Da 40 anni San Camillo patrono della sanità militare: il messaggio di Monsignor Marcianò

Quarant’anni fa, il 27 marzo 1974, san Camillo de Lellis veniva proclamato da Papa Paolo VI patrono particolare della sanità militare.
In occasione di questo anniversario, l’arcivescovo Ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò –
che giovedì 27 marzo alle ore 11.00 presiederà una celebrazione eucaristica al Policlinico Militare Celio di Romaha inviato il seguente messaggio:

San Camillo: un «servizio» che converte

Messaggio dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia nel 40° anniversario

della proclamazione di San Camillo de Lellis Patrono della Sanità Militare

Tra i Santi che la storia militare ci pone dinanzi come modelli e guide nel cammino di maturazione umana e cristiana, quest’anno ci è dato di ricordare con particolare intensità San Camillo, morto da 400 anni e 40 anni fa, il 27 marcianòmarzo 1974, proclamato Patrono della Sanità Militare.

Il suo è un messaggio di conversione: dal servizio militare al servizio ai malati; da una vita mondana ad un’esistenza spesa per coloro i quali, piagati nel corpo o nello spirito, diventarono per lui immagine di Cristo che dice: «Ero malato e siete venuti a visitarmi» (cfr. Mt 25,36).

Nella storia di San Camillo si coglie come sia stata la sofferenza a far esplodere la conversione e, di conseguenza, la vocazione: una sofferenza che egli visse in prima persona, afflitto da una piaga inguaribile che lo portò a sperimentare la durezza dell’ospedale; una sofferenza che, proprio in quella durezza, aprì i suoi occhi e squarciò il suo cuore sul dolore degli altri. Egli comprese, così, che il dolore umano aveva bisogno non solo di “cure” ma di “cura”, di vicinanza, di dedizione… di dono della vita. E, per donare la vita secondo la strada che il Signore gli indicava, fu pronto a lasciare la sua vita per mettersi a servizio della vita dei sofferenti.

Sì, «a servizio»! In questo servizio si nasconde il segreto della conversione, della maturazione, della piena umanità e della concreta e grande santità di Camillo de’ Lellis. E in questo servizio si nasconde il segreto e la strada che sono chiamati a seguire gli operatori della sanità militare.

Come noi, San Camillo era abituato al «servizio» militare: è bella questa espressione che, in fondo, ci fa pensare a come questo servizio l’abbia, forse, educato, maturato, preparato ad accogliere quella conversione che il Signore, attraverso la sofferenza, ha fatto poi esplodere in lui.

preghiera militareCari amici, mi convinco sempre di più di quanta possibilità e capacità di reale «servizio» – dei poveri, degli ultimi, dei sofferenti – sia racchiusa nella vita dei nostri militari. E penso che, in esso,

Il «servizio» di voi operatori sanitari – lo sapete bene – diventa pieno, reale, addirittura santificante quando non si ferma a soccorrere le malattie o a elargire le cure, ma quando vi mette a contatto con chi soffre, squarciando i vostri cuori su una realtà tanto semplice quanto straordinaria: la consapevolezza di avere dinanzi un essere umano, nella sua fragilità e nella sua grandezza, che domanda cura, vicinanza, dedizione e dono della vita. Voi avete il privilegio e la responsabilità di percorrere questa via e, in certo senso, di insegnarla a tutti noi che, come San Camillo, prima o poi veniamo a contatto con la sofferenza, personalmente o attraverso lo stesso servizio militare.

È una via di umanizzazione, è una via di evangelizzazione!

Il segreto della conversione di S. Camillo è, semplicemente, la carità che vede in ogni creatura umana il volto di una persona, lo stesso Volto di Cristo, da difendere e promuovere, da amare e servire. È a questa «conversione» che il «servizio» militare può e deve preparare, chiamare e spingere anche noi, perché il nostro mondo, e tutto il mondo con cui veniamo a contatto, sia sempre più illuminato da quel «servizio alla vita» che spalanca vie di pace, di gioia, di santità.

Che San Camillo ci mostri la via di questo servizio e ottenga a tutti noi di percorrerla!

Vi benedico

Santo Marcianò

Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia

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