Pillole Camilliane I – La storia di P. Thierry e Gregoire

Gregoire

Gregoire

Gregoire capì che questi malati che aveva sempre visto nelle strade della sua città in realtà non li aveva mai guardati veramente. Queste povere anime, abbandonate dai loro familiari per paura della loro aggressività, non avevano nessuno a cui chiedere aiuto e conforto e il più delle volte, se non venivano legati ad un albero per non farli scappare, vagavano nelle strade della città.

G. oggi gestisce, insieme ad alcuni collaboratori e alla moglie, una serie di centri di accoglienza, centri di cura, centri per anziani e qualche centro di distribuzione delle medicine, tutto per quelli che considera non i suoi malati ma i malati di Dio.

P. Thierry conosce personalmente G. durante il Capitolo Generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi nel 2007: “lui venne per presentare la sua opera e io mi sono sentito da subito chiamato, interpellato (…) Prima di incontrare G. pensavo che il miracolo fosse una cosa straordinaria e che arrivava una volta per secolo, ma con lui è l’atto quotidiano. Non è il grande evento è la quotidianità il miracolo.”

P. Thierry il 15 ottobre partirà per il Benin. Per i primi mesi si recherà nei centri di cura creati da G. per conoscere bene il loro funzionamento ma soprattutto per conoscere le persone che ci lavorano, che accompagnano i malati nel loro percorso di sofferenza. Molti di loro hanno scelto, per lo più giovani, hanno deciso, come San Camillo, di “servire i malati a vita”. Il Compito di Thierry sarà quello di aiutarli a capire la loro vera natura: congregazione religiosa o gruppo laico. Un compito che è stato richiesto direttamente da G. il quale li vede come i suoi successori, coloro che erediteranno la sua opera e l’organizzazione dei centri.

P. Thierry de Rodellec

P. Thierry de Rodellec

Come ha più volte sottolineato P. Thierry durante l’intervista, uno degli elementi importanti, l’idea di fondo che arriva dall’opera di G. è che “per la prima volta, c’è un africano per l’Africa. Quest’opera non è iniziata dagli europei, dagli occidentali. E’ un africano che non ha niente per gli africani che non hanno niente, Mi sembra molto importante che oggi e in futuro nessuno occidentale si intrometta nell’amministrazione di quest’opera.”

L’opera di Gregoire è sostenuta attraverso le tante donazioni che riceve. Per altri versi cerca di essere indipendente, come nella produzione autonoma del cIn o attraverso la scuola agraria per i malati, ma anche per tutti i bambini della zona.

Lo Stato paga per ai centri il consumo di acqua e elettricità.

La Provinica Francese ha già da sei mesi iniziato a cercare i fondi per costruire un centro, un ospedale psichiatrico in Togo per l’associazione di Gregoire.