Apertura dell’anno della Vita Consacrata

Vino nuovo in otri nuovi: con l’impegno perché il vino non diventi aceto!

Religiosi oggi: Sentinelle del mattino, fari sulla costa, trombe sulle mura, …

COPERTINANon dobbiamo avere paura di lasciare gli “otri vecchi”: di rinnovare cioè quelle abitudini e quelle strutture che, nella vita della Chiesa e dunque anche nella vita consacrata, riconosciamo come non più rispondenti a quanto Dio ci chiede oggi per far avanzare il suo Regno nel mondo: le strutture che ci danno falsa protezione e che condizionano il dinamismo della carità; le abitudini che ci allontanano dal gregge a cui siamo inviati e ci impediscono di ascoltare il grido di quanti attendono la Buona Notizia di Gesù Cristo”.

Dopo il Concilio Vaticano II – ha ricordato il Papa – “il vento dello Spirito ha continuato a soffiare con forza” spingendo gli Istituti “ad attuare il rinnovamento spirituale, carismatico e istituzionale” e suscitando “nel cuore di uomini e donne modalità nuove di risposta all’invito di Gesù di lasciare tutto per dedicare la propria vita alla sequela di Lui e all’annuncio del Vangelo”.

Il Papa ha elencato le “aree di debolezza che è possibile riscontrare oggi nella vita consacrata”: la resistenza di alcuni settori al cambiamento, la diminuita forza di attrazione, il numero non irrilevante di abbandoni: “E questo mi preoccupa! Dice qualcosa riguardo alla selezione dei candidati, alla formazione dei candidati e poi al mistero di ogni persona, ma queste due cose prima dobbiamo valutarle bene”.

C’è poi “la fragilità di certi itinerari formativi, l’affanno per i compiti istituzionali e ministeriali a scapito della vita spirituale, la difficile integrazione delle diversità culturali e generazionali, un problematico equilibrio nell’esercizio dell’autorità e nell’uso dei beni”:

“Mi preoccupa anche la povertà, eh! Io faccio pubblicità della mia famiglia, ma Sant’Ignazio diceva che la povertà è la madre e anche il muro della vita consacrata. È madre la povertà, dà vita, e il muro protegge dalla mondanità”.

Papa Francesco ha poi sottolineato l’importanza della preghiera: “Noi consacrati siamo consacrati per servire il Signore e servire gli altri con la Parola del Signore, no? Ma dite ai nuovi membri, per favore, dite che pregare non è perdere tempo, adorare Dio non è perdere tempo, lodare Dio non è perdere tempo. Se noi consacrati non ci fermiamo ogni giorno davanti a Dio nella gratuità della preghiera, il vino sarà aceto”.

celebrazioneCosì si è espresso giovedì 27 novembre Papa Francesco, rivolgendosi ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
Il Santo Padre ha sottolineato loro che “al fine di valutare il vino nuovo e saggiare la qualità degli otri che lo devono contenere, vi guidano alcuni criteri orientativi: l’originalità evangelica delle scelte, la fedeltà carismatica, il primato del servizio, l’attenzione ai più piccoli e fragili, il rispetto della dignità di ogni persona”.

L’incontro si è svolto alla vigilia dell’apertura dell’Anno che il Santo Padre ha voluto dedicare alla Vita consacrata: una grande veglia di preghiera si è svolta sabato 29 novembre alle ore 19.00 nella Basilica Papale di S. Maria Maggiore a Roma; mentre domenica 30 c’è stata la celebrazione eucaristica alle ore 10.00 nella Basilica Papale di S. Pietro.

Le due celebrazioni si sono svolte nel cuore di Roma in comunione con tutte le Diocesi del mondo in cui avranno luogo incontri di preghiera per impetrare la grazia dello Spirito Santo che vivifica e rinnova la Chiesa.

All’inizio dell’Avvento si vuole affidare a Maria, modello e patrona di ogni vita consacrata, la vita consacrata nelle sue diverse forme (Istituti religiosi, Istituti Secolari, Ordo Virginum, Società di vita apostolica, nuovi Istituti).

L’Anno della Vita Consacrata, nel quale si fa anche memoria del 50° anniversario della Costituzione dogmatica Lumen gentium e del Decreto Perfectae caritatis, sarà per tutti un kairòs, un’occasione favorevole per il rinnovamento interiore e la crescita in profondità. Ogni consacrato e consacrata è chiamato nel tempo ad essere testimonianza del Vangelo, segno di una speranza che si fa vicinanza e misericordia, profezia che annuncia «vie nuove per attuare il Vangelo nella storia, in vista del Regno di Dio» (VC 84).

Un anno che si colloca tra due Sinodi per la famiglia, ad indicare la complementarietà delle diverse vocazioni che nella Chiesa interagiscono e sono l’una a servizio dell’altra «per la crescita del Corpo di Cristo nella storia e per la sua missione nel mondo» (VC 31).