P. Agostino Lana: un camilliano che riflette sulla Madonna

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P.Agostino Lana: Manoscritto con le raffigurazioni, dipinte e colorate a mano, dei monumenti della Roma cristiana e medioevale. Roma metà del XIX secolo

Era appena iniziata la Riforma Borromaica – quella che tendeva a delineare il tipo ideale di vescovo quale necessitava alla chiesa per rispondere esaustivamente alla riforma protestante – quando a Roma il 15 settembre 1582 veniva fondata la Congregazione dei Camilliani per l’assistenza agli ammalati, che si diffuse subito soprattutto in Italia, ma con una provincia anche in Spagna. Gregorio XIV elevava la Congregazione religiosa a Ordine il 2 settembre 1591 con la bolla Illius qui pro gregis, unendo ai tre voti solenni anche quello dell’assistenza spirituale e corporale ai malati, compresi gli appestati. Della gestione complessiva degli ospedali, nel 1595, con Clemente VIII veniva riconosciuta all’Ordine la liceità di prestare un servizio completo con esclusione della manovalanza. I camilliani si palesarono ben presto ministri degli infermi che nell’esercizio del loro angelico istituto si mostrarono figli degnissimi dell’eroe della carità, San Camillo de Lellis[1].

Uno di questi figli fu Padre Agostino Lana che “brillò di luce bellissima, paragonato agli astri del cielo, e lasciò dietro di sé una striscia luminosa di gloria”.

I nostri lettori, se già lo conoscono, lo ricordano come insigne e dotto scrittore mariano.

Nacque a Roma il giorno 23 maggio del 1821 dal Cav. Vincenzo di professione militare e Maria Maddalena Prassedi che alla nobiltà dei natali congiunsero la pratica delle opere di fede meritorie al cospetto di Dio e vero ornamento della famiglia cristiana.

Il nostro Agostino venne educato, come dicevamo, secondo i precetti della legge divina molto praticati in quei tempi di viva fede, da genitori veramente cristiani, sicché molto giovane ricevette la cosiddetta “chiamata”.

Il 18 gennaio 1843 all’età di 20 anni vestì gli abiti di S. Camillo “per combattere da valoroso sotto il suo stendardo le battaglie del Signore”.

Il 20 dicembre 1845 venne consacrato sacerdote.

Nel 1848, tre anni dopo l’ordinazione, fu mandato a Ferrara per argomentare numerose prediche ed istituzioni, rimanendovi sino al 1852.

Tornato da Ferrara, sullo scorcio del medesimo anno, fu destinato alla Chiesa della Maddalena, ove per circa un anno si impegnò nell’ufficio di Archivista e Bibliotecario. Nello stesso anno fu mandato all’Ospedale di S. Giovanni.

Ritornato nel 1862 alla Maddalena, nei vari anni che vi dimorò, sistemò la biblioteca. Aveva appena ultimato tale impegno quando dal Parlamento Italiano veniva votata la legge 3036 del 7 luglio 1866 di soppressione delle corporazioni religiose[2] e liquidati quasi tutti gli enti ecclesiastici, mentre l’anno seguente, 15 maggio 1867, veniva votata la legge di soppressione di tutti gli enti secolari ritenuti superflui dallo Stato per la vita della Chiesa. Tali leggi di laicizzazione[3], a partire da quella del 29 maggio 1855 di abolizione degli ordini religiosi, com’è noto avranno notevoli ripercussioni sugli apparati della Santa Sede e della chiesa tutta[4]. Consapevole che ampia e ricca di rarissime opere era la biblioteca della Casa Madre, padre Lana si preoccupò di salvare le migliori bibliografie murandole in un atrio dell’ Ospedale S. Giovanni, dal quale furono tolte nel 1904, e trasportate alla Maddalena nel 1906. A lui va attribuito il merito di aver salvato pure la bella raccolta delle opere dei nostri padri Camilliani custodita nell’Archivio.

Dopo l’elezione a Padre Generale di p. Ferrini si pensò di risistemare gli archivi generali che dalla casa dei Serpenti furono trasferiti ai Sabini, in Via delle Muratte e, finalmente, fecero ritorno alla Maddalena.

Nel 1885 padre Lana venne nominato dalla consulta Archivista Generale con l’obbligo di residenza alla Maddalena. Mentre era occupato nei suoi lavori, a maggio dello stesso anno venne nominato Provinciale della provincia romana. Il padre vicario lo pregò di continuare a dimorare alla Maddalena, vista la passione profusa dal nostro nell’ordinare gli archivi.

Manoscritto di p.Lana

Manoscritto di p.Lana

Roma cristiana con le sue basiliche, le sue catacombe e i suoi monumenti che si elevano sopra i rottami del paganesimo ad attestare la perpetuità della fede cattolica, con le magnificenze del culto, formava per P. Lana l’estasi del suo spirito e il più dolce e gradito pascolo al suo genio di pietà e di religione. Fra i suoi scritti migliori ricordiamo: Estetica Mariana, (divisa in sei parti: Bello Biblico di Maria, Bello Mistico), su Teodato, Vescovo di Laodicea in Siria, sul Riordinamento delle Liturgie zenoniane per la diocesi di Verona.

Dell’Estetica Mariana pubblicò solo le due prime parti e due capitoli della terza nel periodico di Napoli I Gigli di Maria; nell’Archivio ci sono molti manoscritti Sul nome Ss. di Maria, Panegirico della SS. Vergine Salus Infirmorum, l’Immacolata Concezione di Maria Vergine, l’Assunzione corporea di Maria[5].

La sua Epigrafia Monumentale di Roma Cristiana, ossia la raccolta di tutte le lapidi di Roma, è senza dubbio un’opera di lunghe ed ardue fatiche; ogni pagina attesta che l’autore ha fatto questo faticoso studio con lavoro assiduo, personale e coscienzioso.

Come vero ministro degli infermi, espose a rischio la sua vita per ben quattro volte, assistendo i colerosi nei lazzaretti con ammirabile carità. L’Ordine lo stimò con l’elezione a Consultore Generale, a Prefetto Provinciale e Locale più volte.

L’Accademia degli Arcadi lo annoverò nei suoi Annali mentre la S. Congregazione dei Riti per circa 30 anni lo registrava fra i migliori consultori, assidui e coscienziosi.

È ancora viva la memoria del nostro P. Agostino Lana che alle doti più edificanti del cerimoniale religioso, accoppiava pregi d’ingegno e di facoltà letterarie ed artistiche non comuni che lo rendevano degno di rispetto sia sentito che manifestato.

Moriva il 2 ottobre 1901 in seguito ad enterite acuta terminata in paralisi cardiaca[6].

Panegirico Maria Salus infirmorum di p. Agostino Lana

 

Piero Del Prete

[1] Cfr. G. Greco, La chiesa in Occidente. Istituzioni e uomini dal Medioevo all’Età Moderna, Carrocci, Bari 2008, pp. 273-274.

[2] Sull’anticlericalismo al tempo di Pio IX, cfr. Wikipedia, Anticlericalismo durante il Risorgimento.

[3] G. De Rosa, La Storia. Dal Seicento all’Ottocento, Minerva Italica, Milano 2008, p. 311.

[4] A proposito di tali leggi, Pio IX parla di “persecuzione”. In proposito cfr. B. Mondin, Dizionario enciclopedico dei Papi. Storia e Insegnamenti, Città Nuova editrice, Roma 1995, p. 460.

[5] Cf. M. Endrizzi M., Bibliografia Camilliana ovvero Brevi Memorie degli scrittori dell’Ordine dei Ministri degli Infermi, Tipografia Camilliana, S. Giuliano – Verona 1910 , pp. 83-87

[6] Padre Agostino Lana, scheda personale, Archivio Generale Ministri degli Infermi –Roma,.