Raduno dei Superiori maggiori – Saluto inaugurale del Superiore generale

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Incontro del superiore generale, dei consultori e  dei superiori maggiori dell’Ordine camilliano

Alcune note introduttive di religioni etiche, socio-culturali, storiche e asiatiche provenienti dalla Cina

         Taiwan-Lotung, 18-22 giugno 2018

 

di p. Leocir Pessini

Superiore generale

Cari confratelli camilliani,

salute e pace nel Signore della nostra vita.

Siate tutti i benvenuti a Taiwan e a Lotung!

Stiamo iniziando il nostro incontro annuale del governo generale con i superiori maggiori dell’Ordine camilliano, per l’anno 2018. Il tema di questo evento è: Insieme nel continente asiatico per conoscere, celebrare e discernere il futuro per rivitalizzare lo spirito missionario camilliano.

Eventi come questi sono l’espressione concreta e pratica di uno stile di governo collegiale, che vede il coinvolgimento di tutti coloro che hanno assunto la responsabilità della leadership, cioè il ministero dell’autorità tra i confratelli nel nostro Ordine, in questo preciso momento storico.

Leggiamo nelle nostre Disposizioni Generali: «Il superiore generale si consulta anche con i superiori provinciali, i vice provinciali e i delegati circa le questioni più importanti che riguardano tutto l’Ordine. Possibilmente ogni anno, e quando il caso lo richieda, convocherà i provinciali, i vice provinciali e i delegati, le cui delegazioni abbiano almeno 12 professi solenni, per trattare, con la consulta generale, i vari problemi. (…) Tutti i superiori, rispettando le giuste e legittime differenze, vigilino perché ciò che è particolare non solo non ostacoli l’unità, ma piuttosto la favorisca. Promuovano tra le diverse parti dell’Ordine la comunione fraterna, lo scambio delle esperienze pastorali e attività inerenti al nostro ministero, e l’aiuto materiale» (n. 79).

Oltre agli aspetti caratteristici della gestione ordinaria dell’Ordine (segreteria, economia, ministero, missioni …), che richiede sempre un confronto nei nostri incontri internazionali, cerchiamo sempre di offrire spazio e tempo per l’incontro fraterno per favorire la conoscenza reciproca tra tutti, come membri della stessa famiglia religiosa. In un clima di dialogo sincero e rispettoso miriamo a raggiungere il necessario discernimento sulle questioni più impegnative che richiedono una maggiore dedizione e un serio approfondimento per il bene dell’intero Ordine.

Tra gli altri obiettivi di questo incontro c’è anche quello di ringraziare per gli oltre 60 anni di presenza camilliana a Taiwan: a) conoscere i vari aspetti socio-politici, culturali e religiosi della cultura asiatica; b) introduzione ed esercizio del dialogo-interreligioso: come usare e vivere espressioni cristiane e cattoliche in un contesto di minoranza rispetto ad altre religioni locali (buddismo, taoismo, confucianesimo e induismo); c) conoscere più a fondo la nostra presenza missionaria camilliana in Asia (Taiwan, Filippine, Indonesia, Thailandia, Vietnam, India e Australia) tra realtà e sfide, esplorando le prospettive di sviluppo per un futuro camilliano in Asia; d) quale è l’identità della missione camilliana oggi? Possiamo definire alcune delle sue caratteristiche originali?

Nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2017, Papa Francesco ci ricorda costantemente che ogni cristiano oggi è discepolo missionario. “La missione della chiesa non è quella di diffondere un’ideologia religiosa, né la proposta di un’etica sublime. Nel mondo ci sono molti movimenti capaci di presentare alti ideali o espressioni etiche notevoli. Di contro, per la missione della chiesa, è Gesù Cristo che continua ad evangelizzare e ad agire; e, quindi, rappresenta il Kairos, il tempo propizio di salvezza nella storia”.

Papa Francesco cita l’enciclica Deus Caritas Est (n.1), ricordandoci che “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. Il mondo ha un bisogno sostanziale del Vangelo di Gesù Cristo. Lui, attraverso la Chiesa, continua la missione di buon Samaritano, guarendo le ferite sanguinanti dell’umanità e, nella missione di un buon Pastore, cercando incessantemente chi si è smarrito attraverso percorsi distorti e senza via d’uscita.

“La missione della Chiesa (non fine a sè stessa, ma strumento e mediazione del Regno) è animata da una spiritualità di esodo continuo. Si tratta di uscire dal proprio benessere, di nutrire il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (Evangelii Gaudium 20). Il nostro Ordine come parte viva della Chiesa (cfr. Cost. n.1) è profondamente in sintonia con la prospettiva indicata dal papa.

La nostra Costituzione afferma: “La Chiesa è missionaria e l’evangelizzazione è dovere
di tutto il popolo di Dio. Il nostro Ordine, fedele al mandato del Signore di curare i malati e di predicare il vangelo, assume la sua parte e si inserisce con il proprio carisma nella varietà delle attività missionarie” (n.56).

Infine, in tutta la nostra azione ministeriale e missionaria, abbiamo come mandato costituzionale di realizzare alcuni valori umani fondamentali, come testimonianza della nostra fede nella risurrezione: “Con la promozione della salute, con la cura della malattia e il lenimento del dolore, noi cooperiamo all’opera di Dio Creatore, glorifichiamo Dio nel corpo umano ed esprimiamo la fede nella risurrezione” (n.45).

Questa nota introduttiva alla nostra riunione annuale del governo generale con i superiori maggiori dell’Ordine, intende raccogliere alcune percezioni e sensibilità rispetto ai valori culturali emersi in incontri, conversazioni, letture e viaggi nella Cina continentale e a Taiwan. nel mese di maggio 2014, rispondendo ad un invito da parte della associazione medica cinese ho partecipato come relatore a Shanghai, ad un simposio internazionale su Trattamenti futili e inutili (distanasia) e cure palliative. Ho approfittato del viaggio per visitare anche le attività e le opere dei nostri confratelli camilliani a Taiwan, che hanno recentemente festeggiato i 60 anni di presenza in quest’isola, chiamata anche Formosa, dove testimoniano una presenza significativa e ammirevole nell’area del mondo della cura e della salute.

Nel preparare questi appunti su un mondo con aspetti e prospettive così diversi dal nostro, chiamato occidentale, mi sono ricordato di aver letto lo studio di un autore americano di sociologia religiosa (purtroppo non ricordo più il nome!), che sostiene questa tesi: il primo millennio dell’era cristiana è stato caratterizzato dalla civiltà del Mediterraneo; il secondo millennio dalla civiltà dell’Atlantico; il terzo millennio sarà dominato dalle popolazioni di origine asiatica, abitanti della regione dell’oceano Pacifico.

Attualmente non mancano prove di conferma di questa tesi: si pensi allo sviluppo economico frenetico nelle megalopoli asiatiche, con aeroporti enormi, ampi viadotti, gallerie e strade ben organizzate con milioni di automobili, treni ad alta velocità, metropolitane, ma anche con l’inevitabile congestione ed il conseguente inquinamento atmosferico. Ovunque si notano costruzioni con enormi gru per realizzare giganteschi complessi edilizi. Le biciclette ora sono state sostituite da migliaia di motocicli moderni, soprattutto a Taipei.

Infine, nel mio report, in modo sintetico, saranno presentati alcuni dati e informazioni di carattere socio-storico-politico ed economico che ci potranno aiutare a comprendere il protagonismo della Cina e di Taiwan in Asia.

Una lettura bioetica di questo panorama asiatico ho potuto elaborarla a partire dalla partecipazione a quattro congressi mondiali di bioetica, quando ero membro del comitato esecutivo della International Association of Bioetica (IAB), un’organizzazione che organizza gli eventi di natura internazionale: il IV congresso mondiale organizzato a Tokyo (Giappone) nel 1998, con il tema Bioetica globale: nord-sud, est-ovest; il VII congresso mondiale organizzato a Sydney, in Australia, nel 2004, con il tema Ascoltare profondamente: creare ponti tra la bioetica locale e quella globale; il VIII Congresso mondiale, tenutosi a Pechino (Cina) nel 2006, che ha affrontato il tema Alla ricerca di una società giusta e sana; il X congresso mondiale, tenutosi nella città di Singapore nel 2010, che ha affrontato il tema Bioetica in un mondo globalizzato.

La relazione inizia con la presentazione di alcuni aspetti socioculturali e storici della Cina, per non parlare dei casi del Tibet e di Taiwan (1); alcuni aspetti della politica demografica cinese del figlio unico, ultimamente resa più flessibile, con il permesso dato ad ogni coppia di avere due figli, ricordando la grave questione della violazione dei diritti umani, a cominciare dal massacro, nel 1989, di piazza di Tienanmen (2). È semplicemente impossibile comprendere i valori, la cultura e le sottoculture asiatiche senza conoscere, anche se in modo introduttivo, il Confucianesimo, il Taoismo ed il Buddismo. Per alcuni studiosi delle scienze della religione, ci stiamo confrontando più con delle filosofie di vita che insegnano a comportarsi virtuosamente e a coltivare l’armonia e la pace interiore, che con delle religioni, perché esse non parlano di Dio. Cosa è successo al cristianesimo in Cina (3), ci chiediamo, e sottolineiamo alcune caratteristiche del buddismo e somiglianze tra Gesù e Buddha (4). Quindi possiamo interrogarci su cosa possiamo imparare dai valori della cultura cinese (5). Infine, sono elencate alcune caratteristiche per una bioetica confuciana asiatica (6), nel confronto con la cultura occidentale europea e anglo-americana, individuando alcune caratteristiche fondamentali della bioetica asiatica (7).

Presentazione elaborata in occasione dell’apertura dell’incontro annuale dei superiori maggiori camilliani a Taiwan (Lotung, 18-22 giugno 2018). P. Leocir Pessini è l’attuale superiore generale dei Camilliani (2014-2020). Dottore in Teologia Morale – Bioetica presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Cattolica di San Paolo (Brasile) Nostra Signora dell’Assunzione. Ha frequentato i corsi di Clinical Pastoral Education (CPE), cinque unità al Saint Luke’s Hospital, Milwaukee, WI, U.S.A. Autore di numerose opere nell’ambito della bioetica, della teologia pastorale e dell’umanizzazione del mondo della salute.

Accompagno il movimento della bioetica globale attraverso la partecipazione a questi congressi mondiali, fin dall’inizio, con il congresso mondiale a Buenos Aires (Argentina) nel 1994, fino alla sua ultima edizione nel 2016, il XIII congresso mondiale, tenutosi a Edimburgo nel Scozia. Il prossimo, il XIV congresso mondiale di bioetica si terrà in India a Bangalore (Karnataka), presso la St. John´s National Academy of Health Sciences e avrà come tema: Salute per tutti in un mondo disuguale: obblighi della bioetica globale. Un pensiero molto stimolante e provocatorio soprattutto per noi camilliani: tale tema generale si ispira alla celebrazione di vari anniversari circa il mondo della salute. Nel 2018 si commemora il 70mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (ONU, 10 dicembre 1948); il 40mo anniversario della Dichiarazione di Alma Ata che si era posta come obiettivo globale “salute per tutti entro il 2000”. Più di recente, l’organizzazione mondiale della sanità ha annunciato la necessità di una “copertura sanitaria universale” per tutti gli abitanti del pianeta, richiamando l’attenzione sulle questioni relative all’equità nei sistemi sanitari.

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