Sierra Leone: la breve storia del laboratorio che ha “salvato” più di 100 mila persone

 a cura di Vittorio Colizzi e Marco Iazzolino

holy spirit

L’ospedale diocesano Holy Spirit

Il laboratorio (MBIL) per testare e combattere  l’ebola nasce come idea nel pieno dell’epidemia.  Il desiderio e la progettualità assumono una forma specifica nell’autunno del 2014 grazie al lavoro del tavolo “fratelli d’ebola” ed il contributo della Cei e della Caritas.

Le attività svolte sono state di tre tipi: diagnostiche (PCR) ed immunologiche (Elisa), formative e di training, di trasferimento tecnologico e ricerca.

Attività svolte grazie alla collaborazione con l’università di Tor Vergata (roma), la CTF e l’ospedale diocesano Holy Spirit.

Il MBIL è stato attivato principalmente per permettere la riapertura dell’Ospedale Holy Spirit di Makeni chiuso nell’Agosto del 2014 per il diffondersi dell’Epidemia nel Distretto di Bombali. Il MBIL è attrezzato per svolgere in sicurezza la diagnostica molecolare e sierologica del virus Ebola e di altri virus emergenti e riemergenti, quali il virus dell’HIV e dell’Epatite B e C. Tutte le attrezzature, le metodologie utilizzate e il personale operante sono a norma e rispettano le GLP (Good Laboratory Practice).

L’attività di diagnostica molecolare (PCR) è divenuta un’attività di routine, che viene eseguita a qualsiasi ora della giornata, anche dal personale tecnico dell’Ospedale. Per il momento le analisi vengono sempre controllate e certifica dalla presenza di almeno un esperto italiano o camerunese. In questi mesi il MBIL ha effettuato oltre 50 referti negativi per virus Ebola in PCR, permettendo di escludere che i pazienti  all’interno dell’Ospedale fossero infettati con il virus Ebola.

L’attività di diagnostica immunologica si basa sulla ricerca di anticorpi anti-Ebola col metodo Elisa (Kit commerciale) nel siero di pazienti o di soggetti ad alto rischio d’infezione. Oltre 500 analisi sierologiche sono state eseguite sia nel personale ospedaliero, sia nei soggetti sopravvissuti all’EVD che in contatti ad alto rischio (soggetti sottoposti a quarantena), portando all’identificazione di numerosi (oltre il 11%)  soggetti asintomatici, infettati dal virus ed identificabili per la presenza di anticorpi specifici nel loro siero.

L’attività di formazione è stata di tre tipi: I) lezioni e training per i tecnici di laboratorio (20) degli ospedali pubblici e privati di Makeni, II) lezioni per 11056614_923676937679118_8393947381400262195_ogli studenti (40) della Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Makeni, III) potenziamento della Facoltà di Medicina dell’Università della Sierra Leone.

Ambedue i corsi a Makeni sono stati seguiti in maniera costante per oltre quattro mesi sia dai tecnici sia dagli studenti. L’attività svolta ha coinvolto molto anche le autorità accademiche dell’Università di Makeni che ha proposto di modificare e rafforzare il curriculum del Master in Sanità Pubblica, con la collaborazione dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Cambridge. Il Dr. Raoul Emeric Guetiya Wadoum è stato assunto per tre anni dall’Università di Makeni proprio per continuare questa attività di formazione, oltre che di diagnostica e ricerca al MBIL.

Per quanto riguarda la Facoltà di Medicina dell’Università della Sierra Leone presso l’Ospedale Universitario di Cannought di Freetown sono stati organizzati degli incontri e delle lezioni, con l’obiettivo di sensibilizzare i docenti alla necessità d’istituire un Laboratorio di Alta Formazione ed Alta Tecnologia per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive.

Tutta l’attività di ricerca è stata effettuata nell’ambito di uno specifico Progetto di siero-sorveglianza approvato dal Comitato Etico e Scientifico del Ministero della Sanità della Sierra Leone. Le attività sono state svolte in collaborazioni con le organizzazioni nazionali (Ministero, HSH) e internazionali (OMS, Unione Africana) operanti nel distretto di Makeni. Un abstract è stato accettato e pubblicato al Convengo sull’Ebola di Parigi del luglio 2015, e due lavori scientifici sono in corso di pubblicazione.

11934501_923677061012439_1797701724480429384_oL’Università di Cambridge ha deciso di spostare presso l’Università di Makeni il laboratorio di Virologia (inclusa l’unità di sequenziamento virale) operante fino a Luglio 2015 presso il Centro di Trattamento EVD di Mateneh (Makeni). In considerazione delle numerose collaborazione scientifiche instaurate con il MBIL, e che ambedue le strutture di riferimento (Università di Makeni e Ospedale Holy Spirit) afferiscono alla Diocesi di Makeni, si è sviluppato un progetto di istituire la Makeni Biotech and Biomedical Research Platform (MBBRP). Questa Piattaforma tecnologica diverrà un punto di riferimento per il Ministero della Sanità non solo per la ricerca scientifica su Ebola, ma anche per le altre infezioni emergenti del Paese. In tal modo l’investimento italiano in questo paese diverrà sostenibile anche nel futuro e sufficientemente flessibile per altre malattie infettive.

Le attività di trasferimento tecnologico, e di ricerca, inclusa la Piattaforma di Makeni, saranno presentate ufficialmente nel corso del Convegno MARS (Merck African Research Summit). Il laboratorio è diventato luogo di sperimentazione . Un segno importante che a partire dal laboratorio e dall’esperienza  dell’ebola pensa al futuro della gente della sierra leone.