La professione solenne di San Camillo e i suoi primi compagni 1591

IMG_1775Correva l’anno 1591. Il 15 ottobre dello stesso anno moriva Papa Gregorio XIV, lo stesso Papa che con Motu Proprio aveva approvato e confermato la Congregazione, il successivo 29 ottobre sale al soglio pontificio Papa Innocenzo IX. Il più grande desiderio del Padre Camillo era quello che la Sua Congregazione fosse elevata ad Ordine determinato a veder realizzato questo suo desiderio e ad emettere quanto prima la sua Professione Solenne.

Questo momento fondamentale per la storia dell’Ordine ci viene descritto dal primo cronista e biografo di San Camillo, P. Sanzio Cicatelli, anch’esso parte del gruppo dei 25 compagni di Camillo che professeranno lo stesso giorno 8 dicembre 1591. Così recita la Vita Manoscritta:

Nel che anco parve che la santissima madre delle misericordie volesse mostrare al mondo che questa

Congregatione doveva essere tutta sua. Poi che essendo Camillo divotissimo di San Michele Arcangelo, e di San Francesco, haveva designato di farla in uno di questi giorni. (p. 143) Ma la Santissima Regina de Cieli (per l’intercessione della quale Camillo tanti anni prima era stato convertito à Dio nel giorno della sua Purificatione; nell’Assuntione haveva havuto il primo pensiero di fondar la Compagnia, e nel giorno della

Natività gli haveva dato principio vestendo i suoi compagni) volse anco che lui (per li molti impedimenti ch’avennero per le sedi vacanti) fusse trattenuto à farla fino al giorno della sua immacolata Concettione. Il che fu di estremo contento a tutti i suoi compagni per il desiderio ardentissimo che havevano di star sempre sotto la perpetua tutela e fidelissimo patrocinio d’essa sempre Immacolata Vergine.

Il Santo Fondatore fu ben lieto che la Vergine Immacolata predisponesse Lei stessa le circostanze in modo da avere anche in questa occasione la precedenza che le spettava e che le era sempre stata data. Tanto più che proprio a Lei Camillo si era rivolto con particolari preghiere e formali preghiere per ottenere questa stessa sospirata grazia della solenne Professione dei voti.

Dalla preziosa testimonianza si denota la devozione profonda di Camillo prima, e di tutto l’Ordine religioso dei Ministri degli Infermi poi, nel riconoscere l’Alto Patronato della Madre di Dio affidandosi pienamente ad essa e alla Sua protezione.

E’ quindi con trasporto e venerazione che la mattina dell’8 dicembre del 1591 “giorno della purissima Concettione “ che, nella chiesa gremita di fedeli della Maddalena, Camillo emise la Professione Solenne dinnanzi all’Arcivescovo, pronunziando la seguente formula:

Ego Camillus de Lellis profiteor et solemniter voveo Domino Deo nostro, et tibi Ill.mo Domino (Sanctissimi Domini Nostri ex concessione Apostolica ad hoc speciale munus locum tenenti) coram Sacratissima Virgine eius matre, et universa Curia Coelesti perpetuam Paupertatem, Castitatem, et Obedientiam, et perpetuo inservire (tanquam praecipuum nostri Instituti ministerium) pauperibus infirmis, quos etiam pestis incesserit, iuxta formulam vivendi contentam in Bulla Congregationis Ministrantium Infirmis, ac in eius Constitutionibus auctoritate Apostolica tam editis iam, quam in posterum edendis.

Dopo aver emesso la sua professione, lo stesso Camillo, nello stesso giorno, accettò le professioni dei suoi 25 compagni ( cfr. Cicatelli).

Questa grande devozione verso La Vergine si è protratta nei secoli sino ad oggi. A testimonianza di ciò sembra doveroso ricordare che nel 12° Capitolo Generale del 1655, vero e proprio Congresso Mariano, fu decretato che ogni professo rinnovasse i voti solenni nel giorno dell’Immacolata Concezione. L’8 dicembre dell’anno successivo, il Generale, P. Albiti, con solenne cerimonia, consacrava l’Ordine alla Madonna.

La statua dell’Immacolata

IMG_1752La tradizione vuole che i voti venissero pronunziati dinnanzi alla statua lignea dell’Immacolata che sembra appartenesse ab origine all’Antica Chiesa della Maddalena, insieme all’altra statua della titolare, e che l’una e l’altra essendo impossibile rimuoverle dalla loro sede “per trasferirle e collocarle in altra Chiesa, senza provocare ammirazione e commenti poco lusinghevoli da parte dei fedeli, ivi rimasero, quando la Chiesa passò dall’Arciconfraternita del Gonfalone ai Nostri”.

Purtroppo però ad oggi non si è trovato alcun documento che attesti la presenza di queste due statue, né le testimonianze dei biografi più antichi ne fanno menzione.

Oggi, dopo aver avuto varie collocazioni all’interno della Casa Generalizia, dalla Sala Capitolare, al Refettorio, la statua si trova al primo piano della Casa, nella nuova ala del Museo di San Camillo inaugurata nel corrente anno in occasione del quarto centenario della morte del Santo, e, da molti anni, viene posta in Chiesa durante la festa dell’Immacolata affinché i religiosi possano rinnovare i loro voti solenni così come si vuol pensare abbia fatto lo stesso Padre Camillo e i suoi primi compagni.

Neppure la datazione sembra essere certa: si ipotizza tra la metà e la fine del cinquecento, e sembrerebbe essere di derivazione dell’arte dei Caracci, famiglia di artisti bolognesi.

Comunque anche se non storicamente accertato a noi piace immaginare che Camillo e i suoi 25 compagni emisero la loro prima professione dinnanzi alla statua della SS. Regina del Cielo Padrona e Protettrice dell’Ordine, in cielo e in terra. Certo è, comunque, che al di là di qualsiasi documentazione cartacea, nel cuore di tutti i Figli di S. Camillo è scritto ch’essi appartengono alla Vergine Immacolata.

Bibliografia:

Vita Manoscritta di P. Sanzio Cicatelli; a cura del P. Piero Sannazzaro pp. 117 – 120
Doveva essere tutta sua : la dimensione mariana di S. Camillo de Lellis / Felice Ruffini (pp.144 – 164)
Memorie storiche intorno a S. Camillo de Lellis … : nell’occasione del 3. centenario della morte del santo, 1614-1914 / Michele Amici (pp. 105-110)

Per chi volesse continuare la riflessione QUI può scaricare “L’Immacolata” tratto da il Domesticum, Bollettino Storico dell’Ordine, anno 1926 di p. Vanti

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