Riflessione di P. Augusto Chendi per la XXII Giornata Mondiale del Malato

Riflessione in margine al Messaggio di Papa Francesco

per la XXII Giornata Mondiale del Malato

di

p. Augusto Chendi, M.I.

Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per  gli Operatori Sanitari
(per la Pastorale della Salute)

 

In occasione della Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà il prossimo 11 febbraio, Memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes, il Santo Padre ha inviato a tutta la Chiesa un Messaggio, che, in questa XXII edizione, propone ed approfondisce il tema: Fede e carità: «Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3,16).

P_Chendi_sitoIl binomio fede e carità, scelto da papa Francesco, sembra inusuale, se affidato alle persone ammalate, quali primi destinatari del Messaggio. Esse, infatti, solitamente vengono intese piuttosto come destinatari della fede, che si rende operosa e concreta nella carità. Anche i malati, invece, in forza dell’assunzione della sofferenza e della malattia operata da Gesù, che le ha trasformate e ridimensionate nel loro intimo, possono essere artefici di un darsi incondizionatamente all’altro per lo stesso amore del Figlio di Dio.

Le loro sofferenze e pene, pertanto, illuminate e sostenute dalla fede, si trasformano in forza per amare fino alla fine, anche i nemici, cosicché l’odio, l’incomprensione e, peggio ancora, l’indifferenza non hanno più l’ultima e definitiva parola. «La prova della fede autentica in Cristo – sono le parole contenute nel Messaggio di Papa Francesco – è il dono di sé, il diffondersi dell’amore per il prossimo, specialmente per chi non lo merita, per chi soffre, per chi è emarginato».

Non meno importante, però, resta la coerenza della testimonianza cristiana della fede, richiesta per coloro che in modo del tutto singolare si chinano nel gesto dell’amore misericordioso verso il prossimo infermo, abbandonato, emarginato. È la schiera di professionisti della salute, di familiari, di operatori pastorali nel campo della salute, di membri del variegato mondo del volontariato, ma anche di sacerdoti nelle parrocchie, di ministri straordinari dell’Eucaristia, di semplici laici… che in forza del Battesimo e della Confermazione sono chiamati ed abilitati a conformarsi a Cristo, Buon Samaritano, stemperando nel vissuto quotidiano e silenzioso il «dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3,16).

Un gesto non eclatante, ma intriso di professionalità e di vicinanza appassionata, attenta e rispettosa, che dischiude in sé l’intima missione affidata da Gesù alla Chiesa: «li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire i malati» (Lc 9, 2). In tale contesto, il mondo della salute nel suo insieme, complesso per le persone coinvolte e complementare nelle reciproche responsabilità, viene inteso da Papa Francesco come uno strumento insostituibile e prezioso di evangelizzazione. Così, infatti, il Santo Padre afferma nel suo Messaggio: «Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro che sono bisognosi di cure, portiamo la speranza e il sorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo. Quando la dedizione generosa verso gli altri diventa lo stile delle nostre azioni, facciamo spazio al Cuore di Cristo e ne siamo riscaldati, offrendo così il nostro contributo all’avvento del Regno di Dio».

Si tratta, certamente, di un impegno arduo, ma al tempo stesso esaltante, che imprime nuovo impulso al mondo della salute e della pastorale sanitaria, sul quale veglia Colei, che ai piedi della Croce ci è stata affida come Madre: persone ammalate e operatori sanitari, come tutti i componenti del mondo della salute, sono collocati – secondo le stesse parole di Papa Francesco – in uno spazio privilegiato ed esclusivo: «Chi sta sotto la Croce con Maria, impara ad amare come Gesù». 

Scarica qui la presentazione alla Giornata Mondiale del Malato del  Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari  (per la Pastorale della Salute) Sua Ecc. Monsignor Zygmunt Zimowski

Leggi qui la Rassegna Stampa