Nel cuore della Giornata Mondiale dei Poveri, Papa Leone XIV ci invita a contemplare la speranza che nasce nella prova. Il Salmista, pur oppresso da angosce e sventure, proclama con fiducia: «In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso» (Sal 71,1). È una speranza che non si fonda su sicurezze materiali, ma sulla roccia dell’amore di Dio, riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (Rm 5,5).
Questa speranza, fragile e potente, trova nei poveri i suoi testimoni più autentici. Essi vivono nella precarietà, spesso vittime di ingiustizie e dimenticanze, ma capaci di affidarsi a Dio con una fede che illumina. È proprio in questa luce che il carisma camilliano si fa carne e presenza: essere segno dell’amore misericordioso di Cristo verso i malati, i sofferenti, gli emarginati, là dove la povertà si intreccia con la malattia, la solitudine e la mancanza di dignità.
I Camilliani, seguendo le orme di San Camillo de Lellis, riconoscono nei poveri e nei malati il volto stesso di Cristo. Il nostro ministero non è solo assistenza, ma compassione incarnata, che si fa prossimità, ascolto, cura integrale. Come ricorda il Papa, «la più grave povertà è non conoscere Dio» — e proprio per questo, ogni gesto camilliano è anche annuncio: la Parola, i Sacramenti, la benedizione, la presenza spirituale sono parte essenziale della nostra missione.
Nei corridoi degli ospedali, nelle case di accoglienza, nei centri di ascolto, nelle missioni internazionali, la speranza cristiana si fa àncora: non promessa astratta, ma certezza che Dio è presente, che la sofferenza non è l’ultima parola, che la carità trasforma il mondo.
Papa Leone XIV ci esorta a non rassegnarci di fronte alle nuove ondate di impoverimento. I poveri non sono oggetti della pastorale, ma soggetti creativi, che ci provocano a trovare nuove forme per vivere il Vangelo. In questo, il cammino camilliano è già ricco di segni: case-famiglia e comunità terapeutiche, mense e dormitori per i senza dimora, progetti sanitari nei Paesi più fragili, formazione spirituale e umana per operatori e volontari.
Ogni iniziativa è un seme di speranza, un gesto di giustizia, una risposta concreta alla chiamata evangelica: «Tutta la tua speranza sia Dio: sentiti bisognoso di Lui, per essere da Lui ricolmato» (Sant’Agostino).
In questo Anno Giubilare, la Giornata dei Poveri ci ricorda che la speranza cristiana è una responsabilità sociale. Il carisma camilliano, radicato nella carità e nella fede, ci chiama a essere servitori della speranza, là dove il mondo è ferito.

