Natale a Karungu

Messa di Mezzanotte

Erano le 21.00 e qualche minuto quando la campanella del Noviziato di Karungu diede l’annuncio che la Messa di “Mezzanotte” stava per comminciare. Il canto festoso di entrata, allietato dal rombo dei tamburi e dalla kayamba (strumento musicale fatto di semi essicati)  era ormai giunto alla fine quando P. John, P. Emilio e P. Paolo si sono allineati di fronte all’altare della cappella modellata a vasca circolare, simile a un ampio fonte bettesimale. Tutt’intorno c’erano i fedeli: un manipolo di persone che non raggiungevano il numero di venti, costituito dai novizi, dalla comunità religiosa, da qualche membro del personale ospedaliero e da tre visitatori italiani, parenti di P. Emilio e vecchi amici di Karungu, che hanno trascorso il Natale con noi.

Non è il mio primo Natale a Karungu, perchè il primo che ho trascorso qui risale ad oltre vent’anni anni fa, quando l’ospedale era a ancora agli inizi e il noviziato non era ancora stato costruito. I novizi attuali sono sette, due kenioti e cinque ugandesi, sotto la guida di p. Paolo. Hanno appena passato la metà dell’anno canonico, che è cominciato il 13 luglio scorso e terminerà il 14 liuglio 2019. E’ nostro desiderio che tutti giungano felicemente al giorno gioioso della professione religiosa, giorno in cui il loro posto, qui a Karungu, sarà preso da altri giovani africani – ne sono previsti sei – che entreranno qui per frequentare l’anno di Noviziato 2019-2010.

Karungu ha celebrato i 25 anni di vita

Karungu è cresciuto molto in questi ultimi anni! Sia l’ospedale, St. Camillus Mission Hospital, con tutte le sue attività collaterali, come pure il villaggio che si è formato nell’area circostante. Nell’ospuscolo I Camilliani in Kenya da 25 anni scritto nel 2003 da P. Giovanni Bonaldi, Karungu era stato definito come l’ultima creatura, nel senso dell’ultima nata della Delegazione del Kenya. Ora Karungu è una creatura al culmine dello sviluppo, che nel luglio scorso ha celebrato i suoi 25 anni di vita! L’ospedale si è ingrandito e soprattutto si è dotato di moderne apparecchiature scientifiche. Le attività correlate ai servizi clinici sono diverse e forniscono ottimi altri servizi come ad esempio l’ART (Anti Retroviral Terapy), l’ MCH (Mother and Child Healthcare), la fisioterapia, eccetera. Il fiore all’occhiello, tuttavia, rimane il Dala Kiye che è la casa-famiglia per bambini sieropositivi. Ne ospita sessanta.

Il St. Camillus Mission Hospital gestisce poi altre attività sul territorio come health clinic, adozioni a distanza e attività socio-sanitarie. L’iniziativa più recente è l’erogazione di acqua potabile per una popolazione di circa 5.000 persone, acqua che viene pompata dal Lago Vittoria, igienizzata in grandi depositi e quindi incanalata verso 5 stazioni di distribuzione costruite nei villaggi circostanti. E’ attualmente in programmazione un’estenzione di questo progetto in zona Nyatike, che coprirà un’utenza di circa 10.000 persone. Artefice di questi due progetti è la ONG camilliana Salute e Sviluppo, diretta dal confratello P. Efisio Locci, in collaborazione con il nostro ospedale.

L’ultimo grande impegno di P. Emilio Balliana, direttore del complesso ospedaliero di Karungu e superiore della comunità camilliana, è la realizzazione di un grosso impianto di pannelli solari 252 unità che – una volta ultimato con le relative batterie di ricarica – fornirà corrente elettrica permanente per tutto l’ospedale, per gli edifici della comunità e del noviziato.

L’Emmanuele

Se Natale significa celebrare il Dio che si è fatto uomo per stare accanto alla gente e in mezzo alla gente (l’Emmanuele), possiamo ben dire che la comunità di Karungu si sforza di vivere il mistero del Natale lungo tutto l’arco dell’anno, rimanendo accanto a chi si trova in stato di necessità e vive su queste colline così piene di sole, affacciate sul grande Lago Vittoria; colline però che non riescono a nutrire a sufficienza coloro che le abitano. I Camilliani si danno da fare giorno dopo giorno, per rendere la vita di queste persone più vivibile e più salutare.

Paolo Guarise

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