CEI – Lettera ai Curanti

in occasione della celebrazione della XXX Giornata Mondiale del Malato

La gratitudine e la riconoscenza, il rispetto e la stima sono solo alcuni dei sentimenti che vogliamo esprimere a voi Curanti che da sempre, e negli ultimi tempi in modo decisamente più intenso, vi prendete cura dei malati e dei sofferenti.

Ciò che abbiamo vissuto negli ultimi due anni, e continuiamo a vivere, vi vede impegnati fino all’estremo delle vostre risorse. Lo stress accumulato, il peso e la fatica, il disorientamento e la sensazione di impotenza di fronte ad una situazione globale, solo immaginata, hanno messo a dura prova la vostra dimensione professionale e personale.

PREOCCUPAZIONI

I continui episodi di aggressione, in particolare nei pronto soccorso, generano nel perso- nale sanitario un senso di solitudine e di abbandono che umilia sia la dimensione umana che quella professionale. In coloro che sono in prima linea vengono individuati obiettivi da colpire per responsabilità che non appartengono a loro. I decenni di tagli e mancata programmazione hanno contribuito a sortire anche questo effetto.

Una preoccupazione che ci avete rappresentato è il crescente peso delle procedure burocra- tiche, che non sempre paiono essere a tutela della persona, ma piuttosto a protezione di specifici interessi.

Ci manifestate, inoltre, una tensione che incrocia la dimensione personale con quella profes- sionale: l’agire della collettività, della narrazione massmediatica e dei social, soprattutto quando assume caratteristiche aggressive o rivendicative, epiche o apocalittiche, ha una ricaduta anche sulla dimensione personale del professionista.

Il vostro lavoro – a qualunque dimensione sanitaria appartenga, comprendendo anche i compiti direttivi, amministrativi e gestionali – talvolta vi vorrebbe regolati da impietose leggi del mero commercio. Il recupero della dimensione umana e spirituale della persona non è quindi secondario, ma costitutivo della realtà che voi siete.

Infine, l’illusione che ogni farmaco e ogni terapia fossero facilmente a portata di mano si è scontrata con la necessità di riconsiderare il senso umano del limite. La fatica della ricerca scientifica, tecnica e tecnologica, che richiede costanza, viva intelligenza, geniale curiosità e risorse adeguate, viene sostenuta da tutti noi con piena fiducia e speranza perché tale impegno, pienamente orientato al bene dell’uomo, porti gli auspicati successi.

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