Kenya: i Camilliani celebrano 40 anni di fondazione

di Padre Paolo Guarise

Parrocchia di Rodi KopanyE’ naturale che sia Tabaka il luogo dove i Camilliani del Kenya celebrano i 40 anni della loro presenza nel Paese. Anche se i Camilliani sono ormai presenti in diverse altre località, è sempre Tabaka che balza alla mente quando si parla della nostra missione nel Paese africano dell’Africa orientale. Non per nulla un articolo del 2003 della rivista Misssione Salute definiva Tabaka come La primogenita.

La data del 15 agosto 1976 è stata stabilita come giorno ufficiale della fondazione, anche se diversi Ministri degli Infermi dell’allora Provincia Lombardo Veneta avevano già messo piede a Tabaka per periodi più o meno brevi per saggiare il terreno ove stabilire la nostra opera; tale terreno era in effetti un ospedale già costruito qualche anno prima dalla Misereor tedesca nel territorio parrocchiale di Tabaka, diocesi di Kisii. Non è qui il caso di rifare la storia, tassello per tassello, partendo dalle lunghe trattative intercorse fra Monsignor Ercole Brocchieri (diocesi di Cremona) e P.Forsenio Vezzani (Provincia Lombardo Veneta); è possibile leggerne i particolari nell’agile libro di P. Giovanni Bonaldi I Camilliani in  Kenya da 25 anni (Verona, 2001).

Ospedale aperto e chiuso per due volte

Il vescovo di Kisii, Mons. Joseph Mairura Okemwa, che ha presieduto la concelebrazione eucaristica di anniversario svoltasi a Tabaka il 6 agosto 2016, ha detto che dobbiamo ringraziare il Signore se oggi possiamo celebrare la festa del 40° anniversario, poiché se fosse stato solo per le nostre forze, questa fondazione non avrebbe avuto un prosieguo dato che ai suoi primi inizi per ben due volte l’ospedale di Tabaka è stato aperto e poi chiuso per l’impossibilità di andare avanti! Viene spontaneo pensare che  successe la stessa cosa ad un’altra fondazione, quella del nostro Ordine, quando il Fondatore S. Camillo, scoraggiato dai continui insuccessi e opposizioni, fu sul punto di gettare la spugna se non fosse stato per il Crocifisso che staccando le braccia dalla croce gli disse con tono paterno: “Camillo, non angustiarti; questa pianticella crescerà perchè è opera mia, non tua!”.

Nonostante le vicissitudini e difficoltà che ancora ci affliggono  dobbiamo asserire che la Delegazione è in fase di continuo sviluppo perchè, facendo quattro conti, da un anno a questa parte vediamo che è stata aperta una parrocchia, sono stati ordinati quattro sacerdoti ed  accolti quattro nuovi professi.

Due pionieri ancora presenti sul campo

Ma ritorniamo alla festa del 6 agosto: sull’altare della celebrazione eucaristica attorno al Vescovo ed al Delegato Provinciale, P. Aloice Ochar, c’erano il Padre Francesco Avi e poco discosto da lui il Fratel Albano Balzarin, due pionieri della fondazione, gli unici ancora presenti sul campo, dato che gli altri sono ritornati in Italia, come P. Francesco Spagnolo e P. Mario Cattaneo; qualcuno degli altri arteffici di Tabaka è migrato altrove (ad esempio P. Emilio Balliana a Karungu,  P. Giuseppe Proserpio in Tanzania): tutti hanno contribuito a costruire quel mosaico di carità formato da tante tessere che possiamo identificare nelle opere di misericordia, come questo anno giubilare ci porta a riflettere. A questa breve, incompleta lista di testimoni viventi dovremmo aggiungerne una più lunga – purtroppo – di testimoni passati all’altra sponda che hanno contribuito in maniera determinante alla fondazione di Tabaka ed allo sviluppo successivo dei suoi germogli: P. Pio Rizzi, P. Giuseppe Confalonieri, Fr. Fabio Zeni, P. Rino Meneghello, Fr. Valentino Gastaldello, P. Gian Marco dal Bon, P. Pierino Cunegatti e – ultimamente – P. Stephen  Kavita e P. Richard Mutuku, due confratelli kenyani deceduti per incidente stradale.

All’inizio della celebrazione l’attuale Direttore dell’Ospedale, P. Julius Morara, ha letto un excursus storico dei 40 anni trascorsi, sottolineando l’apporto tra diverse realtà già sopra accennate: la diocesi di Cremona, quella di Kisii, la Misereor tedesca, la Caritas italiana, il sostegno morale e pastorale dei vescovi che si sono succeduti a governare la diocesi di Kisii: Mons. Otunga, Mons. Mugendi e l’attuale Mons. Mairura. Non sono stati sottaciuti i contrasti ed incomprensioni che si sono verificati, ad esempio, tra l’autorità medica e quella amministrativa, a tal punto da dover interrompere l’erogazione dei servizi. A nulla però sono valse queste difficoltà ed inceppi, perchè la forte di volontà di continuare espressa dalla Provincia madre e la disponibilità dimostrata dai religiosi e religiose hanno sempre prevalso.

Fratel Albano ritorna definitivamente in patria dopo 40 anni di vita missionaria

Benedizione delle offerteDiverse persone si sono succedute sul palco per congratularsi o per ringraziare, tutte invitate con savoir faire dal maestro delle cerimonie P. Samuel Oleck. Tra di esse la superiora delle Suore della Beata Vergine Sr. Giovanna Moraa, l’attuale direttore amministrattivo Fratel Joseph Khiyaniri, due Assistant County Commissioners, il Director of Public Health, il rappresentante dell’ Assicurazione NHIF Kisii Branch ed altri ancora come il P. Francis Mose, curato di Suneka, che ha condotto l’omelia su invito del vescovo. Terz’ultimo in ordine di tempo ha preso la parola Fratel Albano Balzarin il quale oltre che a ringraziare ha approfittato per salutare tutti perchè tra qualche giorno lascerà definitivamente il Kenya dopo 40 anni di attività missionaria svolta negli ospedali di Tabaka e di Karungu. Il suo intervento ha suscitato un coro di Wololooo (una sua tipica interiezione) da parte degli astanti a testimoniare la popolarità e bontà d’animo con cui viene ricordata la sua permanenza a Tabaka e Karungu.

Poi ha preso la parola P. Avi, l’attuale superiore della comunità di Tabaka, che per tanti anni è stato il direttore sanitario dell’ospedale e tuttora – nostante abbia passato gli ottanta da un po’ – si dedica con dedizione totale alle necessità di Tabaka. Tra le cose che ha detto ha tenuto a precisare che l’anniversario di oggi non commemora solo la fondazione di Tabaka, ma anche i germogli che Tabaka ha prodotto, vale a dire le altre tre comunità della Delegazione – Bolech House, Seminario e Karungu – che operano a diversi livelli in altre località del Paese.

Una Messa durata cinque ore

Infine il Delegato Provinciale Padre Aloice ha ringraziato il Vescovo e i numerosi volontari che nel corso degli anni hanno lavorato – anche per diversi anni consecutivi – a fianco dei religiosi (un esempio per tutti, la coppia Aldo e Mariarosa Cassata). Un grazie particolare è stato rivolto alle Suore Camilliane Ministre degli Infermi che fin dagli inizi (ricordiamo in particolare Sr. Maria Grazia, Sr. Emilia, Sr. Veronica, Sr. Anastasia) hanno contribuito in modo determinante alla crescita dell’ospedale. Gratitudine e gioia sono state espresse ai numerosi ospiti giunti per l’occasione. Alcuni di essi erano venuti da Nairobi facendo il viaggio di notte in pulman, per ritornare poi – sempre in pulman e di notte – nella capitale.

La celebrazione eucaristica è durata cinque ore: è iniziata alle 11.00 ed è finita alle 16.00; il pranzo è stato offerto a tutti ed è iniziato alle 16.30; per l’occasione sono state macellate due mucche. Nel palco allestito per la Messa è successo di tutto. Ben inteso, niente di proibito! Solo cose molte “colorite” che in un contesto occidentale susciterebbero per lo meno meraviglia e sorpresa, come portare davanti all’altare, tra le offerte, un montone vivo e vegeto che il vescovo ha benedetto tracciando un segno di croce sulla testa. Alla fine della Messa tutti i concelebranti – una ventina – hanno danzato assieme, percorrendo diverse volte in forma circolare il piazzale davanti al palco, muovendo fianchi e braccia senza alcuna restrizione. E, ciliegina sulla torta – è proprio il caso di dirlo -, a conclusione della Messa è stata benedetta la torta del 40° anniversario dal Vescovo stesso, che è poi stata tagliata e… servita a tutti i celebranti, seduti attorno all’altare, vestiti dei sacri paramenti.

Sviluppi recenti: la Delegazione in cifre

Tabaka, i bambini della scuolaDal 15 agosto 1976,  giorno della sua nascita, la fondazione di Tabaka si è presto trasformata in Delegazione. Per  la precisione ciò è avvenuto ufficialmente nel 1987 con P. Gian Marco Dal Bon come primo Delegato Provinciale, tuttavia già nel 1978 P. Rino Meneghello si stabilisce a Nairobi quale Procuratore della missione.

Dopo 40 anni di atttività su diversi campi, come su quello sanitario (ospedali), pastorale (cappellanie), formativo (seminario) e parrocchiale, la Delegazione consta di 30 religiosi professi perpetui (di cui 27 sacerdoti e 3 fratelli), 16 professi temporanei (studenti di teologia) e 12 postulanti (studenti di filosofia). Le comunità sono quattro: Tabaka, fondata nel 1976 nella diocesi di Kisii; Bolech House, sorta nel 1979 nell’arcidiocesi di Nairobi; St. Camillus Seminary, aperto nel 1986 ma costituito come comunità qualche anno dopo e Karungu, aperto nel 1993 nella diocesi di Homa Bay.

In Tabaka negli anni ’90 è stata istituita una rinomata Scuola per Infermieri. In Karungu oltre che all’ospedale è stata costruita un Casa-famiglia per bambini sieropositivi, il Noviziato, il Blessed Tezza Complex per scuole Elementari e Superiori e una libreria cattolica. Agli inizi degli anni 2000 la comunità di Bolech House ha costituito un Centro di Pastorale Sanitaria che in principio era localizzato in un edificio preso in affitto mentre ora è parte di un nuovo edificio da poco terminato, che ha rimpiazzato la vecchia Bolech House, costruzione colonica risalente agli anni ’50 e ora demolita.

Nel 2012 la Delegazione si è aperta ad una nuova attività pastorale, accettando l’amministrazione della Parrocchia “Our Lady Help of Christians” di Ndundu, nell’Arcidiocesi di Nairobi. Nel 2014 la Diocesi di Homa Bay ci ha affidato la Parrocchia “St. John the Baptist” di Rodi Kopany – situata tra Tabaka e Karungu – che appartiene giuridicamente alla comunità di Tabaka. Nel 2015 la Delegazione accoglie l’invito del Cardinale John Njue dell’Arcidiocesi di Nairobi ed assume una nuova parrocchia, “St. Peter Parish” situata a 15 Km dalla capitale, presso la cittadina di Ruiru.Sia questa parrocchia che quella di Ndundu dipendono dalla Comunità di Bolech House. Sotto questa comunità appartengono pure quattro cappellanie delle quali tre sono cappellanie ospedaliere (Nairobi Hospital, St. Francis Community Hospital e Mater Hospital) mentre l’altra è la cappellania della Mount Kenya University situata a Thika.

Il prossimo passo da fare è il passagggio giuridico da Delegazione a Vice-Provincia, per il quale si sta già lavorando. Intanto in questi giorni quattro giovani professi temporanei, dopo avere concluso l’anno di pastorale, hanno presentato la domanda per la professione perpetua: tale decisione infonde coraggio  nell’animo di tutti noi per procedere con entusiamo – e con il loro diretto contributo – nel cammino intrapreso 40 anni or sono.

GALLERIA FOTOGRAFICA

Salva

Salva