La reliquia del cuore di san Camillo: riflessione di padre Eugenio Sapori

Si è appena concluso il pellegrinaggio della reliquia del cuore di San Camillo a Mesagne e a Cosenza: per l’occasione abbiamo chiesto al camilliano padre Eugenio Sapori, professore ordinario del Camillianum, che significato assume questo “viaggio”, nel quarto centenario della mor­te del Santo, ancora ricco di appuntamenti in diverse diocesi d’Italia

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Padre Sapori, che valore ha il pellegrinaggio del Cuore di San Camillo nei luoghi di cura 

1493371_10202123615986965_1111046916_oL’ospedale – per san Camillo – era “la mistica vigna del Signore” in cui lavorare per servire Gesù nella persona dei malati. In questo importante anniversario diventa allora preferenziale  portare la reliquia del Cuore del Santo nei luoghi in cui ancor oggi è presente lo stesso Signore perché c’è un profondo legame tra l’amore di Camillo per i malati ed il loro desiderio di conforto fisico e spirituale.

L’esposizione della reliquia non è un atto di idolatria o di feticismo, ma ha un profondo ri­svol­to pastorale: perché?

Si tratta di un’espressione che costituisce un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, ma sen­za volerla sostituire. È rivivere in altre forme – più popolari e più immediate – la vita di Cristo che non solo si è fatto uomo, ma ha dato se stesso per noi fino alla morte come ci ha insegnato san Ca­millo con la sua vita di dedizione profonda al bene del malato nella totalità della sua persona profondamente segnata nel corpo e nello spirito.

Da dove deriva la tradizione di venerare le reliquie dei Santi e perché è così importante per i cat­tolici?

Fin dall’inizio del cristianesimo la Chiesa ha tenuto in particolare considerazione i corpi dei martiri che avevano testimoniato la loro fede in Cristo, tanto da celebrare l’eucaristia presso i luoghi della loro sepoltura. Con il trascorrere dei secoli si è avuta una uguale prospettiva anche per persone sante, spesso con poteri miracolosi in favore dei malati  dei bisognosi. Anche per tale motivo la religiosità del popolo, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione in varie forme di pietà tra cui la venerazione dei ‘resti’ (reliquie) del loro corpo. Si tratta di un legame profondo ricercato e realizzato tra i santi ed i fedeli con riferimenti non solo spirituali ma anche più ‘tangibili’.

La reliquia di San Camillo quale insegnamento spirituale ci lascia?

Il cuore di San Camillo, conservato ancora quasi intatto a quattrocento anni dalla sua morte, lascia un grande insegnamento anche per il nostro tempo, così attento ai ‘messaggi del cuore’. Il messaggio di Camillo si può riassumere molto bene nella frase “più cuore nelle mani” come descritto nel logo del IV centenario: il cuore dice ancora oggi amore, tenerezza, compassione, affetto, dedizione… È un messaggio antico, ma sempre nuovo come ha detto Gesù: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34; cfr. anche 1Gv 2,7-8). È valido non solo per oggi, ma per sempre dal momento che alla fine della  nostra vita saremo giudicati sull’amore: Ero infermo e mi avete visitato… venite benedetti nel mio Regno preparato per Voi (cfr. Mt 25,31-46).

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