Camillo de Lellis – L’ospedale, un paradiso

Luigi Santucci

San Camillo visto da un romanziere. È il noto scrittore cattolico italiano Luigi SANTUCCI, autore, tra l’altro, di “Lo zio prete”, il “velocifero”, “Volete andarvene anche voi?”, ecc. In queste pagine, pubblicate su MESSAGGERO (luglio – agosto 1984), nella sezione “Un santo al mese”, il Santucci ci presenta un San Camillo che ha senz’altro suscitato in lui un certo fascino.

Che è quello spilungone che incede zoppicando, con il crocifisso in mano e l’orinale alla cintura, fra i letti di un ospedale? Non è nato in questa foggia né in questi ambienti, l’”infermiere” Camillo de Lellis, comparso al mondo sulla collina abruzzese di Bucchianico, nell’anno Domini 1550. Chi vada a riveder le sue bucce giovanili, lo scoprirà impannucciato da “soldatuccio” (come disse lui) di ventura: a Zara, a Corfù, con le truppe dei veneziano che sfidano i turchi. Non è zelo di crociato questo di Camillo, ma prosaica fame di soldi per assecondare il suo incorreggibile vizio; il gioco d’azzardo nelle taverne o sui tamburi di un accampamento; nella sua mano, niente qui crocifisso ma dadi e carte.

Ma c’è un altro impensabile travestimento: eccolo nel saio cappuccino, che vestirà a Manfredonia nel 15575. Che gli è successo? Una spuria, malcerta vocazione di cane fallito e sbandato, che non sarà la sua. A farlo radiare dal convento di quei francescani provvede la piaga che gli si è aperta nella gamba e che inchioderò per quattro anni quello strano tipo, capovoltosi da mercenario e biscazziere a postulante cappuccino.

Sarà dunque quella piaga a decidere. “Il cielo mi ha mandato questa infermità perché io mi tenessi sempre obbligato agli infermi e imprigionato negli ospedali”. E per più imparentarlo con malati e malattia, lo affliggerà a vita, per 38 anni, anche un’ernia inguinale che Camillo invano cercherà di contenere con un robusto cinto-cilicio di ferro. A volte quella gamba e quella ernia abbatteranno il gigante di oltre un metro e ottanta ai livelli del pavimento: allora lo vedremo dare le sue prestazioni di infermiere camminando per la stanza carponi, con le mani e i piedi per terra.

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