Newsletter 51 – Il mondo camilliano visto da Roma… e Roma vista dal mondo

NEWSLETTER N. 51 SETTEMBRE 2018

In copertina: la prima S. Messa dei due neo sacerdoti Camilliani vietnamiti in casa provincializia a Bangkok

LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO AL POPOLO DI DIO

«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1 Cor 12,26). Queste parole di San Paolo risuonano con forza nel mio cuore constatando ancora una volta la sofferenza vissuta da molti minori a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate. Un crimine che genera profonde ferite di dolore e di impotenza, anzitutto nelle vittime, ma anche nei loro familiari e nell’intera comunità, siano credenti o non credenti. Guardando al passato, non sarà mai abbastanza ciò che si fa per chiedere perdono e cercare di riparare il danno causato. Guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi. Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore, perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità.

Se un membro soffre

Negli ultimi giorni è stato pubblicato un rapporto in cui si descrive l’esperienza di almeno mille persone che sono state vittime di abusi sessuali, di potere e di coscienza per mano di sacerdoti, in un arco di circa settant’anni. Benché si possa dire che la maggior parte dei casi riguarda il passato, tuttavia, col passare del tempo abbiamo conosciuto il dolore di molte delle vittime e constatiamo che le ferite non spariscono mai e ci obbligano a condannare con forza queste atrocità, come pure a concentrare gli sforzi per sradicare questa cultura di morte; le ferite “non vanno mai prescritte”. Il dolore di queste vittime è un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che per molto tempo è stato ignorato, nascosto o messo a tacere. Ma il suo grido è stato più forte di tutte le misure che hanno cercato di farlo tacere o, anche, hanno preteso di risolverlo con decisioni che ne hanno accresciuto la gravità cadendo nella complicità. Grido che il Signore ha ascoltato facendoci vedere, ancora una volta, da che parte vuole stare. Il cantico di Maria non si sbaglia e, come un sottofondo, continua a percorrere la storia perché il Signore si ricorda della promessa che ha fatto ai nostri padri: «Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,51-53), e proviamo vergogna quando ci accorgiamo che il nostro stile di vita ha smentito e smentisce ciò che recitiamo con la nostra voce.

Con vergogna e pentimento, come comunità ecclesiale, ammettiamo che non abbiamo saputo stare dove dovevamo stare, che non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravità del danno che si stava causando in tante vite. Abbiamo trascurato e abbandonato i piccoli. Faccio mie le parole dell’allora Cardinale Ratzinger quando, nella Via Crucis scritta per il Venerdì Santo del 2005, si unì al grido di dolore di tante vittime e con forza disse: «Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! […] Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr Mt8,25)» (Nona Stazione).

Tutte le membra soffrono insieme

La dimensione e la grandezza degli avvenimenti esige di farsi carico di questo fatto in maniera globale e comunitaria. Benché sia importante e necessario in ogni cammino di conversione prendere conoscenza dell’accaduto, questo da sé non basta. Oggi siamo interpellati come Popolo di Dio a farci carico del dolore dei nostri fratelli feriti nella carne e nello spirito. Se in passato l’omissione ha potuto diventare una forma di risposta, oggi vogliamo che la solidarietà, intesa nel suo significato più profondo ed esigente, diventi il nostro modo di fare la storia presente e futura, in un ambito dove i conflitti, le tensioni e specialmente le vittime di ogni tipo di abuso possano trovare una mano tesa che le protegga e le riscatti dal loro dolore (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 228). Tale solidarietà ci chiede, a sua volta, di denunciare tutto ciò che possa mettere in pericolo l’integrità di qualsiasi persona. Solidarietà che reclama la lotta contro ogni tipo di corruzione, specialmente quella spirituale, «perché si tratta di una cecità comoda e autosufficiente dove alla fine tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia, l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzialità, poiché “anche Satana si maschera da angelo della luce” (2 Cor 11,14)» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 165). L’appello di San Paolo a soffrire con chi soffre è il miglior antidoto contro ogni volontà di continuare a riprodurre tra di noi le parole di Caino: «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9).

Sono consapevole dello sforzo e del lavoro che si compie in diverse parti del mondo per garantire e realizzare le mediazioni necessarie, che diano sicurezza e proteggano l’integrità dei bambini e degli adulti in stato di vulnerabilità, come pure della diffusione della “tolleranza zero” e dei modi di rendere conto da parte di tutti coloro che compiono o coprono questi delitti. Abbiamo tardato ad applicare queste azioni e sanzioni così necessarie, ma sono fiducioso che esse aiuteranno a garantire una maggiore cultura della protezione nel presente e nel futuro.

Unitamente a questi sforzi, è necessario che ciascun battezzato si senta coinvolto nella trasformazione ecclesiale e sociale di cui tanto abbiamo bisogno. Tale trasformazione esige la conversione personale e comunitaria e ci porta a guardare nella stessa direzione dove guarda il Signore. Così amava dire San Giovanni Paolo II: «Se siamo ripartiti davvero dalla contemplazione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi» (Lett. ap. Novo millennio ineunte, 49). Imparare a guardare dove guarda il Signore, a stare dove il Signore vuole che stiamo, a convertire il cuore stando alla sua presenza. Per questo scopo saranno di aiuto la preghiera e la penitenza. Invito tutto il santo Popolo fedele di Dio all’esercizio penitenziale della preghiera e del digiuno secondo il comando del Signore,[1] che risveglia la nostra coscienza, la nostra solidarietà e il nostro impegno per una cultura della protezione e del “mai più” verso ogni tipo e forma di abuso.

E’ impossibile immaginare una conversione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del Popolo di Dio. Di più: ogni volta che abbiamo cercato di soppiantare, mettere a tacere, ignorare, ridurre a piccole élites il Popolo di Dio abbiamo costruito comunità, programmi, scelte teologiche, spiritualità e strutture senza radici, senza memoria, senza volto, senza corpo, in definitiva senza vita.[2] Ciò si manifesta con chiarezza in un modo anomalo di intendere l’autorità nella Chiesa – molto comune in numerose comunità nelle quali si sono verificati comportamenti di abuso sessuale, di potere e di coscienza – quale è il clericalismo, quell’atteggiamento che «non solo annulla la personalità dei cristiani, ma tende anche a sminuire e a sottovalutare la grazia battesimale che lo Spirito Santo ha posto nel cuore della nostra gente»[3]. Il clericalismo, favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici, genera una scissione nel corpo ecclesiale che fomenta e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi denunciamo. Dire no all’abuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di clericalismo.

E’ sempre bene ricordare che il Signore, «nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 6). Pertanto, l’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro. Tutto ciò che si fa per sradicare la cultura dell’abuso dalle nostre comunità senza una partecipazione attiva di tutti i membri della Chiesa non riuscirà a generare le dinamiche necessarie per una sana ed effettiva trasformazione. La dimensione penitenziale di digiuno e preghiera ci aiuterà come Popolo di Dio a metterci davanti al Signore e ai nostri fratelli feriti, come peccatori che implorano il perdono e la grazia della vergogna e della conversione, e così a elaborare azioni che producano dinamismi in sintonia col Vangelo. Perché «ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 11).

E’ imprescindibile che come Chiesa possiamo riconoscere e condannare con dolore e vergogna le atrocità commesse da persone consacrate, chierici, e anche da tutti coloro che avevano la missione di vigilare e proteggere i più vulnerabili. Chiediamo perdono per i peccati propri e altrui. La coscienza del peccato ci aiuta a riconoscere gli errori, i delitti e le ferite procurate nel passato e ci permette di aprirci e impegnarci maggiormente nel presente in un cammino di rinnovata conversione.

Al tempo stesso, la penitenza e la preghiera ci aiuteranno a sensibilizzare i nostri occhi e il nostro cuore dinanzi alla sofferenza degli altri e a vincere la bramosia di dominio e di possesso che tante volte diventa radice di questi mali. Che il digiuno e la preghiera aprano le nostre orecchie al dolore silenzioso dei bambini, dei giovani e dei disabili. Digiuno che ci procuri fame e sete di giustizia e ci spinga a camminare nella verità appoggiando tutte le mediazioni giudiziarie che siano necessarie. Un digiuno che ci scuota e ci porti a impegnarci nella verità e nella carità con tutti gli uomini di buona volontà e con la società in generale per lottare contro qualsiasi tipo di abuso sessuale, di potere e di coscienza.

In tal modo potremo manifestare la vocazione a cui siamo stati chiamati di essere «segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 1).

«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme», ci diceva San Paolo. Mediante l’atteggiamento orante e penitenziale potremo entrare in sintonia personale e comunitaria con questa esortazione, perché crescano tra di noi i doni della compassione, della giustizia, della prevenzione e della riparazione. Maria ha saputo stare ai piedi della croce del suo Figlio. Non l’ha fatto in un modo qualunque, ma è stata saldamente in piedi e accanto ad essa. Con questa posizione esprime il suo modo di stare nella vita. Quando sperimentiamo la desolazione che ci procurano queste piaghe ecclesiali, con Maria ci farà bene “insistere di più nella preghiera” (cfr S. Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, 319), cercando di crescere nell’amore e nella fedeltà alla Chiesa. Lei, la prima discepola, insegna a tutti noi discepoli come dobbiamo comportarci di fronte alla sofferenza dell’innocente, senza evasioni e pusillanimità. Guardare a Maria vuol dire imparare a scoprire dove e come deve stare il discepolo di Cristo.

Lo Spirito Santo ci dia la grazia della conversione e l’unzione interiore per poter esprimere, davanti a questi crimini di abuso, il nostro pentimento e la nostra decisione di lottare con coraggio.

Vaticano, 20 agosto 2018

PROVINCIA DEL BRASILE

XXXVII Congresso brasiliano di umanizzazione e di pastorale della Salute promosso dai Camilliani del Brasile in collaborazione con la conferenza episcopale nazionale.

COMUNITÀ in CILE

Messaggio del Superiore generale in occasione della visita pastorale alla comunità camilliana in Cile (provincia romana) (Santiago del Cile, 8-12 agosto 2018)

ITALIANOINGLESE

 

 

ROMA – fondazione CADIS

Bollettino Cross over n. 12

 SCARICA QUI

 

 

 

 

 

LA SITUAZIONE UMANITARIA DRAMMATICA IN ASIA MINACCIA IL FUTURO DI MILIONI DI POVERI E DI SOPRAVVISSUTI

Appello per il sostegno agli sforzi ‘camilliani’ di soccorso

In meno di due mesi a partire dal luglio 2018, quattro grandi disastri naturali hanno colpito diverse regioni dell’Asia: le piogge monsoniche e i tifoni hanno determinato inondazioni di proporzioni bibliche in Laos, India e Filippine, mentre un devastante terremoto continua a squassare ampie aree dell’Indonesia.

Più di cinque milioni di persone sono state colpite da queste calamità: la maggior parte di questi uomini e donne sono particolarmente vulnerabili, per la loro povertà di risorse. Ora, tutta questa devastazione ha reso ancora più drammatica ed emergenziale la loro condizione di vita e di sopravvivenza. Questa situazione umanitaria critica incombe sul futuro di queste persone che hanno già sofferto prima di questi “disastri naturali”.

A luglio, un’enorme quantità di pioggia ha abbattuto la più grande diga del Laos che è tracimata investendo oltre 13.100 persone che vivevano nei villaggi sottostanti: ad oggi ci sono centinaia di dispersi. Possiamo immaginare quante abitazioni sono state devastate e fattorie – da cui dipende il 100% del loro sostentamento – sono state distrutte.

Le enormi piogge torrenziali hanno investito anche le Filippine, in particolare la capitale Manila e le province vicine, interessando 1.279.943 di persone. I religiosi camilliani filippini e indonesiani si stanno mobilitando per fornire una risposta immediata.

Ad agosto, uno dei monsoni più distruttivi della recente storia dell’India ha inondato lo stato del Kerala. Sono registrati oltre 350 morti e più di 725.000 individui sono stati evacuati dalle loro case e dalla regione. Il Kerala è lo stato in cui si trovano la maggior parte dei nostri religiosi camilliani e della nostra attività ministeriale. La Task Force Camilliana Indiana si sta mobilitando per organizzare dei campi di soccorso con l’intervento di medici e di sanitari.

 

CONTINUA QUI

CADIS: INIZIATA LA MISSIONE A LOMBOK (INDONESIA)

A cura di p. Andi Cyrelus Suparman, MI

Sabato 25 agosto 2018, sono arrivato a Lombok. La prima cosa che ho fatto è stata quella di organizzare un gruppo locale di “reazione al terremoto” (QRT – Quick Reaction Team) che lavorerà con noi nelle operazioni di soccorso. Il team è composto da due membri del personale permanente che ci assisterà nel nostro lavoro quotidiano di assistenza, nell’amministrazione dei beni e servizi, nella valutazione completa dei bisogni e nel coordinamento con le comunità locali interessate. Insieme a loro ci sono anche due volontari. Il QRT coordinerà gli interventi di emergenza in sinergia con noi camilliani che, purtroppo, viviamo molto lontano da Lombok: la comunità si trova a Maumere (Isola di Flores), ad oltre mille chilometri di distanza.

Il nostro team è stato sistemato in una casa privata prestataci da un volontario in città. Questa sarà la nostra base logistica.

CONTINUA QUI

COMUNITÀ IN MADAGASCARPELLEGRINAGIO DELLA FAMIGLIA SALESIANA DI FIANARANTSOA (MADAGASCAR)

Per la ricorrenza del 150-esimo anniversario della Basilica di Santa Maria Ausiliatrice di Valdocco – Torino, la grande famiglia salesiana ha previsto la celebrazione nei vari luoghi di missione. A Fianarantsoa, il pellegrinaggio giubilare promosso dalle Figlie di Maria Ausiliatrice ha riunito i vari membri esistenti della grande famiglia salesiana con tanti altri fedeli ad Ilena, un luogo mariano a circa 7sette chilometri della città, il giorno dell’Assunta.

Il programma della giornata ha previsto la proiezione del video sulla sopracitata basilica si è svolto nell’aula polivalente del villaggio, diventata troppa piccola; molte persone si sono accontentate di seguirne i commenti grazie agli altoparlanti installati all’esterno.

Di seguito, i pellegrini si sono radunati davanti alla Chiesa Santa Teresina per iniziare la via crucis con la Beata Vergine Maria. Arrivati in cima presso la Torre della Beata Vergine Maria, Salus Infirmorum, gli uni hanno recitato il rosario ascoltando intervallato con alcune espressioni di san Giovanni Bosco e gli altri si sono avvicinati al sacramento della confessione, con la presenza di 5 sacerdoti.

Il pranzo è stato un momento propizio per la presentazione tra i pellegrini. Il cappellano ha fatto un breve racconto sulla trasformazione di quel luogo da altare sacrificale tradizionale ad un luogo di devozione alla Beata Vergine Maria, Salus Infirmorum.

Nel pomeriggio è stata celebrata l’Eucarestia al termine della quale ai pellegrini, particolarmente agli alunni che sosterranno gli esami di stato, è stata impartita una speciale benedizione.

PROVINCIA NORD ITALIANA

In occasione del Sinodo dei Vescovi 2018 che avrà come tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, la Pastorale Giovanile Vocazionale Camilliana della Provincia Nord Italiana ha partecipa alla venerazione straordinaria della Sindone2018 insieme ad un gruppo di giovani volontari che per mille strade sono giunti alla Reggia di Venaria Reale per la veglia di preghiera nella notte del 9 agosto 2018 e poi, il 10 agosto, prima a Valdocco, casa di don Bosco, e poi a venerare la Sindone durante tutta notte. Che bello scoprirsi amati dal Signore e comprendere che il Suo Amore lascia il segno!

GUARDA QUI IL VIDEO

PROVINCIA ROMANA

ESERCIZI SPIRITUALI guidati da Paolo Curtaz, presso il Centro di Spiritualità “Nicola D’Onofrio” Bucchianico, dal 25 al 28 settembre 2018.

SCARICA QUI IL PROGRAMMA

 

 

 

 

 

ROMA – S. Maria Maddalena

Nel cuore di Roma… il cuore di Camillo incontra i giovani

Sabato 11 agosto 2018, un centinaio di giovani del movimento neocatecumenale dell’Umbria e altri giovani di alcune diocesi italiane, si sono incontrati alla Maddalena per conoscere meglio la figura di San Camillo e del suo messaggio prima dell’incontro pomeridiano con Papa Francesco. In cammino verso il Sinodo dei Vescovi 2018 conoscendo la perenne “giovinezza dei Santi”!

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

 

DELEGAZIONE IN KENYA

I Camilliani a Karungu (Kenya) da 25 anni

La festa di San Camillo De Lellis è stata celebrata domenica 15 luglio 2018 al St. Camillus Mission Hospital – Karungu (Kenya). La stessa occasione ha segnato la conclusione della commemorazione del 25° anniversario della presenza dei religiosi camilliani a Karungu (1993 – 2018). L’occasione ha anche offerto l’opportunità di accogliere sette novizi nella comunità stessa di Karungu.

Erano presenti alla celebrazione, insieme a diversi membri della Famiglia Camilliana Laica, p. Dominic Mwanzia, delegato provinciale dei camilliani in Kenya, p. Emilio Balliana, direttore della missione a Karungu, fr. Bonaventure Muswi, p. Paolo Guarise – maestro dei novizi – p. John Kariuki, p. Reuben Njagi della comunità camilliana di Tabaka-Kisii, fr. Domenico Misaro e fr. Evans Juma.

I religiosi passionisti, nostri ‘vicini di casa’ a Karungu, erano ben rappresentati da p. Claudio Moscatelli e da fr. Maurice Omollo. Erano presenti anche le religiose della Beata Vergine di Kiranda, guidate dalla Superiora, suor Agnese Kwamboka e da suor Lucia delle religiose Sacramentine di Rongo.

Erano presenti i collaboratori del St. Camillus Mission Hospital e del Dala Kiye. Sono stati invitati tutti i bambini accolti dal Dala Kiye, i bambini del complesso educativo Beato L. Tezza e i loro insegnanti.

La celebrazione è iniziata con la Santa Messa presieduta da p. Dominic Mwanzia. Il coro era composto dagli studenti della scuola secondaria Beato L. Tezza, con alcuni laici camilliani. Nel suo sermone, p. Dominic ha esortato i camilliani a sostenere il servizio reso a Karungu secondo l’esempio di San Camillo De Lellis. Ha inoltre sottolineato la dedizione al servizio di tutti e ha chiesto la collaborazione di tutte le persone interessate.

Dopo la celebrazione della Santa Messa, ci sono stati i discorsi celebrativi di alcune persone che erano presenti e hanno svolto ruoli importanti per il St. Camillus Mission Hospital in questi ultimi 25 anni. P. Claudio, passionista, ha avuto un ruolo chiave nel portare i camilliani da Tabaka e nel convincerli a iniziare una missione a Karungu. Nel suo discorso, p. Claudio ha raccontato come ha portato p. Emilio Balliana e fr. Valentino Gastaldello a Karungu. I due furono inizialmente ospitati nella Parrocchia di Kiranda, dove Suor Agnese li ha accolti e sostenuti. Fr. Claudio ringrazia i Camilliani per aver ascoltato la sua chiamata e per il loro servizio nell’aiutare la gente di Karungu.

GALLERIA FOTOGRAFICA

DELEGAZIONE IN COLOMBIA

Settima di formazione permanente per i religiosi camilliani del sud America (presso la comunità di Bogotà-Colombia). P. Angelo Brusco ha guida e coordinato la riflessione e il confronto.

 

 

 

 

DELEGAZIONE IN VIETNAM ordinazioni presbiterali

Due religiosi camilliani vietnamiti sono stati ordinati sacerdoti il 18 agosto 2018.

La celebrazione solenne è stata presieduta da Mons. Peter Nguyen Van Kham, vescovo della diocesi di Mỹ Tho: hanno partecipato circa 1.500 persone.

I due confratelli consacrati presbiteri sono: Peter Pham Kim Quyen e Vincent Vu Quoc Toan.

Nella sua omelia, il vescovo senza molte parole è andato dritto al punto: il sacerdote deve vivere in modo tale da diventare “alter Christus” (un altro Cristo): solo con questo stile di vita, le persone lo incontrano, non lo chiamerebbero “sacerdote medico” o “sacerdote infermiere” ma “dottore sacerdote” o “infermiere sacerdote”: al di là di qualsiasi altro titolo, il sacerdozio deve essere il suo carattere principale.

Con molta franchezza, il vescovo ha menzionato gli attuali problemi e le sofferenze della Chiesa a causa di molti scandali operati da sacerdoti. Pertanto, ogni sacerdote deve fare una seria pausa per riesaminare se stesso, per rafforzare, proteggere e coltivare il suo carattere sacerdotale. Ha bisogno di mantenersi immerso profondamente nella vita di preghiera, nonostante il ministero impegnativo con il ‘popolo di Dio’. È l’esperienza della preghiera che nutre e dilata l’esperienza del servizio.

GALLERIA FOTOGRAFICA

DELEGAZIONE IN TAIWAN

Il giorno 8 agosto a Taiwan è stata celebrata la festa del papà, dal momento che in cinese, il suono della parola ‘otto’ indica anche la parola ‘papà’.

Il 12 agosto è stato celebrato il 60mo anniversario della chiesa parrocchiale ‘camilliana’ di Lotung dedicata alla Madonna Assunta. Erano presenti l’Arcivescovo di Taipei ed il chargé d’affaires della nunziatura apostolica. Durante la messa sono stati celebrati il battesimo, la cresima e la prima comunione di dieci nuovi fedeli.

Il 13 agosto a Taiwan è stata organizzata la cerimonia per ricordare gli antenati. La chiesa, per avvicinarsi ai costumi locali, organizza una cerimonia di preghiere per gli antenati, e poiché nella tradizione cinese, il settimo mese lunare, è il mese degli spiriti cattivi, si approfitta per benedire con l’acqua santa tutte le stanze degli ammalati e gli uffici anche nel nostro ospedale.

I Camilliani a Lotung per “curare ed evangelizzare”

Lotung (Agenzia Fides) – Nel 1952, quando i Camilliani che lavoravano in Cina dal 1946 vennero espulsi, un gruppo di loro decise di dirigersi verso la Thailandia, un altro gruppo a Taiwan. Già in Cina avevano adottato questo motto per contraddistinguere la loro opera: “Curare ed Evangelizzare”. Trasferitisi a Taiwan vollero mantenerlo come programma di apostolato.

Iniziarono quindi “a curare” con un piccolo ospedale di 12 letti e, nello stesso tempo, si dedicarono “ad evangelizzare” nel distretto loro affidato dall’Arcivescovo. Come racconta all’Agenzia Fides p. Giuseppe Didone, superiore provinciale dei Camilliani di Taiwan, oltre ad una chiesetta a fianco dell’ospedale, i Camilliani diedero inizio all’evangelizzazione tra gli aborigeni. Dal momento che questi erano poveri, quando venivano all’ospedale erano curati quasi tutti gratuitamente. Un giorno una vecchia signora tornò all’ospedale e chiese al missionario: “venite a parlarci del vostro Dio, che è così buono”.

Anche a Lotung iniziò presto l’evangelizzazione, e a questo scopo venne presa in affitto una casa a due piani. Dal momento che i cristiani aumentavano velocemente, il luogo fu presto insufficiente, si pensò quindi a una grande chiesa, di cui il 26 dicembre 1957 iniziò la costruzione. A seguire i lavori fu il superiore provinciale di allora, il camilliano p. Aldo Antonelli, sacerdote, medico e ingegnere, che fece il progetto e ne seguì la realizzazione. La chiesa, inaugurata il 28 settembre 1958, quindi 60 anni fa, è di stile gotico e le vetrate colorate ne fanno un capolavoro artistico, tanto che ultimamente è stata riconosciuta dal governo come monumento artistico nazionale. Dedicata alla Madonna Assunta, presenta alcune sfumature in stile orientale, come l’incensiere e l’altare degli antenati, per conformarsi alla cultura cinese.

Il 12 agosto, per celebrare i 60 anni della sua consacrazione e alla vigilia della solennità liturgica dell’Assunzione di Maria, sono previsti grandi festeggiamenti presieduti dall’Arcivescovo di Taipei, Mons. John Hung, con l’amministrazione di Battesimi e Cresime. Inoltre sono state organizzate gare di disegno e altre attività legate alla ricorrenza.

PROVINCIA del BURKINA FASO 

PROFESSIONI SOLENNI – PROFESSIONI TEMPORANEE ED ANNIVERSARI IN BURKINA FASO (8 settembre 2018)

Cfr. Invito

 

 

 

 

 

Il 30 luglio 2018 p. Lazare Yelyaore, religioso camilliano della provincia del Burkina Faso, al ‘Camillianum’ di Roma, ha difeso la tesi di dottorato dal titolo: Santé et développemnet. Perspectives theologico-pastorales pour le Burkina Faso a la lumière de l’enseignement social de Jean-Paul II et de Benoît XVI.

 

 

 

 

 

PROVINCIA THAILANDESE

Thailandia, tra i dannati infetti da Hiv tra superstizione e prevenzione

 (Da Rayong, Thailandia) – Padre Giovanni Contarin dell’ordine dei Camilliani – che ora gestisce una casa per anziani a Korat, nel nord della Thailandia –, nel 1996 ha aperto a Rayong il primo centro di accoglienza per i malati di Hiv-Aids del Paese. Qualche tempo indietro aveva provato a farlo vicino a Bangkok, ma l’esperienza era finita nel peggiore dei modi. Inizialmente le minacce, poi l’esplosione di un ordigno proprio di fronte alla struttura. L’obiettivo è intimidatorio: “Non siete i benvenuti”. Le ragioni si rintracciano radicate nella cultura thailandese, che in gran parte considera il virus come una sorta di punizione inflitta all’individuo per la propria condotta dissoluta nella vita precedente. Per questo le persone sieropositive venivano spesso abbandonate e rifiutate dal tessuto sano della popolazione. Ma il missionario italiano è determinato. Non si arrende e decide di aprire il centro duecento chilometri più a sud, in una zona con un’elevata percentuale di casi di infezione da Hiv, classificata tra le prime cinque della Nazione.

 “Li accompagnavamo alla morte con dolcezza”

In Thailandia fino a un po’ di anni fa non c’era scampo per le persone affette. Contrarre il virus dell’Hiv equivaleva a ricevere una condanna a morte. Il destino di questi malati, uomini, donne e bambini, era segnato. Morire era l’unico epilogo possibile. E Giovanni Contarin non poteva fare altro che accompagnare fino all’ultimo respiro i sofferenti. L’esordio della sua attività al loro fianco è stato, infatti, quello di renderne dignitosa la morte, tenendoli per mano uno per uno, con compassione e dolcezza. Lo ha fatto per dieci lunghi anni. “A quei tempi era quasi impossibile accedere alle cure antiretrovirali”, mi spiega padre Chaisak Thaisonthi, attuale direttore del Camillian Social Center. “Le terapie esistevano, ma erano troppo costose”. Per fortuna oggi la situazione è notevolmente cambiata. “Dal 2006 – continua il religioso – il governo thailandese garantisce gratuitamente la disposizione dei medicinali. In questo modo, tutti i malati sieropositivi hanno la possibilità di curarsi e migliorare la qualità della loro vita”. Di conseguenza, è cambiato l’obiettivo della struttura: “Ora aiutiamo i pazienti a rimettersi in forze e a reinserirsi nella società”.

La naturalezza e l’innocenza dei più piccoli

Il centro dei Camilliani – che dal 1996 ai giorni nostri ha aiutato quasi duemila individui, e tra questi circa 200 minori – attualmente ospita 75 adulti e 44 bambini. “Tutti gli ospiti sono malati di Hiv-Aids abbandonati o rimasti orfani”, mi racconta Marco Palestrini, un volontario italiano che, da quindici anni trasferito in Thailandia, si occupa della ricerca dei fondi. “Prima dell’apertura di questa struttura le persone malate non avevano neanche un posto dove vivere. Qui, invece, trovano una casa sicura, del cibo e, soprattutto, la possibilità di migliorare le loro condizioni di salute per poi proseguire la loro vita nella società”. Marco mi accompagna nella parte esterna, dove si trovano i giochi per i più piccoli. I bambini mi guardano incuriositi. La loro naturalezza e la loro innocenza mi lascia senza parole. Fino a non rendermi più conto, per un attimo, del luogo in cui mi trovo, un luogo di dolore e di malattia. Poi, però, camminando poche decine di passi, arrivo nella parte del centro che ospita i casi più difficili, come quelli di persone rimaste cieche o con gravi disabilità motorie.

Continua qui

 PROVINCIA SICULO-NAPOLETANA

Nei giorni 24-28 settembre, la Provincia Siculo-Napoletana organizza a Messina presso la Casa degli Esercizi spirituali “San Tommaso” dei Salesiani gli Esercizi spirituali. Questi Esercizi saranno un momento d’intensa riflessione spirituale sulla nostra vita Religiosa e saranno vissuti come “rendimento di grazie” per i prossimi Novizi, i restanti Postulanti e l’Anno Vocazionale Camilliano che è ancora in corso. Anima il corso di Esercizi: Sua Ecc. Mons. Paolo Urso, Vescovo emerito di Ragusa. Gli Esercizi spirituali iniziano nel pomeriggio del 24 settembre e si concludono con l’ingresso al Noviziato di Luca Apreda, Salvatore Barbagallo e Mariano Servadei del 28 settembre, presso la Casa di Noviziato “Casa di Cura san Camillo” in Messina (ME).

Missione inter parrocchiale ad Acireale in occasione della festa di San Camillo.

GALLERIA FOTOGRAFICA

Si è conclusa il 15 luglio la Missione camilliana inter parrocchiale tenuta ad Acireale, in occasione delle celebrazioni in onore di San Camillo e del 150° anniversario della nascita della Beata Domenica Brun Barbantini.

La Missione, che ha visto coinvolta tutta la famiglia camilliana, è iniziata domenica 8 luglio con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Card. Paolo Romeo, durante la quale è stato affidato il mandato ai missionari con la consegna delle Croce rossa di San Camillo.

Per una settimana un numeroso gruppo composto da sacerdoti, religiosi, religiose e laici ha raggiunto gli infermi ed i poveri di Acireale, cercando di portare sollievo nella sofferenza.

Gli ammalati hanno potuto incontrare Cristo nel proprio dolore personale, ricevendo direttamente a casa i sacramenti della guarigione, con la possibilità di confessarsi e ricevere l’Unzione degli infermi e la Santa eucarestia.

La missione, inoltre, ha dato modo ad ammalati costretti a casa da lungo tempo di poter prender parte alla celebrazione Eucaristica tra le proprie mura domestiche, offrendo la possibilità di partecipare al mistero del Corpo e del Sangue di Cristo anche nella sua dimensione comunitaria, grazie alla partecipazione di parenti e amici.

Continua qui

VICE PROVINCIA DEL BENIN-TOGO

Professioni solenni – Professioni temporanee in Benin-Togo (14 settembre 2018)

 

 

Lettera di p. Guy-Gervais Ayite, superiore vice-provinciale del Benin-Togo – Programma della festa per il passaggio della Vice Provincia allo status di Provincia (15 settembre 2018)

 

INCONTRI DELL’ORDINE CAMILLIANO (2014 – 2020)


 

 

 

 

 

FAMIGLIA CAMILLIANA LAICA

Raduno internazionale della FCL: dal 13 al 20 ottobre 2018, a villa Primavera (Roma), presso le religiose Ancelle dell’Incarnazione. L’incontro è aperto ai Presidenti e ai principali Assistenti Spirituali FCL: 2 persone per Provincia, Vice-Provincia, e Delegazione dell’Ordine.

AGENDA DEL SUPERIORE GENERALE E DELLA CONSULTA GENERALE

Leocir PESSINI insieme a p. Laurent ZOUNGRANA parteciperà ai festeggiamenti per l’erezione canonica della nuova Provincia del Benin-Togo (9-18 settembre 2018).

La Commissione Economica Centrale dell’Ordine si riunirà alla ‘Maddalena’ a Roma dal 6 al 8 settembre 2018.

ATTI DI CONSULTA GENERALE

Il superiore generale con il consenso dei consultori:

  • ha eretto canonicamente la comunità camilliana di Pescara (Italia), dipendente dalla provincia camilliana del Burkina-Faso.

PUBBLICAZIONI

Escritos de San Camilo (1584-1614) – Germana Sommaruga

Nuova edizione in lingua spagnola

La figura de Camilo de Lelis es de una relevancia singular en la historia del a asistencia sanitaria, no solo en la vita de la Iglesia y para la Orden de los religiosos camilos por él fundada. Su aportación constituye una revolución en el modelo asistencial, en la cultura de la época en lo relacionado al sufrimiento visto desde la fe, asì como un referente muy especial para conocer la historia del mundo de la salud y de la asistencia sanitaria.

Contamos con varias biografías que permiten hacerse ideas complementarias de Camilo de Lelis. Es muy especial la Vida manuscrita, de su compañero Sanzio Cicatelli, y es muy entrañable la de Alessandro Pronzato Todo corazón para los enfermos, desde estilos diferentes.

Para acceder a los escritos del proprio camilo de Lelis, que es lo que nos permite este libro, nos ayuda Germana Sommaruga, fundadora del Instituto Secular Cristo Esperanza. Una mujer pequeña, de corazón grande, reflexiva y tímida, pero escrutadora de las fuentes y buscadora de inspiración. Ella nos sitúa cada texto aquí recogido con su comentario breve, libre, que sirve mucho de ayuda para la comprensión del contenido y el contexto de este material tan importante para acceder directamente al pensar y sentir de Camilo de Lelis, un santo que estaba dotado de una extraordinaria sensibilidad humana, «como una madre», y de una infinita caridad y entrega al enfermo.