2 Febbraio 1575 – La conversione di San Camillo

03-Conversione-di-Camillodi p. Emidio Spogli

Tratto da “Temi di pastorale sanitaria. Conversazioni svolte a medici e infermieri, cappellani ospedalieri, religiose infermiere”

Quello che accadde nella mattinata del 2 febbraio 1575 sul sentiero che scendeva da S. Giovanni Rotondo a Manfredonia coinvolse e radicalmente Camillo de Lellis. È un avvenimento che necessariamente coinvolge anche la vita e l’opera dei Ministri degli Infermi del nostro tempo.

La travolgente esperienza che ha sconvolto il loro Fondatore deve rinnovarsi in tutti coloro che Dio ha chiamato a condividere la missione di carità. Il nuovo cammino sul quale lo Spirito li ha sospinti non può che iniziare con la stessa esperienza con la quale Dio ha tracciato la nuova via sulla quale ha orientato il loro Fondatore.

Per questo cercheremo di enucleare alcune piste che emergono dall’evento della conversione del nostro Padre e Maestro che s’impongono alla nostra riflessione.

Camillo era salito al Convento dei Frati Cappuccini per sbrigare una umile incombenza affidatagli dai Frati di Manfredonia: l’asinello era carico di una “soma di tagliolini per cambiarla in tanto vino”. Camillo invece portava su di sé il fardello dei suoi venticinque anni di vita, nei quali aveva ripetutamente respinto con leggerezza gli appelli di Dio. Ed erano stati tanti: la morte del padre Don Giovanni che l’aveva arruolata al mestiere delle armi, una piaga al collo del piede che comincia a dar fastidio e l’umilia, un voto un po’ precipitoso di deporre la divisa di soldato appena rivestita e d’indossare il saio francescano, l’incontro con lo zio cappuccino, l’esperienza fallimentare del servizio nell’Ospedale San Giacomo di Roma  la vergogna della mendicità alla quale fu costretto dal vizio del giuoco e il duro lavoro di garzone al quale i pendagli della divisa militare stracciata non potevano dare lustro.

Aveva accettato quell’incarico come diverso e ora si trova in un altro convento non molto dissimile da quello di Manfredonia, senza prospettive: chiuso a tutti gli appelli di Dio non può immaginare che nelle quattordici ore successive della sua vita, tutto cambierà: con molto rispetto e umiltà cercheremo di seguire i passi che porteranno Camillo sulla strada del Signore.

Ora si trova in quell’oasi di pace del Convento ed eseguita la commissione si gode dall’alto del Gargano il panorama lontano della città di Manfredonia, dove si prepara a tornare alle prime luci del giorno.

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