Martiri della Carità: testimoni del ministero camilliano

Domani 25 maggio, anniversario della nascita di San Camillo, ricordiamo i Martiri della Carità con un documento inedito conservato nell’archivio della Casa Generalizia, che riporta i nomi dei primi martiri caduti durante il servizio prestato ai malati.

Il 18 marzo del 1886, in occasione del terzo centenario dall’approvazione dell’Ordine dei Ministri degli Infermi, il p. Generale, Gioacchino Ferrini, volle rendere, per la prima volta, di pubblico dominio il nome di quei religiosi, che da san Camillo in poi, in atto di esercitare il loro caritatevole ministero a vantaggio degli appestati e dei feriti, incontrarono la morte[1].

Lo fece dando alle stampe un documento, oggi conservato nell’archivio della Casa Generalizia,[2] che rappresenta una tavola necrologica, in forma di manifesto, impresso, in latino, dalla ex Typographia Polyglotta de Propaganda Fide.

La tavola riproduce un elenco di 288 vittime cadute durante il loro servizio nei primi tre secoli dell’Ordine ed è strutturata in modo da riportare: l’anno e la località delle epidemie, seguiti dal nome dei religiosi, loro status e il loro incarico (se padri, fratelli, chierici, novizi, oblati, superiore generale o locale, parroco, maestro dei novizi, ispettore della sanità ecc.). Da notare che per sette di essi vi è l’annotazione: “morì in concetto di santità”.

 

[1] AGMI 565/3. La Voce della verità. Giornale della società primaria romana per gli interessi cattolici.Roma- venerdì 19 e sabato 20 marzo 1886. Num. 64

[2] AGMI 565/2. Tavola necrologica, 18 marzo 1886. Romae Ex Typorgaphia Polyglotta de Propaganda Fide