Mario Bizzotto – Male sofferenza malattia. Saggi sul dolore

BIZZOTTOMario Bizzotto, Male sofferenza malattia. Saggi sul dolore, camilliani.it, 2015

L’uomo contemporaneo vive male il dolore, lo vive tragicamente senza trovare un’uscita di sicurezza. Le stesse grandi narrazioni, che rispecchiano una mentalità, si concludono generalmente nella catastrofe. Kafka potrebbe essere riconosciuto come il profeta del presente.

È noto il lamento di Rilke: noi dissipatori del dolore! Lo siamo perché abbiamo dimenticato la speranza. Al suo posto subentrano la ribellione, l’angoscia e le lacrime di Cassandra, di cui siamo i figli erede creati a sua immagine e somiglianza. Facciamo parte d’una società liquida e noi, quali suoi fedeli interpreti, siamo altrettanto liquidi.

Se al male non si sa rispondere se non con l’esperienza dell’angoscia, la nostra è la risposta del naufrago. È capace di aprire il sipario su un mondo spoglio, disadorno, ridotto al pure dato di fatto, è però incapace di scoprire il lato umano delle cose: la gioia che la presenza degli essere più semplici infonde nell’anima, la solidarietà e il conforto dei propri simili che ci traggono da una solitudine crudele. L’angoscia non è un rimedio che libera e salva dal male e tanto meno dal male dei mali: la morte, dietro la quale resta l’incompiuto e dell’irrecuperabile. C’è il rammarico dei compiti rimasti in sospeso, delle scelte sbagliate, delle occasioni perdute. A tutto questo solo la speranza può offrire un appoggio, ricordare che il mondo sarà redento e che in fondo l’intera realtà provvisoria è solo un’immagine d’una realtà superiore.