade de um trabalho de evangelização permanente para o qual seria útil a presença de uma comunidade camiliana. De fato, ele não perdia ocasião, em suas visitas à cidade natal, para recordar às pessoas a verdadeira doutrina e observação dos preceitos cristãos. Uma testemunha revelou que São Camilo “entrava na igreja com sobrepeliz e estola para fazer longos sermões àquele povo, convertendo muitos deles à santa penitência e a contrição dos pecados”.

Um certo dia, percebendo que muitos de seus conterrâneos ficavam na praça, em lugar de entrar na igreja para a missa, foi até eles e disse: “Já que não querem vir à igreja para me encontrar e escutar a palavra de Deus, eu decidi vir até vocês, e ser um saltimbanco espiritual para as suas almas”. E assim concluiu a sua homilia: “Como os outros saltimbancos, no final do falatório, vendem qualquer coisa, assim eu, terminando, não quero vender e sim presentear-lhes uma coisa devota e abençoada”. E entregou a cada um deles uma medalha benta.

Contudo, não podemos esquecer o relacionamento de São Camilo com os pobres e doentes que encontrava aqui em Bucchianico, para eles se desfazia em amor misericordioso. Recordemos alguns testemunhos de pessoas que o conheceram. “O Pe. Camilo sempre que vinha a Bucchianico ia visitar os doentes” e costumava “abraçar os enfermos e acariciá-los, e assim o fazia com os que estavam em estado mais grave e com os mais sujos” (Pietro Nardelli; Giovanni Zorasca). “Ia visitar os doentes e moribundos até o momento da morte, procurando que morressem em graça de nosso Senhor, como todos sabem nesta terra” (Francesco Urbanuccio). “O Pe. Camilo dava esmolas ao pobres, caminhando por esta terra. E vestia os nus e distribuía também dinheiro e pão. Como era tempo de carestia, todos os pobres o procuravam e ele estava sempre disposto a ajudá-los com a caridade” (Francesco Carpuzi).

Prezados bucchianiquenses, eis o seu amado filho na carne e o seu pai na caridade: ele voltou porque deseja encontrá-los! Assim narra uma testemunha ocular: “Padre Camilo, durante uma homilia, sentia a dor de não poder mais rever sua pátria e aquele povo que o escutava”. Ele nunca perdeu este afeto por todos vós e para todos reserva uma bênção e um carinho, de modo particular para com os enfermos, solitários e sofredores. A todos abre seus braços e seu coração.

Chieti o proclamou Protetor e Padroeiro da cidade desde 1624, e a Região Abruzzo honra-o como Patrono celeste junto a Deus, desde 1964. Povo de Abruzzo, este nosso cidadão foi indicado pela Igreja, em 1886, como celeste padroeiro dos enfermos e das estruturas de saúde em todo o mundo; como protetor dos enfermeiros, em 1930; além de Patrono da Sanidade Militar Italiana, em 1964. Com certeza, é o abruzzense que mais honra esta nobre terra, não só nas 50 nações onde estão presentes religiosos e religiosas – que se inspiram na espiritualidade e no carisma de São Camilo – mas muito além destes confins.

Para todos nós – abruzzenses, chietinos e bucchianiquenses – não é somente um dever acolher São Camilo, que alguém definiu “o santo dos abruzzenses e o abruzzense mais santo”, mas é sobretudo para cada um de nós uma imensa honra estar esta noite ao seu lado. Esta é uma noite de graças, uma noite histórica! Agora, aproveitemos esta ocasião única para dirigir um pensamento, um pedido, uma oração e, porque não, uma lágrima ao mais extraordinário santo da caridade aos enfermos. Ele veio aqui, a Bucchianico, sua cidade natal, para escutá-los, estar próximo e abençoá-los.

São Camilo, rogai por nós!

A l’occasion d’un événement extraordinaire tel que le retour du corps de saint Camille à Bucchianico, sa ville natale (tout le programme des célébrations est visible sur la page: http://bucchianico.net/san-camillo-torna-a-bucchianico) nous publions la méditation du Supérieur Général des Serviteurs des Malades, pour tous ceux qui ont une dévotion pour notre Saint.

RETOUR A BUCCHIANICO

DU CORPS DE SAINT CAMILLE

Saint Camille a quitté Bucchianico pour la dernière fois au printemps 1612 ; quatre cents ans se sont écoulés. En partant, il dit à ses concitoyens : “O ma patrie, souviens-toi de ce que je t’ai enseigné ! Nous ne nous reverrons plus car je pars pour Rome où je vais mourir.”

Saint Camille a toujours considéré Bucchianico comme sa patrie, son pays. Tant d’années vécues loin d’ici n’ont pas entamé, pour le moins, son attachement spécial à ces lieux, et à tant de personnes qu’il connaissait. Ceci est bien l’expérience que vivent, encore aujourd’hui, tous ceux qui sont nés dans les Abruzzes et qui vivent ailleurs : la terre d’origine et les personnes qui y sont présentes restent inscrites dans leur coeur et sucitent une fascination extraordinaire.

Saint Camille voyageait beaucoup mais les visites à Bucchianico représentaient pour lui des moments de grande humanité et de profonde spiritualité. Il se sentait en dette avec ses concitoyens.

Pendant des années, il avait rempli les rues de ce pays de sa présence exubérante, celle d’un jeune entièrement dédié au divertissement, qui supportait mal la discipline, les devoirs scolaires et la famille.

La fondation d’une communauté à Bucchianico a été une exception car il n’y avait pas beaucoup de malades à assister ici mais Camille l’a fortement désirée. Il en donnait encore une justification sur son lit de mort. C’est ainsi qu’il a écrit dans sa Lettre-Testament, envoyée à la communauté de Bucchianico, le 24 juin 1614, vingt jours avant sa mort : “Je déclare faire mienne la volonté que non seulement on fonde dans les grandes et les moyennes villes, mais aussi en des lieux plus petits… pour venir en aide à ces âmes pauvres qui meurent en ces lieux.”

Cette volonté du Fondateur a toujours été respectée dans notre Ordre, tant en maintenant la présence de religieux à Bucchianico qu’en considérant cette maison religieuse “si chère et si sacrée pour nous puisqu’elle a été fondée par notre saint Père Camille lui-même, dans sa patrie natale.” (1895) Ce sont les raisons qui m’ont poussé à faire en sorte que la première sortie hors de Rome des restes mortels de saint Camille soit pour retourner dans son pays bien-aimé, Bucchianico. Je suis sûr que c’est ce qu’il aurait voulu.

Le dernier salut de Camille à ses concitoyens : “O ma patrie ! Souviens-toi de ce que je t’ai enseigné !” souligne bien sa préoccupation pour la population de Bucchianico, alors peu praticante. Il a compris la nécessité d’une oeuvre permanente d’évangélisation pour laquelle une communauté camillienne convenait bien. En fait, lui-même, ne manquait pas l’occasion, lors de ses visites dans ce pays, de rappeler aux personnes la vraie doctrine et l’observance des préceptes chrétiens. Un témoin raconte : “Il se mettait dans l’église, en surplis et avec son étole, et faisait de très longs sermons à ce peuple, convertissant beaucoup d’entre eux à la sainte pénitence et à la contrition des péchés.

Un jour, voyant que beaucoup de ses concitoyens restaient sur la place plutôt que d’entrer dans l’église pour la messe, il alla parmi eux et dit : “Puisque vous ne voulez pas entrer dans l’église pour me trouver et écouter la Parole de Dieu, j’ai décidé que ce serait moi qui irais vous trouver et faire le saltimbanque spirituel pour vos âmes.” Et il termina ainsi sa prédication : “Les autres saltimbanques, à la fin de leurs racontars, vendent quelque chose, et bien moi, je ne veux pas vous vendre mais vous donner quelque chose de pieux et de béni.” Et il donna à chacun d’eux une médaille bénie.

Mais nous ne pouvons pas ne pas rappeler le rapport de saint Camille avec les pauvres et les malades qu’il rencontrait ici et envers qui il brûlait d’amour miséricordieux. Voici quelques témoignages de personnes qui l’ont connu : “Le Père Camille, ordinairement, quand il se trouvait à Bucchianico, allait visiter les malades.” et il avait l’habitude d'”embrasser les malades et de leur faire des caresses, et cela il le faisait à ceux qui étaient le plus gravement atteints et les plus sales.”

(Pietro Nardelli, Giovanni Zorasca). “Il allait visiter les mourants, afin qu’ils ne soient pas morts sans avoir reçu la grâce du Seigneur. C’est connu publiquement dans le pays.” (Urbano Urbanuccio)

“Le dit Père Camille faisait l’aumône aux pauvres en parcourant le pays. Il vétissait les personnes nues et donnait de l’argent et du pain. C’était un temps de famine et tous les pauvres accouraient vers lui, et lui était toujours prêt à leur faire la charité.” (Francesco Carpuzi).

Très chers habitants de Bucchianico : voici votre fils bien aimé et votre père dans la charité : il est revenu car il désire vous rencontrer. Un témoin oculaire raconte : “Au cours d’une homélie, le Père Camille regrettait de ne plus pouvoir revoir son pays et ce peuple qui l’écoutait.” Cette affection envers vous, il ne l’a jamais perdue : il a une bénédiction et une caresse par vous tous, en particulier pour celui qui est malade, seul, souffrant. A tous, il ouvre son coeur et ses bras.

Chieti l’a proclamé Protecteur et Patron de la ville, depuis 1624, et la Région des Abruzzes l’honore comme patron céleste auprès de Dieu, depuis 1964. Gens des Abruzzes, notre concitoyen, a été déclaré par l’Eglise patron céleste des malades et des structures sanitaires pour le monde entier, en 1886, et patron des infirmiers en 1930 ; patron de la Santé Militaire en 1964. Il est certainement l’habitant des Abruzzes qui rend le plus honneur à cette noble terre, pas seulement dans les 50 nations où des religieux et des religieuses sont présents – et qui s’inspirent de la spiritualité et du charisme de saint Camille – mais bien au-delà de ces frontières.

Pour nous tous – habitants des Abruzzes, de Chieti et de Bucchianico – ce n’est pas seulement un devoir d’accueillir saint Camille que quelqu’un a défini comme le “le saint des habitants des Abruzzes et l’habitant des Abruzzes le plus saint”, mais c’est surtout, pour chacun de nous un immense honneur d’être ce soir à côté de lui. C’est une soirée de grâce, une soirée historique !

Alors, profitons de cette soirée très spéciale pour adresser une pensée, une demande, une prière et pourquoi pas une larme au plus extraordinaire saint de la charité envers les malades. Il est venu ici, à Bucchianico, dans son pays natal, pour vous écouter, pour se faire proche de vous et pour vous bénir.

Saint Camille, prie pour nous !