Il 23 febbraio 1911 moriva Madre Giuseppina Vannini

Beato Luigi Tezza

Il 23 febbraio 1911 moriva Madre Giuseppina Vannini, cofondatrice dell’Istituto delle Figlie di San Camillo.

Dio volle che lungo la sua strada incontrasse un predicatore d’eccezione che le indicò la via e ne seguì l’opera di formazione, il Camilliano p. Luigi Tezza.

Il 2 febbraio 1892 Giuditta Vannini, questo il suo nome di battesimo, insieme a due compagne, Vittoria Panetta e Teresa Eliseo, riceverà dalle mani del Generale dei padri camilliani, Giovanni Mattis, assistito dal p. Tezza, lo scapolare di san Camillo e la croce rossa.

Nasce così una nuova famiglia di anime, prendendo a programma gli esempi e gli insegnamenti del Santo e ad insegna la sua “Croce rossa”. Le nuove religiose avevano già il loro nome: “Figlie di San Camillo”. SCARICA QUI IL FOGLIO DELLA PROFESSIONE PERPETUA DELLA BEATA VANNINI

Occorreva però che la nascente comunità ottenesse l’autorizzazione ecclesiastica, ma alle richieste del padre Tezza, giunse a nome del papa Leone XIII, il non expedit. Il decreto di erezione da comunità a Congregazione arriverà solo nel 1909. Nel frattempo, grazie anche all’intervento del Cardinale Vicario, Lucido Maria Parrocchi, si ottenne l’erezione in “Pia Associazione”. L’opera di carità nell’assistere i malati, a domicilio, negli ospedali, nelle cliniche, nei ricoveri, poté espandersi prima in Italia, poi in Francia, in Belgio, in Sudamerica.

Donna di senno e di solide virtù cristiane, Giuseppina Vannini, viene preparata alla delicata e difficile missione di Fondatrice del nuovo Istituto attraverso trent’anni di dure ed efficaci esperienze che ne temprarono il carattere, acuirono l’intelletto, educarono il suo cuore e soprattutto ne affinarono lo spirito. Umile di cuore non cercò mai sé stessa, ma allo stesso tempo forte e sicura seppe dare alle sue Figlie, un amore di madre.

Albero genealogico delle prime opere delle Figlie di San Camillo

Quelle figlie che secondo quanto prescritto dalle loro stesse Costituzioni: Serviranno agl’infermi come a loro re e principi, come a Cristo loro Redentore. E mentre le mani fanno la loro parte, gli occhi devono cercare che non manchi all’infermo cosa alcuna, gli orecchi star attenti per intendere i comandi e i desideri, la lingua per esortare il poverino alla pazienza, la mente e il cuore per pregare Dio per lui.

La causa di canonizzazione fu avviata presso il tribunale del Vicariato di Roma nel 1955.

Il 16 ottobre 1994 Giovanni Paolo II la proclamò “beata”.

E’ stata recentemente avviata la verifica di un ulteriore presunto miracolo, che si spera possa concludersi con un risultato positivo.

Oggi l’Istituto è presente nei 4 continenti: Europa, Asia, Africa e America.