Congresso Internazionale dei formatori. Roma, 7 – 11 Aprile, 2015

 CONGREGAZIONE

PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA

E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

FORMATORI ALLA SCUOLA DEL VANGELO

Città del Vaticano, 9 aprile 2015

«È urgente una pedagogia formativa che consideri la formazione come un unico progetto che deve guidare la formazione iniziale e permanente, in cui nella prima formazione inizia a maturare la “docibilitas” per trovarci con un soggetto docibile (disponibile) a lasciarsi formare sempre, nella continuità di un processo di formazione iniziale e permanente» ha detto Claudia Peña y Lillo, delle Figlie di San Paolo e docente presso l’università Diego Portales di Santiago, parlando della pedagogia della formazione. È fondamentale acquisire la capacità di costruire e ricostruire la propria vita attorno ad un ‘centro vitale’ che, per il credente, “è il mistero pasquale, la croce del Figlio che, elevato da terra, attrae tutti a sé”.

Fare esegesi della propria vita: così sintetizza l’itinerario formativo P. Riccardo Volo, missionario clarettiano, docente presso la Pontificia Università Lateranense e l’Istituto di Teologia della Vita consacrata Claretianum in Roma. Leggere la vita in modo ‘sapienziale’, cercare di trarre profitto e insegnamento dalle esperienze del quotidiano per maturare come persone e figli di Dio.

Imparare da Gesù-formatore, dalla sua pedagogia, dalla sua testimonianza: Gesù è modello di misericordia, si commuove davanti alle folle che non hanno cibo, si lascia interpellare dalle necessità dei poveri, li fa «uscire dalle loro sicurezze interne, dai loro pregiudizi, dalla loro ristrettezza di vedute, dalle loro intolleranze personali, culturali e religiose… Nel modello di formazione impostato da Gesù, i poveri, nel contesto delle loro situazioni umane e spirituali, sono ‘formatori’ dei discepoli».

Gesù ha un modo di formare diverso con ciascuno: segue il cammino di maturazione di Pietro, segnato da forti contrasti; fa una chiamata personale ai discepoli, li chiama a vivere con lui ed a partecipare alla sua missione. Quando il discepoli tornano, dialoga con loro, ascolta i dubbi, i malintesi, i timori e li aiuta a discernere la realtà, a comprenderla, a “contemplare la vita attraverso gli occhi della fede e della grazia”.

L’esegesi biblica – conclude Volo – deve diventare esegesi vitale. L’invito che il Risorto fa di “ritornare in Galilea” per annunciare la Buona Notizia è rivolto ai discepoli e a tutti i formatori. «È un invito a “camminare” con altri … per riprendere il cammino, aiutando altri, consigliando, correggendo, esortando, insegnando… Ma soprattutto, istruendo con la testimonianza della loro vita. Rivelando la propria passione per colui che seguono, il Signore».

Nel pomeriggio si svolgeranno le attività dei 52 laboratori: i partecipanti al convegno, divisi in gruppi tematici e linguistici, potranno confrontarsi su argomenti di grande attualità per la formazione alla vita consacrata oggi.