7 dicembre 1591 Camillo viene eletto Generale della Religione

In copertina (AGMI 2331): Originale in pergamena dell’atto redatto dal notaio capitolino Giovanni Prisco Giovenale, dell’elezione di san Camillo de Lellis a primo Generale dell’Ordine che ebbe luogo il 7 dicembre 1591. Alla cerimonia della prima professione, doveva precedere, per disposizione della Bolla di Fondazione: “Illius qui pro gregis”, l’elezione del Generale.

Per la morte del Pontefice Gregorio XIIIJ. fu creato Papa Innocentio Nono alli 29. d’Ottobre 1591. Nel cui Pontificato desiderando Camillo dar fermo stabilimento alla Congregazione determinò far quanto prima la sua Professione. Nel che anco parve che la santissima madre delle misericordie volesse mostrare al mondo che questa Congregatione doveva essere tutta sua. Poi che essendo Camillo divotissimo di San Michele Arcangelo, e di San Francesco, haveva designato di farla in uno di questi giorni.

Ma la Santissima Regina de Cieli (per l’intercessione della quale Camillo tanti anni prima era stato convertito à Dio nel giorno della sua Purificatione; nell’Assunzione haveva havuto il primo pensiero di fondar la Compagnia, e nel giorno della Natività gli haveva dato principio vestendo i suoi compagni) volse anco che lui (per li molti impedimenti ch’avennero per le sedi vacanti) fusse trattenuto à farla fino al giorno della sua immacolata Concettione. Il che fu di estremo contento a tutti i suoi compagni per il desiderio ardentissimo che havevano di star sempre sotto la perpetua tutela e fidelissimo patrocino d’essa sempre immacolata vergine.  Ma non potendosi venire à quest’atto se prima non si faceva l’elettione del Generale per esser cosi disposto nella Bolla, ordinò che si venisse alla detta elettione. Per questo havendo esso la sera avanti fatto congregare tutti di casa dissero loro che l’giorno seguente si doveva fare la elettione del Generale pregando tutti che si volessero caldamente raccomandare a Dio facendogli sopra ogni altra cosa intendere che non pensassero punto della sua persona non conoscendosi egli atto al governo per essere semplice et idiota, anzi pieno di mille imperfettioni et inhabilità, particolarmente per sentirsi molto consumato e destrutto.

Portando in questo l’essempio dei Contadini con dirgli che anco quelli (quando le lor zappe erano fruste e consumate che le mettevano in un cantone à riposare). Cosi anco desiderava lui che à guisa di zappa vecchia fusse lasciato stare in un cantone suddito per maggiormente potere attendere à se stesso, et al servigio dei poveri. Ma con tutto ciò (havendo i padri solamente riguardo alla sua gran bontà) il giorno appresso con voto di tutti coloro che portavano la Croce della casa di Roma, alhora in numero trentasei fu eletto Generale in vita; il che fu alli 7 dicembre 1591. Nella presenza d’un publico Notaio, e del p. Maestro Agostino Vicario Apostolico dell’Ordine Augustiniano, mandato dal Cardinal Mondovi come Protettore, che in suo luogo assistesse. La cui elettione publica fu subito dal p. Francesco Profeta, e dal P. Biasio Oppertis fatta testimonianza ch’anco quelli della casa di Napoli l’havevano nominato per tale Ufficio. Onde vedendo esso non poter resistire alla divina volontà accettò non senza sua molta mortificatione quel carrico, andando per questo tutti di casa à prestargli la solita obedienza con baciargli la mano. Il che fatto furono subito da lui nominati coloro che dovevano nel giorno seguente far la solenne Professione insieme con lui. Nominando solamente in ciò venti sei tra Padri e fratelli, cioè tutti quelli che ritrovandosi alhora in Roma havevano passato due anni in Congregazione.

Il rimanente del giorno si consumò poi da sudetti nominati altri facendo il suo testamento, et altri confessione generale. Ma Camillo particolarmente per atto publico rinuntiò li scudi seicento al Signor Fermo Calvi che gli donò per suo patrimonio quando si volse ordinare sacerdote.

(tratto da: Sanzio Cicatelli, Vita del p. Camillo de Lellis, cap. 66)

Leggi  qui il il file con la trascrizione del testo della ‘pergamena’