Il Cardinale Fiorenzo Angelini e i Camilliani. In memoria

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Cardinale Fiorenzo Angelini

Non so se il giornalista che ha scritto del Cardinale Fiorenzo Angelini sul quotidiano “L’Avvenire” avesse o meno da tempo pronto il suo “pezzo”, corredato anche di “titolo”, o se è stata la Redazione del giornale. Comunque sia tra quelli letti fino ad oggi ritengo che sia quello che ha centrato in pieno il percorso di vita fatto dall’Emo Porporato: «Missionario della vita e della salute».

In sintesi mirabile ha centrato in pieno il percorso esistenziale di questo eccezionale Sacerdote, che la Diocesi di Roma scoprirà nel tempo, il quale ha scritto pagine di storia da affidare alla “Memoria” del Clero della Chiesa romana.

I passi successivi che l’hanno portato poi ad essere investito dell’Episcopato, e successivamente Arcivescovo e Cardinale, li possiamo valutare “segni” di stima e fiducia dei Papi che si sono succeduti nella sua vita, ma rimane lì quale “testata d’angolo”, il proclamarsi di essere solo un “prete romano” del Vescovo della Sede di Pietro, fedele fino alla morte nel coinvolgimento di quel Primato della «Cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale di carità» [S. Ignazio M., Ad Romanos].

Impostazione di vita che inizierà decisamente un percorso più visibile e autorevole, quando il Venerabile Pio XII nel 1956 lo nominerà Delegato del Cardinale Vicario per la “Pastorale della Salute” degli Ospedali e Luoghi di Cura della Diocesi di Roma, e che portò noi Camilliani impegnati nel servizio pastorale quali Cappellani, in quegli anni presenti in numero rilevante, a stabilire così un rapporto di collaborazione alquanto intenso, e per alcune attività specifiche di un certo rilievo di responsabilità con alcuni Religiosi, ormai da tempo passati nel Regno dei Cieli.

Non è tempo, e neppure occasione questa di stendere una storia minuta, ma solo qualche breve accenno per non dimenticare. Rimane nella nostra “memoria” la designazione di un confratello quale “Coordinatore della Pastorale” delle Cliniche private, e suo stretto collaboratore, anche se mai lo ha voluto classificare «segretario personale», ma in pratica era un quasi… “alter ego”.

L’entusiastica partecipazione nel Luglio del 1960 alla “Istituzione della Fiaccola della Carità”, – del camilliano P. Ercole Meschini -, benedetta da Papa S. Giovanni XXIII, sovvenzionando l’artistica Lampada in bronzo, e presiedendo le Celebrazioni in Roma e in Bucchianico, portandosi Pellegrino con alcune centinaia di Infermieri/e di Roma e Lazio nella Terra del Fondatore.

In Burkina Faso più volte con i Provinciali del tempo, per fraterna visita al Cardinale Paul Zoungrana e alle attività sanitarie d’avanguardia della Missione S. Camillo, dando un concreto sostegno alla “Neonatologia” dedicata al medico partenopeo “S. Giuseppe Moscati”, e finanziamento di un Dispensario ai margini della savana dedicata alla mamma “Angela Angelini”, con accanto una Cappella dedicata al “Santo Volto”.

E non si può dimenticare l’autorevole sostegno dato nel momento della istituzione del “Camillianum”, quando si era in attesa dell’approvazione della Congregazione competente.

Ma su questi brevi accenni di presenze e interventi storici, sta la quotidiana attestazione, ovunque andasse e in qualunque circostanza si trovasse, del suo sentirsi nel cuore un ispirato e fedele seguace del «carisma di San Camillo», imperativo della sua azione di Pastore inviato nel mondo della sofferenza e del dolore.

1960 Ortopedia Bambini ''Forlanini'' Roma

1960 Ortopedia Bambini ”Forlanini” Roma

Sì, c’è da congratularsi con chi ha coniato il titolo del servizio de “L’Avvenire”, – «Missionario della vita e della salute», perché si è in tanti testimoni che il suo crescendo della devozione del “Santo Volto”, divulgata ovunque andava, non era per quella medaglietta, anche se preziosa per la Sacra Effige scolpita, ma per il suo vedere nel volto d’ogni malato e sofferente «il volto dell’uomo, del Figlio di Dio, del sofferente, del Risorto…», sulle tracce lasciate da S. Camillo del quale spesso nelle sue Omelie citava. Lo si è visto più volte con le lacrime agli occhi sostando accanto ai malati in Roma e in paesi poveri che visitava, o presso i feriti della straziante guerra dei Balcani dove il Papa S. Giovanni Paolo II lo aveva inviato suo Rappresentante.

La cronaca di questi giorni ci sta rivelando che è nato in agosto del 1916 nel Rione di Campo Marzio… a qualche centinaia di metri dalla Tomba di San Camillo: coincidenza?… ma sì!…. o forse anche un “segno premonitore”?!.

Grande testimone della rivoluzione portata dal N.S.P. Camillo nell’accoglienza e assistenza del malato, nelle più disparate regioni del mondo e in convegni di organizzazioni internazionali.

I Concittadini del Nostro S.P. Camillo lo hanno ben recepito, così che nel Luglio del 1991 gli offrirono la “Cittadinanza Onoraria” che Lui accettò con grande entusiasmo e riconoscenza, e della quale ne è andato sempre orgoglioso ed onorato da inserirlo sempre nei «Curriculum Vitae» che gli venivano richiesti per assegnazioni di prestigiosi riconoscimenti da Organismi Internazionali.

Nel suo studio, accanto a se, ha sempre tenuto in evidenza e onore una insigne Reliquia del Nostro San Camillo, racchiusa in pregiata opera di un orefice romano che gli fu donata nel giorno dell’elevazione al Cardinalato. L’ho vista accanto al letto dove s’era addormentato nel “sonno dei giusti” sabato mattina 22 novembre.

 RASSEGNA STAMPA

Festa di S. Camillo del 1991 dove il Cardinale Fiorenzo Angelini ha concelebrato la S. Messa insieme alla comunita’ Camilliana