Giornata di formazione e fraternità camilliana a San Giorgio a Cremano

Giorno 3 maggio si è tenuta a San Giorgio a Cremano, presso la casa provincializia camilliana della Provincia Siculo-Napoletana, una giornata di formazione e fraternità fra le varie realtà che, pur con modalità diverse, vivono il carisma camilliano di assistenza ai sofferenti e ai bisognosi di ogni necessità. La giornata era inserita nella cosiddetta “Primavera camilliana”, cioè nelle celebrazioni organizzate in occasione del IV Centenario della morte di San Camillo.

Erano presenti, oltre ai religiosi camilliani, don Leonardo Zeccolella, direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute della diocesi di Napoli, e numerosi laici appartenenti alla Famiglia Camilliana Laica di Casoria, dell’ospedale Cardarelli e di Melito; i volontari dell’ospedale Pascale e del Policlinico; il gruppo del RnS Guarigione e Liberazione che svolge attività di volontariato presso l’ospedale Monaldi attraverso l’associazione di volontariato “San Camillo del Lellis”; la Fraternità Comunione e Liberazione di San Giorgio a Cremano che si occupa delle famiglie più povere attraverso il Banco alimentare; il personale e i volontari dell’ospedale di Casoria; l’AVO.

Dopo un momento di accoglienza, i lavori sono iniziati con l’intervento di padre Germano Policante, camilliano presso la casa di cura “San Camillo” di Milano e docente di Sociologia della salute al Camillianum di Roma. Padre Germano ha proposto ai presenti alcune riflessioni sul tema “Educazione e promozione della salute”, spiegando con chiarezza il significato di salute che, secondo la Carta di Ottawa del 1986, non deve essere intesa soltanto come assenza di malattia, ma come armonia e integrazione tra le varie dimensioni della persona: fisica, emotiva, intellettiva, sociale, religiosa. Da qui l’importanza del mondo esterno nel quale si vive (l’ambiente); del mondo interno (il corpo); del sistema sociale (l’organizzazione del sistema sanitario); e delle persone a noi più vicine (parenti e amici). Assistiamo, invece, proprio nei nostri ospedali, all’allontanamento di queste persone da parte del personale ospedaliero, lasciando l’ammalato in una solitudine che va ad accrescere ancora di più la sua sofferenza.

Nel corso della meditazione, sono stati affrontati anche gli ostacoli che minano la salute di ognuno di noi. È pertanto necessario che si cambi atteggiamento di fronte alle difficoltà, e che si cambino pensieri e comportamenti individuali e collettivi perché a nessuno sia negato il diritto alla salute. Padre Germano ha poi concluso con l’auspicio finale a volersi più bene, perché solo così sapremo amare anche gli altri, e realizzare le parole del Vangelo: “ama il prossimo tuo come te stesso”.

Dopo una breve pausa, padre Médard Aboué, sacerdote camilliano del Benin, ha proposto un excursus storico della missione camilliana in Africa.

La comunità religiosa africana è nata in Benin nel 1973 con l’arrivo di tre missionari italiani: padre Gino Cisternino, padre Vincenzo Di Blasi e fratel Antonio Pintabona. Oggi è possibile raccogliere i frutti di questa missione: dal 2005 non ci sono più italiani, ma solo autoctoni che proseguono il lavoro dei missionari; sono state realizzate sette-otto case rispetto alle tre esistenti nel 2005; i sacerdoti sono diventati circa 60, aiutati da tanti laici e collaboratori con i quali condividono il carisma di San Camillo; sono state aperte nuove missioni, due ospedali in Togo, uno in Centrafrica e uno al nord del Benin.

Oggi l’ospedale centrafricano è chiuso a causa della guerra, e i religiosi presenti, pur dietro l’invito del superiore di rientrare in Benin per i rischi altissimi a cui vanno incontro, non hanno voluto abbandonare la popolazione martoriata e bisognosa di aiuto anche per seppellire i loro defunti uccisi nei combattimenti.

Padre Médard ha mostrato una serie di fotografie che meglio hanno aiutato a comprendere la realtà africana: i sacerdoti sono medici e infermieri impegnati negli ospedali e negli ambulatori; svolgono attività di accompagnamento e di operatori sociali per l’istruzione e l’apprendistato di bambini, ragazzi e delle loro famiglie; sono formatori e accompagnatori dei giovani che sentono la chiamata del Signore alla vita consacrata; celebrano quotidianamente la santa Messa per le intenzioni dei benefattori. Gli aiuti economici sono impiegati soprattutto a sostegno delle case di formazione, in quanto per la gestione degli ospedali si cerca di andare verso l’autonomia, garantita anche dai prodotti derivanti dalla fattoria dei Camilliani, nella quale lavorano, oltre ai laici, anche i sacerdoti.

Sempre in Benin, è stato nominato il primo vescovo camilliano, monsignor Prosper Kontiebo del Burkina Faso, ritratto insieme ai giovani religiosi della Casa di Formazione di Ouidah.

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con un momento di condivisione, durante il quale è stato possibile rivolgere domande a padre Alfredo Maria Tortorella e a padre Médard e condividere ciò che più aveva colpito il cuore dei partecipanti: l’attenzione completa da prestare agli ammalati durante le visite negli ospedali, discreta e mai invadente nel massimo rispetto del dolore e delle idee dei sofferenti; l’importanza della presenza dei familiari e degli amici accanto agli ammalati; l’entusiasmo, il senso di riconoscenza, la fiducia nella provvidenza che trapelavano dalle parole di padre Médard mentre presentava le opere concrete dell’attività camilliana in Africa. Continuamente padre Médard ripeteva: “quello che possiamo fare, lo facciamo”.

La giornata si è poi conclusa con una rappresentazione di Gaetano e Salvatore, della Famiglia Camillina Laica del Cardarelli, i quali hanno messo in scena una immaginaria intervista a san Camillo, al quale si presentava anche la difficile realtà degli ospedali di oggi e le difficoltà di tanti giovani. Ma l’invito è stato chiaro: “mai smettere di sognare”, non per evadere dalla realtà, ma per poter trasformare proprio quei sogni in opere concrete.

Negli prossimi giorni sono previsti altri appuntamenti per celebrare anche a Napoli il IV Centenario della morte di San Camillo de Lellis. Dal 20 maggio al 7 giugno, presso la chiesa del Divino Amore a via San Biagio dei Librai a Napoli, sarà presente la mostra intitolata “Il Gigante della Carità” sulla figura di San Camillo: una collettiva d’arte della “Compagnia artisti” di Sansepolcro (Arezzo) che sarà inaugurata il 20 maggio alle 11.00 alla presenza di monsignor Raffaele Ponte, moderatore della Curia arcivescovile di Napoli, e di padre Rosario Mauriello, superiore provinciale dei Camilliani. La chiesa, fino al 7 giugno, resterà aperta ogni martedì, giovedì e sabato dalle 9.00 alle 12.00.

Il 24 maggio, dalle 10.00 alle 13.00, in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale della Salute dell’arcidiocesi, si terrà il II convegno per cappellani ospedalieri presso il salone arcivescovile, alla presenza del cardinale Crescenzio Sepe. Sarà presente il camilliano padre Giuseppe Cinà, docente al Camillianum, che terrà una conferenza dal titolo: “Il Vangelo della salute oggi, nel IV Centenario della morte di San Camillo”.

            Gabriella Spagnuolo

On 3 May, in San Giorgio a Cremano, at the provincial house of the Camillians of the Province of Sicily and Naples, there took place a day of formation and fraternity for the various forces which, albeit in different ways, live the Camillian charism of care for the sick and the needy of all kinds. This day belonged to the so-termed ‘Camillian spring’, that is to say the celebrations organised on the occasion of the fourth centenary of the death of St. Camillus.

In addition to Camillian religious there were also present: Don Leonardo Zeccolella, the Director of the Office for Pastoral Care in Health of the diocese of Naples, and numerous lay people of the Lay Camillian Family of Casoria, of the Cardarelli Gospital and the Melito Hospital; the volunteers of the Pascale Hospital and the polyclinic; the group of RnS Healing and Liberation which engages in voluntary work at the Monaldi Hospital through the St. Camillus association of volunteers: the Communion and Liberation Fraternity of Sam Giorgio a Cremano who provide help to poor families through the food bank; the personnel and the volunteers of the hospital of Casoria; and the AVO.

After a few moments of welcome, the deliberations began with the paper of Father Germano Policante, a Camillian at the St. Camillus nursing home of Milan and a lecturer in the sociology of health at the Camillianum of Rome. Father Germano offered a number of reflections on the subject of ‘Education and Promotion of Health’, explaining in a clear way the meaning of health which according to the Charter of Ottawa of 1986 should not be understood only as the absence of illness but also as the harmony and integration of the various dimensions of the person: the physical, the emotional, the intellectual, the social and the religious. Hence the importance of the external world in which people live (the environment); the internal world (the body); the social system (the organisation of the health-care world); and the people who are nearest to us (relatives ad friends). We are witnessing, instead, specifically in our hospitals, a distancing of these people by the hospital staff, leaving patients in a loneliness which only further increases their suffering.

During the course of this talk, the obstacles that undermine the health of each one of us were also addressed. It is thus necessary to change our attitudes towards difficulties and there should be a change in individual and collective behaviour so that nobody is denied the right to health. Father Germano then ended his paper with a final hope that we will care for each other more, because only in this way will we know how to love other people as well and thus put into practice the words of the Gospel: ‘love your neighbour as yourself’.

After a short break, Father Médard Aboué, a Camillian priest from Benin, offered a historical outline of Camillian missionary work in Africa.

The African Camillian religious community was born in Beninin 1973 with the arrival of three Italian missionaries: Father Gino Cisternino, Father Vincenzo Di Blasi and Brother Antonio Pintabona. Today it is possible to gather the fruits of this mission: since 2005 there have not been any Italians but only local people who have carried on the work of these missionaries; seven-eight houses have been completed where there were only three in the year 2005; the number of priests has become about sixty and they are helped by a large number of lay people and co-workers with whom they share the charism of St. Camillus; new missions have been opened; and two hospitals in Togo, one in Central Africa and one in the north of Benin have been built.

Today the hospital in Central Africa is closed because of the war and the religious who were present, although invited by the Superior to go back to Benin because of the very great risks they run, have not wanted to abandon the martyred population which is in need of help, not least to bury the dead killed in the fighting.

Father Médard showed a series of photographs which helped those present to have a better understanding of the African context: the priests are medical doctors and nurses who work in the hospitals and clinics; engage in activity involving accompanying and being social workers for the teaching and apprenticeships of children, young people and their families; they are educators and accompaniers of young people who hear the call of the Lord; and every day they celebrate Holy Mass for the intentions of the benefactors. The economic help is used above all to support formation houses, inasmuch as with respect to the management of the hospitals an attempt is being made to achieve autonomy, something also assured by the products of the farm of the Camillians, a farm where the priests, as well as lay people, work.

In Benin, the first Camillian bishop was appointed, Monsignor Prosper Kontiebo of Burkina Faso, photographed together with the young religious of the formation house of Ouidah.

In the afternoon the deliberations of the meeting started again with a moment of sharing during which it was possible to address questions to Father Alfredo Maria Tortorella and Father Médard and to share what had most struck the participants: the complete care to be given to sick people during visits to hospitals, visits which should be discreet and never invasive and showing the greatest respect for the pain and the ideas of suffering people; the importance of the presence of family relatives and friends at the side of sick people; and the enthusiasm, the sense of gratitude and trust in Providence which emerged from the words of Médard while he described the concrete works of Camillian activity in Africa. Father Médard continuously repeated the words: ‘what we can do, we do’.

The day then ended with a performance by Gaetano and Salvatore of the Lay Camillian Family who put on an imaginary interview with St. Camillus, in which was also presented the difficult realities of contemporary hospitals and the difficulties of a large number of young people. But the invitation was clear: ‘never stop dreaming’, not to escape reality but in order to be able to transform those dreams into concrete works.

Other appointments are envisaged for the next days to celebrate in Naples, as well, the fourth centenary of the death of St. Camillus de Lellis. From 20 May until 7 June, at the Church of Divine Love in Via San Biagio dei Librai in Naples, there will be an exhibition entitled ‘The Giant of Charity’ on the figure of St. Camllus: an art show by the ‘Company of Artists’ of Sansepolcro (Arezzo) which will be inaugurated on 20 May at 11.00 in the presence of Monsignor Raffaele Ponte, the moderator of the Curia of the Archbishop of Naples, and by Father Rosario Mauriello, the Provincial Superior of the Camillians. This church will remain upon until 7 June every Tuesday, Thursday and Saturday from 9.00 to 12.00.

On 24 May, from 10.00 to 13.00, in cooperation with the Office for Pastoral Care in Health of the archdiocese, the second conference for hospital chaplains will be held at the hall of the archbishopric in the presence of Cardinal Crescenzio Sepe. The Camillian, Father Giuseppe Cinà, a lecturer at the Camillianum, will be present and he will give a paper on ‘The Gospel of Health Today during the Fourth Centenary of the Death of St. Camillus’.

Gabriella Spagnuolo

 

El día 3 de mayo tuvo lugar en San Giorgio a Cremano, en la casa provincial camiliana de la Provincia Sículo-Napolitana, un día de formación y fraternidad entre las varias realidades que, aunque con modalidades diversas, viven el carisma camiliano de asistencia a los que sufren y a los viven en medio de diversas necesidades. El día formaba parte de la llamada “Primavera camiliana”, es decir, de las llamadas celebraciones organizadas con ocasión del IV Centenario de la muerte de San Camilo.

Estaban presentes, además de los religiosos camilos, don Leonardo Zeccolella, director del Departamento de Pastoral dela Saludde la diócesis de Nápoles, y numerosos laicos pertenecientes ala FamiliaCamilianaLaica de Casoria, del hospital Cardarelli y de Melito, los voluntarios del hospital Pascale y del Policlínico; el grupo del RnS Guarigione e Liberazione que desarrolla actividades de voluntariado en el hospital Monaldi a través de la asociación de voluntariado “San Camillo del Lellis”;la Fraternità Comunionee Liberazione de San Giorgio a Cremano, que se ocupa de las familias más pobres a través del Banco Alimentare; el personal y los voluntarios del hospital de Casoria y el AVO.

Después de un momento de acogida, los trabajos comenzaron con la intervención del padre Germano Policante, camilo de la clínica “San Camillo” de Milán y profesor de Sociología de la salud en el Camillianum de Roma. El padre Germano propuso a los presentes algunas reflexiones sobre el tema “Educación y promoción de la salud”, explicando con claridad el significado de salud que, según la Carta de Ottawa del 1986, no debe ser entendida solamente como ausencia de enfermedad, sino como armonía e integración de todas las dimensiones de la persona: física, emotiva, intelectiva, social y religiosa. De ahí la importancia del mundo externo en el que se vive (el ambiente), del mundo interno (el cuerpo), del sistema social (la organización del sistema sanitario) y de las personas más próximas a nosotros (familiares y amigos). Asistimos, en cambio, precisamente en nuestros hospitales, al alejamiento de estas personas por parte del personal del hospital, dejando al enfermo en una soledad que hace que aumente más aún su sufrimiento.

En el curso de la meditación se afrontaron también los obstáculos que minan la salud de cada uno de nosotros. Es necesario, por consiguiente, que se cambie de actitud ante las dificultades y que se cambie el modo de pensar y los comportamientos individuales y colectivos para que a nadie le sea negado el derecho a la salud. El padre Germano concluyó con el deseo final de quererse mejor, porque solamente así sabremos amar a los demás y realizar estas palabras del Evangelio: “Ama a tu prójimo como a ti mismo”.

Tras una breve pausa, el padre Médard Aboué, sacerdote camilo de Benin, propuso un excursus histórico de la misión camiliana en África.

La comunidad religiosa africana nació en Benin en 1973 con la llegada de tres misioneros italianos: el padre Gino Cisternino, el padre Vincenzo Di Blasi y el hermano Antonio Pintabona. Hoy es posible recoger los frutos de esta misión: desde el año 2005 no hay ya italianos, sino solamente autóctonos que prosiguen el trabajo de los misioneros; se han construido siete-ocho casas respecto a las tres que existían en el 2005; los sacerdotes han llegado a unos 60, ayudados por numerosos laicos y colaboradores con los que comparten el carisma de San Camilo; se han abierto nuevas misiones, dos hospitales en Togo, uno en Centro África y otro en el norte de Benin.

Hoy el hospital centroafricano está cerrado a causa de la guerra y los religiosos presentes, aunque han sido invitados por el superior a volver a Benin por los altísimos riesgos en los que viven, no han querido abandonar la población martirizada y necesitada de ayuda hasta para enterrar a sus difuntos asesinados en los combates.

El padre Médard mostró una serie de fotografías que ayudaron a comprender mejor la realidad africana: los sacerdotes son médicos y enfermeros comprometidos en los hospitales y los ambulatorios; desarrollan actividades de acompañamiento y de agentes sociales para la instrucción y el aprendizaje de niños, de muchachos y de sus familias; son formadores y acompañantes de los jóvenes que sienten la llamada del Señor a la vida consagrada y celebran cotidianamente la santa misa por las intenciones de los bienhechores. Las ayudas económicas son empleadas sobre todo para sostener casas de formación, en cuanto que para la gestión de los hospitales se tiende a ir hacia la autonomía, garantizada también por los productos derivados de la factoría de los Camilos, en la que trabajan, además de los laicos, los sacerdotes.

También ha sido nombrado en el primer obispo camilo, monseñor Prosper Kontiebo, de Burkina Faso, retratado con los jóvenes religiosos de la casa de formación de Ouidah.

Los trabajos se reanudaron por la tarde con un momento de intercambio, durante el cual se pudieron hacer preguntas al padre Alfredo Maria Tortorella y al padre Médard y compartir lo que más había llamado la atención de los participantes: la atención completa que debe desplegarse con los enfermos durante las visitas en los hospitales, discreta y no invasora, con el máximo respeto al dolor y a las ideas de los dolientes; la importancia de la presencia de los familiares y de los amigos al lado de los enfermos; el entusiasmo, el sentido del reconocimiento, la confianza en la Providencia que trascendían de las palabras del padre Médard mientras presentaba las obras concretas de la actividad camiliana en África. Continuamente repetía el padre Médard: “Lo que podemos hacer, lo hacemos”.

El día terminó con una representación de Gaetano y Salvatore, de la Familia CamilinaLaica del Cardarelli, quienes llevaron a escena una imaginaria entrevista a san Camilo, al que se le presentaba también la difícil realidad de los hospitales de hoy y las dificultades de tantos jóvenes. Pero la invitación fue clara: “Nunca dejar de soñar”, no para evadirse de la realidad, sino para poder transformar justamente esos sueños en obras concretas.

En los próximos días están previstas otras citas para celebrar en Nápoles el IV Centenario de la muerte de San Camilo de Lellis. Del 20 de mayo al 7 de junio, en la iglesia del Divino Amore en la calle San Biagio dei Librai de Nápoles, estará presente la muestra titulada “Il Gigante della Carità”, sobre la figura de San Camilo, una colección de arte de la “Compagnia artisti” de Sansepolcro (Arezzo), que será inaugurada el 20 de mayo a las 11.00 h. en presencia de monseñor Raffaele Ponte, moderador de la Curia arzobispal de Nápoles, y del padre Rosario Mauriello, superior provincial de los Camilos. La iglesia, hasta el 7 de junio, estará abierta los martes, jueves y sábados de las 9.00 a las 12.00 h.

El 24 de mayo, de las 10.00 a las 13.00 h., en colaboración con el Departamento de Pastoral de la Saludde la archidiócesis, tendrá lugar el II congreso para capellanes de hospital en el salón arzobispal, en presencia del cardenal Crescenzio Sepe. Estará presente el padre Giuseppe Cinà, camilo y profesor del Camillianum, que dictará una conferencia titulada: “El Evangelio de la salud hoy, en el IV Centenario de la muerte de San Camilo”.

Gabriella Spagnuolo

No dia 3 de maio, houveem San Giorgioem Cremano, na casa provincial camiliana da Província Sículo-Napolitana, uma jornada de formação e fraternidade entre as diversas realidades que – embora com modalidades distintas – vivem o carisma camiliano de assistência aos sofredores e necessitadosem geral. Ajornada fez parte da “Primavera camiliana”, isto é, das comemorações organizadas por ocasião do IV Centenário do Falecimento de São Camilo.

Estavam presentes, além dos religiosos camilianos, o padre Leonardo Zeccolella, diretor do Centro para a Pastoral da Saúde da diocese de Nápoles, e numerosos leigos participantes da Família Camiliana Leiga de Casoria, do hospital Cardarelli e de Melito; os voluntários do hospital Pascale e do Hospital das Clínicas; o grupo do RnS Guarigione e Liberazione que desenvolve atividades de voluntariado no hospital Monaldi, através da associação de voluntariado “São Camilo de Lellis”; a Fraternidade Comunione e Liberazione (de San Giorgio em Cremano) que se ocupa das famílias mais pobres, através do Banco Alimentar; os trabalhadores e os voluntários do hospital de Casoria; e a AVO.

Após as boas-vindas, foram iniciados os trabalhos com a palestra do padre Germano Policante, camiliano da clínica São Camilo (Milão) e docente de Sociologia da Saúde no Camillianum de Roma. Padre Germano propôs aos presentes algumas reflexões sobre o tema “Educação e Promoção da Saúde”, explicando com clareza o significado de saúde que, segundo a  Carta de Ottawa de 1986, não deve ser entendida somente como ausência de enfermidade, e sim como harmonia e integração entre as várias dimensões da pessoa: física, emotiva, intelectual, social, religiosa. Disso deriva a importância do mundo externo no qual se vive (o ambiente); do mundo interno (o corpo); do sistema social (a organização do sistema de saúde) e das pessoas que nos circundam (parentes e amigos). Presenciamos, no entanto, justamente nos nossos hospitais, que existe um afastamento entre o pessoal e os enfermos, deixando o doente em uma solidão que aumenta ainda mais seu sofrimento.

Durante a meditação, foram abordados também os obstáculos que prejudicam a saúde de todos nós, por isso é preciso uma mudança de atitude diante das dificuldades e que pensamentos e comportamentos individuais e coletivos sejam modificados para que todos tenham direito à saúde. Padre Germano concluiu incentivando os participantes a viverem o amor recíproco, porque somente assim saberemos amar também as outras pessoas e realizar as palavras do Evangelho: “Ama o teu próximo como a ti mesmo”.

Após uma breve pausa, o padre Médard Aboué, sacerdote camiliano do Benim, fez um resumo da história da missão camiliana na África. A comunidade religiosa africana nasceu no Benim, em 1973, com a chegada de três missionários italianos: os padres Gino Cisternino, Vincenzo Di Blasi e o irmão Antonio Pintabona. Hoje é possível recolher os frutos desta missão, pois a partir de 2005 já não são mais os italianos e sim os nativos que prosseguem com o trabalho dos missionários; já contam atualmente com sete ou oito casas quando havia somente três em 2005; os sacerdotes já são 60, ajudados por muitos leigos e colaboradores com os quais compartilham o carisma de são Camilo; foram abertas novas missões, dois hospitais em Togo, um na África Central e outro no norte do Benim.

Atualmente, o hospital centro-africano está fechado por causa da guerra e os religiosos presentes, apesar do convite do superior para que voltem ao Benim por causa dos altos riscos que passam, não quiseram abandonar a população flagelada e necessitada de ajuda até mesmo para sepultar seus familiares mortos durante os combates.

O padre Médard mostrou uma série de fotografias que ajudaram a compreender melhor a realidade africana. Os sacerdotes são médicos e enfermeiros comprometidos com os hospitais e  ambulatórios, desenvolvem atividades de acompanhamento e de assistência social para a instrução e aprendizagem das crianças, dos adolescentes e de seus familiares, são formadores e assistentes dos jovens que sentem o chamado do Senhor à vida consagrada, além de celebrar todos os dias a santa missa pelas intenções dos benfeitores. As ajudas econômicas são utilizadas sobretudo para sustentar as casas de formação, posto que para a gestão dos hospitais se procura chegar a uma autonomia, garantida também pelos produtos oriundos da fazenda dos camilianos, onde trabalham leigos e sacerdotes.

Ainda no Benim, foi nomeado o primeiro bispo camiliano, dom Prosper Kontiebo de Burkina Faso, fotografado junto aos jovens religiosos da Casa de Formação de Ouidah.

Durante a tarde, foram retomados os trabalhos com um momento de diálogo, durante o qual foi possível fazer perguntas aos padres Alfredo Maria Tortorella e a Médard e compartilhar o que mais havia tocado os participantes: a atenção completa que deve ser dada aos doentes durante as visitas aos hospitais, visitas discretas (nunca “intrometidas”) e com o máximo respeito à dor e às ideias dos sofredores; a importância da presença dos familiares e dos amigos ao lado dos doentes; o entusiasmo e o senso de reconhecimento, a confiança na providência, que se desprendiam das palavras do padre Médard enquanto apresentava as atividades concretas da missão camiliana na África. Continuamente, o padre Médard repetia: “O que podemos fazer, o fazemos”.

A jornada foi concluída com uma apresentação teatral de Gaetano e Salvatore, da Família Camiliana Leiga de Cardarelli, que representava uma entrevista imaginária a são Camilo, tratando de temas como a difícil realidade dos hospitais de hoje e as dificuldades de tantos jovens. No entanto, o apelo foi claro: “Nunca deixar de sonhar”, não para fugir da realidade, mas para poder transformar os sonhos em obras concretas.

Nos próximos dias, estão programadas outras atividades para comemorar, também em Nápoles, o IV Centenário do Falecimento de São Camilo de Lellis. De 20 de maio a 7 de junho, na igreja do Divino Amor, na rua San Biagio dei Librai (Nápoles), será realizada uma mostra intitulada “O Gigante da Caridade”, sobre a figura de são Camilo. Trata-se de uma exposição coletiva da Compagnia Artisti de Sansepolcro (Arezzo), a ser inaugurada em 20 de maio, às 11:00, diante de dom Raffaele Ponti, moderador da Cúria Arquidiocesana de Nápoles, e do padre Rosario Mauriello, superior provincial dos camilianos. A igreja, até o dia 7 de junho, permanecerá aberta todas as terças, quintas e sábados, das 9:00 às 12:00.

Em 24 de maio, das 10:00 às 13:00, em colaboração com o Centro da Pastoral da Saúde da arquidiocese, será realizado um congresso para capelães hospitalares, no salão do arcebispado, com a participação do cardeal Crescenzio Sepe. Estará presente o camiliano padre Giuseppe Cinà, docente do Camillianum, com a conferência intitulada “O Evangelho da saúde hoje, no IV Centenário do Falecimento de São Camilo”.

 Gabriella Spagnuolo

Le 3 mai, à San Giorgio a Cramono, à la maison provinciale camillienne de la Province siculo-napolitaine, a eu lieu une journée de formation et de fraternité entre les diverses réalités qui, bien que de façons différentes, vivent le charisme camillien d’assistance aux souffrants et aux nécessiteux de toute nécessité. La journée était insérée dans ce qu’on appelle le « Printemps camillien », c’est-à-dire dans les célébrations à l’occasion du IVe Centenaire de la mort de saint Camille.

En plus des religieux camilliens, étaient présents : don Leonardo Zeccolella, directeur du Bureau de la Pastorale de la Santé du diocèse de Naples, de nombreux laïcs de la Famille Camillienne Laïque de Casoria, de l’hôpital Cardarelli et de Melito ; les volontaires de l’hôpital Pascale et de la Policlinique ; le groupe du Rns Guérison et Libération qui exerce un volontariat à l’hôpital Monaldi, avec l’association de volontariat « Saint Camille de Lellis » ; la Fraternité Communion et Libération de San Giorgio a Cremano qui s’occupe des familles les plus pauvres en lien avec la Banque alimentaire ; le personnel et les volontaires de l’hôpital de Casoria ; et l’AVO.

Après un temps d’accueil, les travaux ont commencé par l’intervention du père Germano Policante, camillien à la maison de soin “San Camillo” de Milan, et professeur de Sociologie de la santé au Camillianum de Rome. Le père Germano a proposé aux présents quelques réflexions sur le thème « Education et promotion de la santé », expliquant clairement le sens de la santé qui, selon la charte de Ottawa de 1986, ne doit pas être comprise comme l’absence de maladie, mais comme l’harmonie et l’intégration entre les diverses dimensions de la personne : physique, émotive, intellectuelle, sociale, religieuse. De là, l’importance du monde extérieur où l’on vit (ambiance) ; du monde interne (le corps) ; du système social (l’organisation du système sanitaire) ; et des personnes qui nous sont les plus proches (parents et amis). Nous assistons à l’inverse dans nos hôpitaux, à l’éloignement de ces personnes de la part du personnel hospitalier, laissant le malade dans une solitude qui augmente encore sa souffrance.

Au cours de la méditation, on a pu aussi parler des obstacles qui minent la santé de chacun d’entre nous. C’est pourquoi il est nécessaire de changer les attitudes face aux difficultés et de changer les pensées et les comportements individuels et collectifs pour que le droit à la santé ne soit nul pour personne. Le père Germano a ensuite conclu avec le souhait final d’être chacun bienveillant envers soi-même, parce que c’est seulement comme cela que nous saurons aussi aimer les autres et concrétiser les paroles de l’Evangile : « Aime ton prochain comme toi-même ».

Après une courte pause, le père Médard Aboué, prêtre camillien du Bénin, a proposé une parenthèse historique de la mission camillienne en Afrique.

La communauté religieuse africaine est née au Bénin en 1973, avec l’arrivée de trois missionnaires italiens : le père Gino Cisternino, le père Vincenzo Di Blasi et le frère Antonio Pintabona. Aujourd’hui, on peut recueillir les fruits de cette mission : depuis 2005, il n’y a plus d’italiens, mais seulement des autochtones qui poursuivent le travail des missionnaires ; sept ou huit maisons ont été réalisées par rapport aux trois existantes en 2005 ; les prêtres sont près de 60, aidés par tant de laïcs et de collaborateurs avec qui ils partagent le charisme de saint Camille ; neuf missions ont été ouvertes, deux hôpitaux au Togo, un en Centrafrique et un au nord du Bénin.

Aujourd’hui, l’hôpital centrafricain est fermé à cause de la guerre, et les religieux présents, malgré l’invitation du supérieur de rentrer au Bénin à cause des très hauts risques, n’ont pas voulu abandonner la population tourmentée qui a besoin d’aide aussi pour enterrer leurs défunts tués dans les combats.

Le père Médard a montré une série de photographies qui ont aidé à mieux comprendre la réalité africaine : les prêtres sont médecins et infirmiers, engagés dans les hôpitaux et les services ambulatoires ; ils exercent les activités d’accompagnement d’opérateurs sociaux pour l’instruction et l’apprentissage des enfants, des jeunes et de leur famille ; ils sont formateurs et accompagnateurs des jeunes qui ressentent l’appel du Seigneur à la vie consacrée ; ils célèbrent quotidiennement la Messe aux intentions des bienfaiteurs. Les aides économiques sont utilisées surtout à soutenir des maisons de formation, d’autant que, pour la gestion des hôpitaux, ils cherchent à se diriger vers l’autonomie, garantie aussi par les produits dérivants de la ferme des Camilliens, où travaillent, en plus des laïcs, aussi des prêtres.

Toujours au Bénin, le premier évêque camillien, monseigneur Prosper Kontiebo du Burkina Faso, a été nommé, et fait une retraite les jeunes religieux de la Maison de Formation de Ouidah.

L’après-midi, les travaux ont repris avec un temps de partage, pendant lequel il a été possible de poser des questions au père Alfredo Maria Tortorella et au père Médard et de partager ce qui avait touché le cœur des participants : l’attention complète à donner aux malades pendant les visites dans les hôpitaux, discrète et jamais envahissante, dans le maximum de respect de la douleur et des idées des souffrants ; l’importance de la présence de la famille et des amis aux côtés des malades ; l’enthousiasme, le sens de la reconnaissance, la confiance dans la Providence qui transpiraient des paroles du père Médard tandis qu’il présentait les œuvres concrètes des activités camilliennes en Afrique. Le père Médard répétait continuellement : « Ce que nous pouvons faire, nous le faisons ».

La journée s’est ensuite conclue par une représentation de Gaetano et de Salvatore, de la Famille Camillienne Laïque de Cardarelli, qui ont mis en scène une interview imaginaire de saint Camille  

qui évoquait aussi les difficiles réalités des hôpitaux d’aujourd’hui et les difficultés de tant de jeunes.

Mais l’invitation a été claire : « ne jamais arrêter de rêver », non pour s’évader de la réalité, mais pour pouvoir transformer justement ces rêves en œuvres concrètes.

Les jours prochains, d’autres rendez-vous sont prévus pour célébrer aussi à Naples le IVe Centenaire de la mort de saint Camille de Lellis. Du 20 mai au 7 juin, à l’église du Divin Amour, via San Biagio dei Librai, à Naples, l’exposition intitulée « Le Géant de la charité » sur la personnalité de saint Camille, sera présentée : un collectif d’art de la « Compagnie des artistes » de Sansepolcro (Arezzo) qui sera inauguré le 20 mai à 11 h, en présence de Mgr Raffaele Ponte, modérateur de la Curie archiépiscopale de Naples, et du père Rosario Mauriello, supérieur provincial des Camilliens. Jusqu’au 7 juin, l’église restera ouverte chaque mardi, jeudi et samedi de 9 h à 12 h.

Le 24 mai, de 10 h à 13 h, en collaboration avec le Bureau de la Pastorale de la Santé de l’archidiocèse, aura lieu la rencontre des aumôniers d’hôpitaux au salon archiépiscopal, en présence du cardinal Crescenzio Sepe. Le père camillien Giuseppe Cinà, professeur au  Camillianum, sera présent et fera une conférence sur le thème : « L’Evangile de la santé aujourd’hui, en ce IVe Centenaire de la mort de saint Camille”.

            Gabriella Spagnuolo