Conversione … è solo una parola?

Di Angese Santi in Missione Salute N.1/2019

Il 2 febbraio 1575, sulla strada che da S. Giovanni Rotondo porta a Manfredonia, quasi abbattuto da una luce Camillo cadde in ginocchio in mezzo alla strada, percuotendosi il petto e chiedendo perdono a Dio per i suoi peccati. Quel giorno fu da lui ricordato e celebrato come “il giorno della conversione”.

Spesso la vita di un santo è stravolta da un evento strabiliante. Pensiamo a Saulo di Tarso (meglio noto come Paolo), buttato giù da cavallo proprio da quel Cristo che lui perseguitava…

Pensiamo a Francesco d’Assisi che, davanti a un’antica immagine, sente il Crocifisso il persona che parla dicendogli: «Va’ e ripara la mia casa» (il giovane Francesco però non capisce subito che Gesù gli chiede di riformare la sua Chiesa!)… pensiamo, il 2 febbraio di ogni anno (insieme alla presentazione di Gesù bambino al Tempio), a Camillo de Lellis che, dopo lunghi ripensamenti e macerazioni della coscienza, inginocchiato sui ciottoli di una strada, comprende che l’unica via da intraprendere per dare un senso alla propria vita è quella del Vangelo, ossia del servizio senza esitazioni al Figlio di Dio il cui volto si intuisce in ogni sofferente, in ogni povero, in ogni malato…

Conversione… è soltanto una parola? Una piccola serie di lettere messe l’una dopo l’altra? O è qualcosa di più importante anche per noi? Il segno, la ricetta unica e sanante dei mali, piccoli e grandi, che tormentano o semplicemente inquietano le nostre vite quotidiane, per dare loro un “senso”?

Quale significato

Le vicende dei grandi santi non vengono narrate per esaltare uomini e donne appartenti al passato. Sono per noi esempi da seguire, la prova provata che la misericordia del Signore arriva ovunque, è intorno a noi, basta che ci fermiamo ad ascoltare il sussurro dello Spirito.

Convertirsi significa cambiare nel profondo la propria vita. Nel profondo, sottolineo: può essere che al di fuori non sembri mutare nulla. Non ci saranno cadute da cavallo o improvvise estasi…, semplicemente capiremo che la nostra vita cosi come la conduciamo, non porta a nulla o quasi, ha un significato che anche un evento di scarsa portata può cambiare, cancellare addirittura.

Conversione può essere intesa come “affidam………….,  Camillo de Lellis smise di pensare d’essere lui il costruttore del “senso” della propria vita, riuscendo a intuire, finalmente, che il “senso” vero alla sua esistenza lo stava dando quel Gesù che non gli chiedeva di diventare cappuccino, bensì di “inventare” una nuova compagnia di uomini pii e dabbene, che fosse al servizio dei poveri più poveri in una società dove davvero chi non possedeva contava nulla. Camillo, uomo finalmente nuovo, si stava affidando al Signore, stava mettendo la propria vita nelle mani di Colui che glil’aveva donata, togliendola in certo senso dalle proprie.

Così anche per noi…

Si diceva che i santi sono unicamente “grandi esempi di vita”, e non è poco! Ai nostri giorni, il pensare di essere autosufficienti in tutto e per tutto da quasi parte di un DNA sociale rovinoso.

Nessuno può illudersi di non avere bisogno dell’altro! E nessuno può pensare che possa soddisfare la ricerca di senso nella vita se non il “totalmente Altro”, il Creatore, il Signore dell’universo. Fu cosi per Paolo, per Francesco e per Camillo.  È stato cosi persino per tanti noti personaggi, atei dichiarati, che quasi al termine della propria vita si sono “accorti” di Dio!

Può esserlo anche per noi. Il Signore ci ama cosi pazzamente da non fare distinzione alcuna: siamo tutti potenziali santi davanti a Lui. Ce lo ricorda (quasi quotidianamente) Papa Francesco, che alla santità “giornaliera” – si potrebbe dire “usuale” – ha dedicato addirittura una lettera enciclica: Gaudate et Exsultate.

Convertire la propria vita è un attimo, un pensiero, un movimento del cuore e della mente, un battito di ciglia. Basta spogliarsi davanti al Signore Iddio di tutti gli orpelli che ci siamo creati e riconoscerci con semplicità suoi figli. Lui ci accoglierà e stringerà fra le braccia, come il “figlio prodigo”, che si era allontanato da Lui…. Tutto qui.