Provincia camilliana del Brasile: O Brasile Conta Comigo!

Condividiamo le nostre esperienze – Partecipazione al progetto sanitario ¨O Brasile Conta Comigo¨ del Ministero della Salute in Brasile

di  Padre Marcelo Valentim de Oliveira, Religioso camilliano & Medico

Granja Viana, Cotia (San Paolo), 8 ottobre 2020

Il ministero della salute brasiliano, di fronte alla realtà della pandemia causata dal coronavirus Covid19, ha invitato tutti gli operatori sanitari a partecipare al programma “Il Brasile conta su di me”. Abbiamo risposto a un questionario che alla fine ha dato al professionista della salute la possibilità di candidarsi volontariamente per l’assistenza ai pazienti affetti da coronavirus in altre regioni del paese.

Come religioso camilliano ho pensato che sarebbe stata una grande opportunità per esercitare il nostro carisma di misericordia verso gli infermi, con queste persone. Ho condiviso questa iniziativa con il superiore provinciale p. Antonio Mendes ed il suo consiglio, che hanno prontamente concordato con la mia decisione.

Sono stati presi diversi contatti con il ministero nazionale della salute dall’inizio della pandemia e si sono concretizzati il 1 luglio 2020, quando ho ricevuto la conferma che, insieme ad altri medici, ero stato selezionato per lavorare nella regione di Boa Vista-Roraima. Tutte le spese per il viaggio, il soggiorno, il vitto e il trasporto sarebbero state coperte con risorse del ministeriali pubbliche.

Il 3 luglio sono arrivato a Boa Vista-Roraima per lavorare all’Hospital de Campanha (ndr.: ospedale da campo) nella cura dei pazienti con Covid-19. L’ospedale aveva le potenzialità per assistere fino a 200 pazienti. Diverse entità si sono aggiunte all’équipe medica: il Ministero della Salute, Medici senza frontiere, l’O.N.U., l’associazione umanitaria Humanitar, le forze armate brasiliane, dei giovani medici laureati in Venezuela e a Cuba. Oltre all’equipe medica, l’ospedale disponeva anche di un grande team multidisciplinare: infermieri, ausiliari e tecnici infermieristici, nutrizionisti, fisioterapisti, cappellani e assistenti sociali.

Una settimana dopo essere giunto a Boa Vista, sono stato informato che mio padre Aldeny de Oliveira era stato infettato dal Covid19 ed è morto il 27 luglio 2020. All’epoca, a causa della distanza e degli impegni presi a Boa Vista, non è stato possibile per me essere presente per accompagnarlo nel suo trattamento terapeutico, e neppure nel momento della sua morte e della sua sepoltura. Ho compreso che avrei dovuto onorare mio padre mantenendo gli impegni presi con il mio lavoro e servizio di cura con i malati che stavano attraversando la stessa situazione che ha vissuto mio padre.

Ho lavorato per tre mesi nell’Hospital de Campanha, nei settori dello screening (triage), del trasferimento/trasporto dei pazienti nell’area dell9infermeria, durante il giorno e durante la notte. I pazienti che hanno cercato assistenza provenivano da Boa Vista e della regione limitrofa, oltre a rifugiati venezuelani e agli indigeni. Molti anziani dopo una lunga degenza a casa sono stati ricoverati in ospedale perché contaminati dal Covid19.

I pazienti sono giunti in ospedale con grande difficoltà respiratorie, presentando la forma grave della malattia: questi pazienti sono stati immediatamente indirizzati per la stabilizzazione e poi al reparto di terapia intensiva. I pazienti con criteri di ammissione al reparto erano accompagnati da un’équipe multidisciplinare. Quando queste persone malate presentavano difficoltà a sostenere adeguatamente la saturazione di ossigeno, veniva loro messo il ‘casco’ CPAP per l’ausilio respiratorio, all’interno di una struttura in plastica chiamata ‘Capsula Vanessa’, introdotta da un filtro EPA. Questa tecnica ha mantenuto i pazienti a loro agio, stabili, ed ha evitato il trasferimento in terapia intensiva e la necessità di un respiratore meccanico.

Molti pazienti giovani e anziani, con o senza altre patologie, sono morti molto rapidamente, ma la stragrande maggioranza si è recuperata e ha fatto ritorno a casa. Le dimissioni sono sempre state celebrate come una grande ‘vittoria’. Il paziente guarito usciva dall’ospedale attraverso un giardino, sempre accompagnato da qualcuno dell’equipe che lo ha accompagnato durante il ricovero: percorreva un corridoio formato dai professionisti della salute che lo applaudivano e gridavano il suo nome; il paziente suonava un campanello e veniva accolto con abbracci e poster dalla sua famiglia e dagli amici. Il giorno del congedo è sempre stato davvero un momento di grande festa!

Il 27 settembre ho terminato il mio lavoro nell’ospedale da campo e sono tornato a San Paolo, per poi ripartire il giorno 10 ottobre per una nuova missione a Macapá, come stabilito dal consiglio provinciale.

L’ospedale da campo sta terminando le sue attività: è in fase di smantellamento ed ha mantenuto le sue attività di ricovero fino al 30 settembre. Adesso continuerà ad occuparsi dei pazienti già ricoverati fino al loro recupero e alla dimissione.

Come religioso camilliano ho cercato di praticare la e la cura , mettendo ‘più cuore nelle mie mani’, insieme ad altri professionisti della salute che hanno offerto instancabilmente il meglio della loro umanità e tecnica, per alleviare il dolore e la sofferenza delle persone malate. Questi colleghi hanno rivelato nella loro vita quotidiana la presenza di Dio che li ha spinti e sostenuti nella com-passione e rafforzati nel compimento della loro missione. È stato un onore far parte di questa équipe sanitaria così impegnata a cercare il bene degli altri.

L’esperienza del prendermi cura degli altri nel contesto della pandemia, ha reso possibile una grande crescita umana, professionale e spirituale come medico; mi ha reso una persona migliore. Sono grato a Dio e alla provincia camilliana brasiliana per l’opportunità di lavorare con questi fratelli.

Granja Viana, Cotia (San Paolo), 8 ottobre 2020

 

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Questi colleghi hanno rivelato nella loro vita quotidiana la presenza di Dio che li ha commossi e rafforzati nel compimento della loro missione.

È stato un onore far parte di questa équipe sanitaria così impegnata a cercare il bene degli altri.