A 273 anni dalla canonizzazione di San Camillo: la prima santa Camilliana – Giuseppina Vannini!

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Carissimi Confratelli e Consorelle della grande famiglia di San Camillo,

La celebrazione della festa liturgica del nostro santo padre Camillo ci sprona, oltre che a lodare Dio per il dono di un sì grande santo, a riappropriarci del nostro Carisma per renderlo sempre più vivo ed attuale, perché continui a produrre frutti in noi e, tramite noi, in tutti quelli che hanno bisogno del nostro aiuto.

Ad illuminare il nostro cammino in questo percorso di vita e donazione abbiamo, oltre al nostro padre San Camillo, i nostri Beati, i Venerabili, i Servi di Dio e una schiera di confratelli e consorelle, che con l’esempio della loro vita, più che con le parole, hanno saputo declinare il Vangelo del Buon Samaritano nei diversi contesti e circostanze nelle quali si sono trovati ad attuare.

Tra le tante figure che si sono distaccate nell’esercizio del carisma della carità, una in particolare attira oggi la nostra attenzione, ed è la Beata Giuseppina Vannini, Fondatrice della nostra Congregazione delle Figlie di San Camillo, che il prossimo 13 ottobre sarà proclamata SANTA da Papa Francesco. 

È con immensa gioia che vogliamo condividere con voi questa grande grazia che il Signore si è degnato concedere alla nostra famiglia religiosa. Una figlia fedele di San Camillo che raggiunge il Padre dopo 273 dalla sua canonizzazione!

Questo avvenimento è anche un segno di fecondità ed ulteriore autenticità di un carisma antico e sempre nuovo che continua a segnare la storia della santità della chiesa in genere e della nostra famiglia religiosa in particolare. E ci auguriamo che presto anche altri bellissimi esempi di camilliani e camilliane possano risplendere davanti a tutto il popolo di Dio.

   Trecentonove anni intercorrono tra la nascita di San Camillo e quella della Beata Giuseppina Vannini, eppure nella loro esistenza troviamo diversi punti di convergenza: la prima cosa che balza agli occhi è la situazione di orfanezza che entrambi hanno conosciuto. Camillo rimane orfano di madre all’età di 13 anni, e dopo la scomparsa del padre rimane solo nel mondo, La Vannini perde il padre a 4 anni e la madre all’età di 7 anni e finisce in un orfanatrofio;  la ricerca della propria vocazione, seppur in modalità diverse, il veder chiudersi le porte del convento dove avrebbero voluto restare – San Camillo con i frati Cappuccini e la Vannini con le Figlie della Carità – e poi l’aprirsi di un orizzonte in qualche modo atteso ma mai immaginato: dar vita ad una nuova realtà, che avrebbe cambiato le cose in un prima e un dopo, prendendosi cura dell’uomo sofferente nella sua totalità di anima e corpo, e cambiando anche la storia dell’assistenza sanitaria!

La “nuova scuola di carità” iniziata da Camillo conserva tuttora la sua novità evangelica: l’avete fatto a me; e la sua peculiarità espressa nel modo di servire: come una madre amorevole cura il suo unico figlio infermo! E questo comporta considerare la persona del malato come unica ed irrepetibile, come ci esorta Papa Francesco: “Le persone non sono mai uguali fra loro, vanno capite e curate una per una, come fa Dio: Dio fa così”. E non diremo: come fa una madre, come dovrebbe fare ogni figlio e figlia di San Camillo!

Ma chi è Giuseppina Vannini? Riassumiamo in poche righe la sua storia durata 52 anni appena. Giuditta (questo era il suo nome di battesimo), nasce a Roma il 07 luglio 1859, 160 anni or sono! Alla tenera età di 7 anni è già orfana di entrambe i genitori e viene affidata all’Orfanatrofio Torlonia, guidato dalle Figlie della Carità. Il contatto con le suore aiuta a maturare nella giovane Giuditta la vocazione religiosa che la porta a chiedere di diventare una di loro. Viene accolta in noviziato ma dopo un periodo di esperienza viene dimessa dall’Istituto. All’età di 32 anni un provvidenziale incontro con il P. Luigi Tezza, camilliano, l’aiuta a conoscere la Volontà di Dio nella fondazione di una nuova Congregazione religiosa: le Figlie di San Camillo. Da religiosa prenderà il nome di Giuseppina e invece che “figlia della carità diventa madre della carità”, secondo una felice espressione di Gaetano Meaolo.

 La Beata Vannini, ha avuto un’esistenza segnata dalla sofferenza eppure non si è lasciata travolgere dalle amarezze della vita. Si è affidata al Signore e in Lui ha sperato sempre, ha ricercato la Sua volontà con perseveranza ed umile fiducia anche quando tutto sembrava perso, e la sua attesa non è stata delusa. Il Signore la stava preparando, modellando, capacitando a realizzare il carisma camilliano al femminile.

La sua vita ci insegna o almeno vorrebbe insegnarci a fidarci del Signore, a credere nell’irrevocabilità della sua chiamata e a rispondere generosamente alla propria vocazione. Solo così la nostra vita può diventare un dono d’amore a coloro che incontriamo nel nostro quotidiano ministero.

 Ecco in poche righe la meravigliosa vicenda dei nostri Santi Fondatori che hanno tracciato una via per noi, suoi seguaci, e la Chiesa ci conferma che si può arrivare alla santità se percorriamo questa via con generosità ed amore.

Gli esempi di umiltà e di grande carità dei nostri santi nonché la loro potente intercessione, ci aiutino nel nostro cammino di fedeltà quotidiana alla chiamata del Signore.

Vi salutiamo fraternamente con le parole della Beata Vannini:

“Preghiamo le une per le altre e benché lontane aiutiamoci a vicenda a santificarci, non d’altari, ma di fatto, e avendo per unico testimonio il Signore”.

Auguri di buona festa a tutti!

Madre Zélia Andrighetti
e Consigliere generali
Sr. Rosanna Priore
Sr. Lancy Ezhupara
Sr. Flor Barreda
Sr. Sabine Zida