Venticinque anni di servizio in Betania, nella Casa della Bontà

DSCN1908Maria Hajnalka Bakó

Quest’anno siamo arrivati a un dato importante, al venticinquesimo anniversario in servizio dei nostri ritiri. Sembra quasi incredibile che un’iniziativa privata possa arrivare a questo punto. A tale servizio si può guardare solo se prima uno alza lo guardo al cielo poi di là in giù, altrimenti rimarrebbe incomprensibile, tanto era tutto l’opera della grazia celeste arrivante dal cielo.

Scrivevamo 1991. Avevo finito il primo anno di teologia (a Budapest e a casa), per l’estate non mi è rimasto né tempo né denaro, lo studio aveva consumato tutto. In un’ora di religione giovanile di Csobotfalva ho offerto al parroco, se volesse organizzare un ritiro ai ragazzi durante le vacanze, sarò di aiuto. A quel tempo, dopo il cambiamento di regime l’entusiasmo era grande in ciascuno, si sentiva la devozione incondizionata della gente, che aveva fame e sete al bello, buono, magnifico. Si evangelizzavano famiglie tramite i giovani.

Il nostro movimento, perché aveva mosso i fedeli di Csíksomlyó e Csomortán ha ricevuto il nome di “Betania: la Casa della Bontà”. Sua base dal Vangelo è diventata il capitolo 11 di Gv. Qui si trovano quelle tre persone attorno le quali si può costruire il ritiro movimentato dove possa ritrovare ciascuno se stesso nella situazione di Mara, Maria e Lazzaro in persona e in comunione  fraterna. Mi sono buttata in lavoro con zelo febbrile. Ho annotato i versetti più importanti del Vangelo e delle lettere cristiane, scrivendo in un quaderno i brani di carattere d’insegnamento. Ho preparato dei biglietti da visita col brano del Vangelo in mezzo e sotto il luogo e il nome del partecipante. L’aspetto di base del ritiro era la consapevolezza della dignità umana cristiana. Le cornici dei biglietti da visita che usiamo fino ad oggi sono state offerte dalla signora Csomortáni Terike, da poco deceduta, proprio al termine del ritiro di quest’anno.

Per la prima volta siamo andati con settantacinque ragazzi di V-VIII classe nella casa del padre  San Lazzaro, il martire Ébner Jenő. I nostri aiutanti erano i giovani volontari e dal liceo. Il P. Ébner che hanno preparato delle piccole crocette di filo di ferro o carta, distribuendole dappertutto durante le visite. Anch’io avevo ricevuto un’indulgenza da Somlyó, per cui ho custodito fino ad oggi l’astro Natale trovato nella sua finestra, fatto da un coperchio di mostarda, e che i ragazzi hanno posto accanto al mio biglietto da visita. Dopo il gruppo dei V-VIII (collaboratori di Dio), proseguivano i piccoli (le api), quelli di I-IV classe. Con loro era una gioia stare insieme.

Dopo la casa del P. Ébner, abbiamo quasi aggirato i vari luoghi dell’Hargita, come Piricske, Homoród, Csomortán, Zsögöd, ecc. Così siamo stati noi ad aprire anche la casa di San Gerardo nel 1992 con cento ragazzi di V-VIII. Dopo i ritiri dei ragazzi proseguivano poi quelli dei giovani, dei monelli, degli handicappati e della Famiglia Camilliana Laica. C’è capitato che in un’estate abbiamo diretto anche cinque ritiri in Betania, nella Casa della Bontà, in vari temi e luoghi. I ritiri duravano in generale da giovedì a domenica, ma c’era anche di una settimana con degli handicappati e camilliani insieme. Il tema era “le otto beatitudini”.

L’età dei partecipanti oscillava tra quattro mesi e settantadue anni. Questo proveniva dalla FCL. La pratica indispensabile di ogni ritiro era la recita del rosario, quando potevamo ascoltare la voce di ogni partecipante, perché recitava un’ave Maria fino il segreto, qui, gli ho aiutato se era necessario, poi il resto abbiamo recitato insieme. C’è capitato che abbiamo pregato due ore e mezzo accanto al falò, la bimba (oggi già madre) tenuta in braccia si è addormentata, pregava così: “Aie Malia”… Un’altra cosa importante era il fare del bene e il bruciare della zizzania. Questo comprendeva la “lista dei peccati” buttati nel fuoco, perché l’abbiamo portato a casa da un ritiro solo il “grano puro”, sulla base che “il perdonare è obbligo”. L’impegno dell’angelo custode c’era sempre il nostro accompagnatore e aiutante nella comunione dei “santi”.

Dopo quindici anni (1988) nel 2013 si è ricominciato il ritiro dei ragazzi, adesso a Csíkcsomortán con i chierichetti. Nel frattempo (dopo 1998) invece si è continuato con vari gruppi adulti, a differenti luoghi, così per es. A un pellegrinaggio a Fatima col pullman.

Quest’anno, per il venticinquesimo anniversario, per il ritiro n. quarantadue, confesso che mi sono preparata commossa e con gratitudine. Qualche volta mi girava la testa incontrando la seconda generazione, quando ho trovato insieme madre e figlia, scoprendo negli occhi della bimba brillavano quelli della madre, sorridere col suo sorriso, pregare con la sua preghiera. Era un’emozione sorprendente e edificante, mi sembrava che il tempo si fosse fermato, o si fosse raddoppiato, vedendo che i ragazzi sono gli stessi vivaci come venticinque anni fa, mi sfidano lo stesso come prima, e come non potrebbe succedere la stessa sfida in due anni consecutivi, perché possono servire sempre nuove sorprese: quest’anno hanno fatto sparire senza orme tutto il dolce riservato per il pranzo festivo…

Di nuovo a Bolzano/Bozen

Sono passati due anni dopo la morte di Maria Fischnaller Pircher (Mammi), “l’apostola dei ciechi” di Sudtirol.  A quel tempo pensavo che si fosse chiuso un capitolo più bello della mia vita per sempre. Grazie a Dio non è successo così. Suo fratello Nikolaus mi ha cercato in lettera dicendo che vorrebbe mantenere il contatto avuto prima. Ero molto felice perché volevo bene non solo a Lei, bensì a tutta la sua “grande” famiglia che dispersi nel mondo costituiscono un’unità spirituale.

Tra una serie di buoni programmi sono riuscita collegarmi a quello del fine agosto e inizio di settembre, quando festeggiavano il sessantesimo anniversario del loro apostolato (informiamo nel numero di ottobre). Per la mia visita mi preparavo come servizio. Ho già ricevuto tanto da loro, che sentivo, ora vorrei offrire qualcosa per gratitudine. La loro ospitalità, gentilezza semplicemente non si può raggiungere. Anche di questa volta era lo stesso: mi aspettavano alla stazione, come la cena in un magnifico appartamentino, nonostante il mio arrivo in ritardo. Mi sono sentita così bene che non posso esprimere. Avevo possibilità a tutto che avevo pensato prima, anzi, ha superato ogni mio pensiero precedente. Nikolaus ha progettato il mio soggiorno, io solo l’ho compiuto meravigliando.

Mio primo viaggio con Luisa Vigl ha condotto a Soprabolzano, visitando una coppia che è stata tra i primi 5 fondatori con Mammi della FCL, Annelies e Max Gostner. Ho saputo che avevano solo undici mesi di matrimonio quando Max si ammalò gravemente, d’allora lo cura Annelies. Anche Luisa fa parte dei fondatori. Qui ci siamo meravigliati di una mostra di fuxie presso una coppia locale.

Il secondo viaggio con Olga Menghin e una meravigliosa coppia Franz, che circola nelle carrozze e sua moglie Elfi, non vedente sono andata a Lüsen dalla tomba di Mammi. Franz guidava. Ho portato dei fiori alla sua tomba e a bel monumento situato nel giardino del Centro Ciechi Bolzano.

Il mio terzo viaggio è successo di nuovo con Luisa alle Dolomiti bellissime, luogo d’eremita San Leonardo, e al santuario appropriato, in alto nel regno delle montagne gigantesche, ai serviti.

Il centro del mio viaggio era Lichtenburg, la casa diocesana, dove Mammi è deceduta e ora abbiamo festeggiato il sessantesimo anniversario del loro apostolato. Vivevo delle forti commozioni.

Ho passato tanto tempo insieme ai non vedenti, passeggiando, parlando, pregando, lavorando.

Esprimo la mia infinita gratitudine per tutto, avendo possibilità di approfondire di nuovo le amicizie.

 

    Accompagniamoci i nostri figli nipoti alunni con le nostre preghiere, col nostro amore, pazienza!