Coronavirus: un decalogo per la rinascita dell’umanità

SCONQUASSO CORONAVIRUS: UN DECALOGO PER LA RINASCITA DELL’UMANITA’

di p. arnaldo pangrazzi m.i.

Un ospite piccolissimo chiamato Covid -19 è entrato nelle nostre case, si è impossessato delle nostre strade, ha denudato le grandi metropoli, ha spogliato i teatri e gli stadi, ha messo in ginocchio le imprese, ha svuotato le chiese, ha riscritto le geometrie sociali e comportamentali.

Il coronavirus ha impedito alla gente di lavorare, ai bambini di giocare nei parchi, ai giovani di ritrovarsi con gli amici, ai maestri di incontrare i loro alunni, agli anziani e ai disabili di ricevere la visita dei volontari, agli innamorati di sposarsi, ai morenti di dire addio ai propri cari, ai deceduti di ricevere una degna sepoltura.

La sua devastante presenza ha costretto i governi del mondo a correre ai ripari, emanando decreti per limitare il contagio, ha impegnato medici e infermieri a sottoporsi a turni di servizio massacranti, le forze dell’ordine a vigilare e multare chi viola le disposizioni, i sacerdoti a benedire dai tetti i fedeli, le imprese a chiudere i battenti, i ristoranti e le pizzerie a interrompere i servizi, la popolazione a rinunciare al piacere di attività ricreative, culturali e sociali,  gli anziani  a concludere prematuramente il loro pellegrinaggio terreno in residenze trasformate in  gabbie di morte.

Nella sua corsa senza barriere e confini il Covid-19 ha spazzato via certezze, sconvolto abitudini e stili di vita, privato delle libertà individuali e dei diritti sociali, accresciuto l’intimità e la conflittualità famigliare, mortificato le espressioni comunitarie della fede,  umiliato l’orgoglio della scienza, penalizzato la forza della produttività, paralizzato le agenzie di viaggio, soffocato la progettualità umana.

Gli ospedali, le farmacie e i supermercati sono diventati i nuovi centri dell’umanità; le mascherine, le tute, i guanti e i ventilatori i prodotti più ricercati e redditizi dell’industria.

Il coronavirus che aleggia ovunque e ha prodotto un lungo coprifuoco internazionale, è un arbitro che manda avvisi, un’università che impartisce insegnamenti, un campo disseminato di preziosi semi di verità da far fruttificare per disegnare la nascita di una nuova umanità.

In qualche modo lo tsunami si è trasformato in un benefattore mascherato, in uno strumento di rivoluzione per una nuova scala di valori dove la scienza si coniuga con la coscienza e l’”io” dà maggior spazio al “noi” in vista di un rinnovato modo di essere e di comportarsi.

Il Kairos per una rinascita umana e globale

         Da questo tempo traumatico che ha scosso il mondo, da questa doccia fredda che ha congelato la storia, da questo inaspettato battesimo di sangue l’umanità può uscire rinnovata, convertita, trasformata.

E’ di fondamentale importanza cogliere il kairos, cioè il momento opportuno, le potenzialità nascoste all’ombra della catastrofe subìta, sapendo intuire le promesse latenti in questa gravidanza inaspettata, affinché dal travagliato parto cesareo venga alla luce una sapienza personale e collettiva per l’agenda di domani.

Ora il passato, così com’era, non è più nostro né sarà più lo stesso; il futuro permane incerto, ma la sua forma e contenuto dipenderà dalle lezioni apprese dalla visita di questo insegnante rigoroso ed esigente chiamato Covid-19.

Il compito dell’apprendimento spetta ai vari tessuti sociali: da quello personale al familiare, dallo scolastico al lavorativo, dal sanitario al religioso, dal comunitario al nazionale, dal continentale al globale.   Ognuno, attraverso il proprio impegno, responsabilità e collaborazione contribuisce a riscrivere il viaggio verso il domani.

Un decalogo per umanizzare l’umanità

Il kairos sfida a lasciare le sicurezze del passato per una rinascita plasmata dalla sensibilità, saggezza e spiritualità maturati; ognuno è architetto e protagonista nella gestazione del futuro.

Vorrei racchiudere in un decalogo i sentieri da percorrere: una specie di viaggio pasquale dalla tomba alla luce, dalla morte alla risurrezione, dall’uomo vecchio all’uomo nuovo.

Il decalogo intende “decifrare i segni dei tempi”, cogliere la chiamata alla conversione e alla trasformazione per ricostruire la casa comune dell’avvenire.

Questi dieci percorsi li presento nella loro essenzialità, “nudi e crudi”, lasciando ad ognuno il compito di svilupparne le implicazioni, le testimonianze e i risvolti attraverso esempi o radiografie personali e sociali.

Dieci percorsi dall’oscurità alla luce: 

  • dall’onnipotenza alla fragilità
  • dall’autoreferenzialità alla solidarietà
  • dalle certezze alla provvisorietà
  • dall’arroganza all’umiltà
  • dalla libertà alla disciplina
  • dall’assembramento all’isolamento
  • dalle comodità al sacrificio
  • dalle abitudini alla creatività
  • dal materialismo alla spiritualità
  • dalla paura alla speranza.

Artefici del nostro futuro

La rivoluzione in corso ci ha piegati ma non spezzati, turbati ma non affranti, confinati ma non annullati. La creatività ci sta aiutando a gestire i limiti, l’umorismo ad alleggerire la tensione, l’amore a superare i contrasti, la speranza a superare i disagi, la fede a credere nel futuro.

Siamo ostetrici del nostro futuro, artisti del nostro destino.

Viviamo un tempo favorevole, un’occasione d’oro per umanizzare l’umanità, affinare il nostro cuore, educare la nostra mente, nutrire il nostro spirito in vista dei tempi nuovi partoriti dalla tempesta attraversata.

Il sonno dell’attività ha offerto un’occasione preziosa per ricarburare la nostra interiorità e rendere feconda l’attesa; l’esperienza prolungata di isolamento è stata occasione per riflettere sulla caducità, sulla condivisione dei beni e delle fragilità, sul nostro rapporto con il trascendente e con il creato.

Man mano che si diraderà la nebbia e si ritornerà alla normalità, ogni persona cercherà di cicatrizzare gradualmente le proprie ferite, ricucire i rapporti, ritornare nei parchi, salutare la libertà.  Quanto accaduto può aver purificato il nostro sguardo sulle cose, rafforzato i nostri vincoli, bonificato le nostre anime.

Ognuno è chiamato a fare da padrino al battesimo di un nuovo spirito di fratellanza, diventando un trasportatore di speranza, un vivaio di accresciuta umanità in vista del mondo che verrà.