Vocabolario nei tempi del Coronavirus: Maschera

di Marco Iazzolino
Per molti solo fine a qualche settimana fa parlare di presidio sanitario era parlare di qualcosa di poco comprensibile. La maschera poi era simbolo di un oriente cortese e strano o di camera operatoria. Indossarla era qualcosa di particolarmente straordinario se non unico. Usarla a carnevale era molto più probabile, che in un contesto ospedaliero. Ma oggi, proprio oggi tutto è completamente cambiato. Andare al supermercato o in farmacia senza maschera, sembra essere impossibile. Chi non la indossa sembra essere non “normale”, tanto da suscitare sguardi sospettosi e malevoli. In 30 giorni è cambiato lo scenario, ridefinendo la parola normalità.

La parola maschera ha una origine medievale e indicava certamente qualcosa di non salutare, anzi: la masca era la strega. La mascara era la “polvere magica” che cambiava il volto della strega. Paura? No piuttosto riflessione. Basta uno “sguardo” diverso per rileggere ciò che accade e trasformarlo in opportunità. Se siamo riusciti a trasformare il simbolo della “strega” in strumento di salvezza, forse abbiamo la forza di trasformare una esperienza come quella del covid 19 in una opportunità. Il vangelo di oggi ci invita a “Riconoscere” , cioè a cambiare sguardo per leggere la Salvezza. Coraggio!