Carlo Maratta autore dell’icona «Il Crocifisso conforta Padre Camillo»

maratta felix

Articolo tratto dal sito: http://www.sancamillo.org

di p. Felice Ruffini

In preparazione al «400mo Anniversario del Transito del S.P. Camillo», 14 luglio 2014, attuando intense ricerche nei nostri Archivi al rinvenimento di documentazione particolarmente dedicata a noti brani musicali che vengono eseguite nelle nostre Chiese, si ebbe la fortuna di incontrare una ingiallita immaginetta stampata a Parigi con tema del “Crocifisso conforta Padre Camillo”, con questo testo “in calce”: «C. Maratti pinxit \ A.W. Schulgen Edit du St Siege. \ Paris 25 rue St. Sulpice».

L’attribuzione che veniva data al noto pittore Carlo Maratta, di Camerano delle Marche (1625-1713), innestò una ricerca quasi ossessiva dell’originale che da qualche parte doveva pur esserci, anche se le “fonti storiche” a disposizione non ne facevano alcun accenno, benché fosse noto un nutrito patrimonio “Iconico” dei primi tempi con Opere ispirate all’esperienza mistica che il S.P. Camillo ebbe nella sua vita, che partivano da quella avuta all’Ospedale San Giacomo giovane e neo-convertito con incarico di “Maestro di Casa”, quando osteggiato e non compreso per quella novità di dare vita ad “una Compagnia d’huomini pij e da bene che non per mercede, ma volontariamente et per amor d’Iddio gli servissero con quella charitá et amorevolezza che sogliono far le madri verso i lor proprij figlioli infermi” sentì dal grande Crocifisso che aveva nella sua stanza quel «Non temer pusillanimo camina avanti ch’io t’aiutarò e sarò con teco, e cavarò gran frutto da questa prohibitione…», che fu l’avvio per la grande impresa di dare vita alla Congregazione.

Crocifisso conforta Camillo [Convento 7 Dolori - Maratta]La caparbia ricerca è stata occasione costante di rinvenimento, o addirittura di autentiche scoperte di Opere sparse non solo in Roma, ma anche in lontani luoghi dove i Camilliani sono stati presenti, anche nel così detto “Nuovo Mondo”, e ne abbiamo fatto peculiari “pagine web”. Copie ispirate all’originale, con i “soggetti identici” e posizionati allo stesso modo, ma di evidente  “pennello” di buon copista ma non certamente dell’Autore Principe…

E finalmente tanta appassionata ricerca ha portato al rinvenimento nella Chiesa dei “Santi Vincenzo e Anastasia” a Fontana di Trevi, quella che riteniamo essere l’originale realizzata dal Carlo Maratta. Questa Chiesa fu officiata dai Camilliani dal 1839 al 1910, quando venne inaugurata la “Parrocchia San Camillo agli Orti Sallustiani” voluta da Papa San Pio X, grande devoto del Nostro Santo.

A sostegno di questa nostra tesi, la segnalazione che nell’ex CONVENTO delle “Oblate Agostiniane di Santa Maria dei 7 Dolori”  con opere del Carlo Maratta, sulla strada che s’inerpica al Gianicolo da Piazza Trilussa, da qualche anno commutato in «Hotel Duchessa Camilla Savelli» a 5 Stelle, vi era un quadro del “Crocifisso che conforta San Camillo” dello stesso Autore, che lasciamo alla vostra contemplazione e valutazione trarre le conclusioni….

Dello storico camilliano P. Cosma Lenzo, che scrive nel 1641, inseriamo la descrizione che fa dell’affresco sulle pareti della “Infermeria” dove morì San Camillo, una «descrizione fotografica» ben confacente con il “Quadro della Duchessa Savelli”:

«La mano esperta di un nostro Sacerdote religioso professo, di nome Francesco Meloni, napoletano, ornò mirabilmente quell’oratorio, diviso in vari settori, con dipinti “a olio”, come si dice, espressi con nobile creatività… L’altare, sul quale si celebra quotidianamente, è posizionato nella parte opposta alla porta, a ridosso della parete. Al suo centro è stato collocato il santissimo simulacro del Crocifisso, lo stesso che aveva parlato, consolandolo, al nostro padre afflitto dalle angustie, di cui è stato più volte riferito. Sulla sinistra ai suoi piedi si vede il padre Camillo, in ginocchio, sulla lato destro è dipinto l’arcangelo S. Michele; al lato sinistro, l’Angelo Custode: le pareti, del luogo in cui si trova l’altare si alzano un po’ circolarmente fino al punto di incurvatura del soffitto a volta, formando così una specie di abside…»

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