Incontro dei Superiori Maggiori dell’Ordine Camilliano

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TESTO IN FRANCESE

Roma, 14-18 marzo 2019

IN PREPARAZIONE del CAPITOLO GENERALE di MAGGIO 2020

LA STORIA DEI SUPERIORI E DEI CAPITOLI GENERALI CAMILLIANI:
Alcune note storiche e curiosità!
Leo Pessini

Il superiore generale presiede al governo di tutto l’Ordine con giurisdizione e autorità sulle province, sulle vice province, sulle delegazioni, sulle case e sui religiosi (Costituzione, 97) 

Il superiore generale si consulta anche con i superiori provinciali, i vice provinciali e i delegati circa le questioni più importanti che riguardano tutto l’Ordine. Possibilmente ogni anno, e quando il caso lo richieda, convocherà i provinciali, i vice provinciali e i delegati, (…) per trattare con la consulta generale i vari problemi. (Disposizioni generali, 79)

Il Capitolo generale, nel quale risiede la suprema autorità collegiale dell’Ordine, è formato da rappresentanti di tutto l’Ordine ed è, in tal modo, segno di unità nella carità. (Costituzione, 113) 

Introduzione

Stiamo iniziando i preparativi per il LIX capitolo generale dell’Ordine camilliano, che celebreremo a partire dal 2 maggio 2020 e che avrà come tema: Qual è la profezia camilliana oggi? Scrutando il passato, vivendo nel presente cercando di servire come samaritani e camminando con speranza verso il futuro.

Il tema della profezia ritorna di grande attualità e si presenta sempre nuovo come una sfida per la vita consacrata oggi. Accogliamo l’invito di papa Francesco, che ha ripetutamente richiamato l’attenzione su questa caratteristica specifica della vita consacrata: la profezia! “Spero che tu risvegli il mondo”, perché la nota caratteristica della vita consacrata è la profezia. Come ha spronato i superiori generali, “il radicalismo evangelico non è proprio in senso esclusivo dei religiosi, è richiesto a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in modo speciale, in modo profetico”. Questa è la priorità che ora ci viene additata: “essere profeti che testimoniano lo stile di vita che Gesù scelse per sé nell’incarnazione …. Un religioso non dovrebbe mai rinunciare alla profezia”.

Il profeta riceve da Dio la capacità di scrutare la storia, di vivere e di interpretare gli eventi: è come la sentinella che veglia di notte e annuncia l’alba (cfr. Is 21,11-12). Conosce Dio e conosce uomini e donne, suoi fratelli e sorelle. È in grado di discernere e denunciare il male del peccato e dell’ingiustizia, perché è libero, non deve rispondere ad altri maestri diversi da Dio, non ha interessi diversi da quelli di Dio. Di solito il profeta è dalla parte dei poveri e degli indifesi, perché sa che Dio stesso è dalla loro parte.

In queste pagine sono raccolti alcuni cenni storici della ricca storia del nostro Ordine camilliano: una storia di oltre quattro cento anni (437 anni – dal1582 al 2019), segnata dalla figura dei suoi superiori generali e dai suoi capitoli generali: sessanta superiori generali – compreso l’attuale – e cinquantotto capitoli generali.

È importante conoscere la nostra storia in modo da conoscere chi siamo, il nostro profilo, la nostra identità, spiritualità, ministero e missione come camilliani nella società e nella chiesa. Ritengo sia una necessità far conoscere alle nostre giovani generazioni la storia della nostra leadership che normalmente studia durante il noviziato e poi cade nella dimenticanza. Sarà impossibile proiettare il nostro futuro senza avere nel cuore e nelle mani il libro della nostra storia.

Desidero introdurmi nella dimensione della profezia che vede il tempo della storia come il καιρός di Dio, con uno sguardo di gratitudine per il passato della nostra storia camilliana, per continuare a vivere samaritanamente il presente, in tensione per un futuro ricco di speranza.

I criteri di selezione dei fatti storici di questo testo sono definiti dalla biografia dei superiori generali e dalle vicende dei capitoli generali: i nostri martiri della carità (centinaia di camilliani che hanno offerto la loro vita agli inizi dell’Ordine nella cura degli appestati), gli eventi di crisi (guerre, soppressione napoleonica degli ordini religiosi), gli interventi e le nomine effettuate dalla Santa Sede nel corso del 1800. Inoltre ho commentato alcuni fatti ‘curiosi’ di questa ricca e pittoresca storia camilliana.

Il testo si articola in quattro momenti: (I) gli inizi dell’Ordine camilliano sotto la guida di san Camillo e dei suoi immediati successori (sec. XVI e XVII); (II) i superiori generali e i capitoli generali dal XVIII al XXI secolo; (III) alcune considerazioni circa i primi cinque e gli ultimi sette capitoli generali; (IV) alcuni dati statistici dell’Ordine per riferimento agli ultimi sessanta anni (1959-2019).

Gli inizi dell’Ordine camilliano sotto la guida di san Camillo e dei suoi immediati successori (sec. XVI e XVII)

 In questa prima sezione del testo seguiamo la prospettiva del nostro confratello storico p. Piero Sannazzaro, nella sua opera classica Storia dell’Ordine Camilliana (1550-1699).

Calisto Vendrame, ex superiore generale dell’Ordine (1977-1989) nella sua presentazione dell’opera di p. Sannazzaro, afferma: “Sappiamo che la storia è molto più ampia dei fatti. Questi sono segni ed espressioni di una realtà che continua nel presente e continua nel futuro, così che il passato spiega il presente e il presente non smette di svelare il passato (…). Se la grandezza di una comunità consiste nel generare persone capaci di morire per gli altri, possiamo dire che (…) la moltitudine dei martiri della carità e praticamente tutti i nostri confratelli che si sono offerti volontari per servire gli appestati, sapendo che stavano rischiando la vita, è la prova più bella che il ‘pusillus grex’ del gigante della carità, in questo primo secolo di vita, si è dimostrato degno erede del suo grande padre”.

“Camillo, nei ventiquattro anni di governo dell’Ordine, dei quali sedici da generale, aveva fondato sedici case. Aveva ammesso alla professione 311 religiosi, dei quali 69 erano morti. Restavano 242 professi, dei quali 88 sacerdoti e dei rimanenti più della meta destinati al sacerdozio. Vi erano inoltre 80 e più novizi. Dal principio della compagnia ne erano morti 170. Mortalità impressionante e senza precedenti, messa a confronto con quella di altri ordini. I primi compagni – ‘una compagnia di uomini pii e dabbene’ – di Camillo nell’ospedale di san Giacomo agli Incurabili a Roma erano: p. Francesco Profeta (cappellano dell’ospedale) e i laici Bernardino Norcino, Curzio Lodi, Ludovico Altobelli, Benigno Sauri”.

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