Terzo giorno dell’incontro dei Superiori Maggiori

dGALLERIA FOTOGRAFICA

La terza giornata del raduno inizia con la preghiera del mattino e la celebrazione eucaristica presieduta da p. Laurent Zoungrana, Vicario generale dell’Ordine e religioso di origine burkinabè, espressione con la sua stessa storia vocazionale degli inizi della cinquantennale presenza camilliana in questa nazione africana.

Laurent nella preghiera iniziale ringrazia il Signore per il dono del carisma dato all’Ordine Camilliano; per i Camilliani che per la seconda volta celebrano il raduno annuale dei Superiori maggiori in Burkina Faso; per i primi missionari camilliani che hanno espanso e testimoniato il carisma di misericordia in America (a cominciare dal Perù), in Asia (con l’opera di p. Antonio Crotti), in Africa (con p. Stanislao Carcereri per primo sulle orme del beato Daniele Comboni e a seguire con l’arrivo dei camilliani della Provincia Romana).

La mattina ed il pomeriggio di questo terzo giorno di incontro (moderatore p. Laurent Zoungrana) sono stati dedicati alla discussione tra i Superiori maggiori, suddivisi per “blocchi continentali” (Europa, Africa, Asia, Americhe).

Oggetto delle riflessioni per gruppi: la possibilità della collaborazione inter-provinciale, a partire dal Progetto Camilliano; le sfide/futuro per il Continente di appartenenza; collaborazione a livello ministeriale e formativo; per le Province europee si chiede di focalizzarsi sulla prospettiva della propria sussistenza (fusione, unione, amalgamazione, soppressione, passaggio a Delegazione di …) e si chiede di trattenere queste riflessioni per svilupparle anche nei rispettivi Capitoli Provinciali; “Questione della diaspora dei Religiosi tra provincie diverse”. Nelle proposte si invita ad essere pratici e realisti, che tengano conto della realtà ed attualità in cui si vive, con le sue luci e le sue ombre.

Continente EUROPEO

Senza troppi preamboli, è evidente che le province europee stanno calando nel numero dei loro religiosi, tranne la provincia polacca. Molti istituti religiosi hanno iniziato un processo di accorpamento, di fusione, di amalgamazione.

Tuttavia l’invecchiamento dei religiosi non è il solo aspetto da considerare, per pensare ad una eventuale fusione-unione tra province. Ci sono anche altri criteri da tenere in considerazione: la lingua, l’uso e la destinazione dei nostri beni materiali, la ri-articolazione della presenza carismatica nei paesi d’origine. Inoltre è necessario anche domandarsi chi prende l’iniziativa nel processo di unione, chi cura la regia della dinamica di fusione.

Attualmente alcune province europee hanno fatto la scelta di rinforzare gli accordi con altre realtà dell’Ordine più giovani e dinamiche: offrire cultura, formazione, storia, in cambio di gioventù, entusiasmo … e anche qualche problema!

È necessaria una governance da partire del Governo generale, che garantisca delle linee guida che possano gestire l’unione, superando il provincialismo, non accontentarsi di essere solo spettatori di una gestione autoreferenziale dei singoli attori, affrontando anche le inevitabili tensioni che possono insorgere.

25a62b4d-0949-4e49-acc3-45f4247141c2In prospettiva presente e futura, si chiede di insistere nella qualificazione della formazione in comune: studiare, vivere, crescere insieme, aiuta la conoscenza reciproca nella diversità che si può spendere in un futuro di unità; aiuta a migliorare il senso di appartenenza all’Ordine, superando il regionalismo

Leocir Pessini, Superiore generale, propone che i prossimi Capitoli Provinciali, già nel 2017, nelle Province in Europa tematizzino in modo specifico la questione del loro futuro: sarebbe l’opportunità di offrire nuove criteriologie.

In Europa, il senso di appartenenza ad una realtà provinciale è sempre stato un grande valore, di motivazione nel nostro impegno, quasi di identificazione personale. Questo fino a qualche anno fa è stato un punto di forza: ora sta diventando un cappio che ci imprigiona, ci rende meno liberi nelle nostre scelte. Spesso ci sono delle emozioni e delle paure, a volte irrazionali … Non è buono nasconderle, ma esplicitarle può aiutare a convertirle o esserne meno succubi.

Fino ad oggi, la fusione tra province in Europa non ha riscosso grande successo: diversità di lingua, tensioni culturali, questioni storiche.

Molto più consistente è il consenso verso un progetto di unirsi a realtà extra-europee, giovani ma dinamiche, cercando di creare sinergie in Europa con l’iniezione di nuove risorse dal contesto extra-europeo.

Questione della diaspora dei religiosi: i numeri dei religiosi inviati in Europa da altre realtà continentali sono tali che non è più possibile ridurre questo fenomeno a qualcosa di estemporaneo, ma sta diventando uno stile sistematico che garantisce l’operatività stessa di alcune Province. Come tale si avverte il bisogno di regolamentare questa presenza (fornendo delle Linee Guida), che progressivamente assumeranno il profilo di comunità etniche all’estero, con una certa autonomia, rispetto alla stessa realtà camilliana presente nel territorio.

Continente ASIATICO

Non ci sono problemi di soppressione di Province ma piuttosto ci sono vari progetti di cooperazione tra le diverse realtà provinciali, soprattutto nell’area della formazione (periodo di noviziato, formazione in filosofia e teologia, per esperienze di ministero). Si è discusso dell’invio di religiosi in missione da una provincia all’altra.

Proposte e/o iniziative concrete: aprire in Asia una casa comune per dei candidati alla missione in India, Filippine e Indonesia; iniziare una missione in Cambogia; riguardo alla missione in Cina si propone di esplorare le reali possibilità per riaprire la missione in questo grande continente; invito ai Superiori maggiori dell’Ordine ad inviare dei religiosi e dei studenti nei Centri di Pastorale di Filippine ed India, che offrono eccellenti corsi di CPE e di formazione in pastorale sanitaria; incentivare la collaborazione con CADIS, rendendo disponibile almeno un religioso per prepararsi per tale scopo, per ogni provincia.

Breve up-date sulla missione in Indonesia: è una terra molto promettente a livello vocazionale; ci sono molti candidati già in noviziato; altri stanno studiando filosofia e teologia. Si intravvede un grande futuro per l’esperienza camilliana in questa terra, in particolare nell’isola di Flores.

Continente AMERICANO

Ci sono molti elementi comuni tra i camilliani – soprattutto nell’America del Sud – che possono garantire percorsi di sempre maggiore unità e collaborazione (i camilliani sono presente in America da oltre 300 anni).

Da circa vent’anni ci sono incontri comuni dei formatori e delle formatrici camilliani e camilliane; ci sono incontri annuali tra tutti i Superiori maggiori, tra tutti i responsabili dei Centri di formazione camilliani; trai responsabili della pastorale (cappellani).

A livello progettuale continua lo studio di fattibilità per un unico noviziato per tutto il continente, da realizzare in Brasile, con un unico progetto formativo, con una sinergia sempre maggiore tra i formatori.

Per i prossimi anni si propone anche un incontro unitario di tutti i membri della FCL in America; di tutti gli economi; dei responsabili della comunicazione e degli archivi per raccogliere i dati storici di una presenza camilliana molto significativa che merita di essere conosciuta e condivisa.

Continente AFRICANO

In Africa occidentale c’è già una forma molto stretta di collaborazione soprattutto a livello formativo. Questo sinergia è più difficile nelle realtà camilliane dell’Africa orientale (Kenya, Uganda, Tanzania). La delegazione del Kenya, in particolare, dovrebbe assumere un’iniziativa forte in questo processo di maggiore collaborazione ed unità.

È importante dedicare risorse per lo studio delle lingue che può aiutare a creare conoscenza e collaborazione. È sempre più necessario tornare ad una cultura dell’internazionalità, della gratuità e soprattutto del senso della missione.

Si vede la necessità di purificare le motivazioni per cui i religiosi sono scelti e poi inviati in ‘missione’ (sia da parte dei superiori che inviano, sia da parte dei singoli religiosi che sono inviati). Si conviene sulla necessità di definire una convenzione chiara con i religiosi che vengono inviati in missione e con le Provincie che li accolgono: obiettivi, tempistiche, remunerazione.

Viene richiamata nuovamente la responsabilità della consulta generale affinché orienti questi cambio epocale tra le diverse aree camilliane del mondo, soprattutto il flusso di religiosi ‘giovani e dinamici’ dall’Africa verso l’Europa: che tipo di presenza camilliana e di significato vogliamo ancora garantire per il prossimo futuro?

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva