V tappa: la reliquia del cuore al Policlinico militare “Celio” di Roma

Si è concluso stamattina il pellegrinaggio della reliquia del cuore di san Camillo al Policlinico militare “Celio” di Roma, inserito nelle celebrazioni per il IV Centenario della morte del Santo di Bucchianico.

La “tre giorni” è iniziata mercoledì 26 marzo in mattinata, con l’accoglienza da parte del personale ospedaliero e il saluto dei militari, guidati dal direttore del Policlinico, maggior generale Mario Alberto Germani.

Subito dopo monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Roma incaricato per la pastorale sanitaria, ha presieduto nella chiesa “Salus infirmorum” un breve momento di preghiera, coadiuvato dal cappellano militare del “Celio” padre Matteo Nonini.

Monsignor Leuzzi ha ricordato che “gli operatori sanitari hanno un compito impegnativo: aiutare e accompagnare il malato nel momento della sofferenza, scorgendo in loro il volto di Cristo, come fece san Camillo”. Il vescovo ha sottolineato la necessità di ripensare in modo fruttuoso il rapporto fra il sanitario e il malato, auspicando che il pellegrinaggio del cuore possa lasciare nel personale ospedaliero del “Celio” di Roma un segno tangibile e duraturo.

Ha preso quindi la parola il vicario generale dei Camilliani padre Paolo Guarise, che ha tenuto una conferenza sulla figura di san Camillo, spiegando perché nel 1974 è stato nominato da papa Paolo VI patrono della sanità militare. (Leggi qui il suo intervento) 

San Camillo – ha detto il vicario generale – era un soldato di ventura, che si distinse negli anni giovanili sui campi di battaglia seguendo l’esempio del padre Giovanni. È stato un buon militare del suo tempo, fino a quando, nel 1574, si congedò dall’esercito e iniziò un percorso di cambiamento interiore che lo portò a fianco degli ammalati”.

Con i suoi confratelli, Camillo da soldato diventò soccorritore dei soldati, prestando aiuto sui campi di battaglia, dall’Italia all’Ungheria. Sporchi, malmessi e abbandonati, nessuno voleva servire i militari feriti: solo i Camilliani tendevano loro una mano, seguendo le indicazioni di padre Camillo. Religiosi e laici insieme si strinsero così a formare un vero e proprio corpo sanitario, tanto che il Santo di Bucchianico può essere considerato l’antesignano della Croce rossa internazionale.

La giornata di mercoledì è proseguita nel pomeriggio con una celebrazione eucaristica presieduta dal direttore del Centro diocesano per la pastorale sanitaria di Roma, monsignor Andrea Manto, e da una veglia serale di preghiera.

Giovedì 27 marzo, alle ore 11:00, è stato l’arcivescovo Ordinario militare per l’Italia monsignor Santo Marcianò a celebrare una messa solenne. (Leggi qui l’omelia)

San Camillo – ha detto – operò in se stesso un passaggio dalla  legge al cuore, dal fare al dare, muovendosi da una vita fondata sulla mondanità ad una vera e propria conversione. Da ferito, Camillo intuì come le ferite umane hanno bisogno non solo di cure ma di cura; come l’uomo ferito, malato, addolorato, povero, ha bisogno di uomini che lo prendano in carico come persona, dunque che si donino a lui”.

Rivolgendosi agli operatori sanitari militari, mons. Marcianò ha ricordato l’importanza del loro lavoro, invitandoli a seguire l’esempio di san Camillo: “forse è stato proprio quel servizio, svolto da militare, a educare e preparare Camillo alla conversione che il Signore ha fatto poi esplodere in lui, trasformandola in cammino di santità”.

Durante la celebrazione eucaristica è stata benedetta un’opera della pittrice e teologa Silvia Polizzi, raffigurante san Camillo e un operatore sanitario militare nell’atto di soccorrere un soldato ferito. Il quadro, che resterà esposto stabilmente nella chiesa del Policlinico militare “Celio”, è stato illustrato dalla stessa autrice.

Nel pomeriggio, dopo una breve adorazione eucaristica, la reliquia del cuore è andata in processione per le corsie dell’ospedale. A seguire è stata recitata la preghiera del Vespro.

Il pellegrinaggio si è concluso stamattina, quando la reliquia ha lasciato il Policlinico “Celio” per raggiungere l’ospedale “San Giovanni” di Roma. 

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This morning the pilgrimage of the heart of St. Camillus to the ‘Celio’ Military Polytechnic of Rome, which formed a part of the celebrations for the fourth centenary of the death of the Saint of Bucchianico, came to an end.

The ‘three days’ began on Wednesday 26 March in the morning, with the welcome of the hospital staff and the greetings of the members of the armed forces led by the director of the polyclinic, Major-General Mario Alberto Germani.

     Immediately afterwards Monsignor Lorenzo Leuzzi, the Auxiliary Bishop of Rome who is responsible for pastoral care in health, presided over a brief moment of prayer in the Salus Infirmorum’ Church, in which he was helped by the military chaplain of the ‘Celio’, Father Matteo Nonini.

Monsignor Leuzzi observed that ‘health-care workers have a demanding task: to help and to accompany sick people during moments of suffering, seeing in them in the face of Christ, as St. Camillus himself did’. The bishop emphasised the need to think anew in a fruitful way about the relationship between health-care workers and sick people, hoping that the pilgrimage of the heart of St. Camillus could leave in the hearts of the hospital staff of the ‘Celio’ of Rome a tangible and lasting mark.

The Vicar General of the Camillians, Father Paolo Guarise, then spoke and he gave a talk on the figure of St. Camillus, explaining why in 1974 he was made by Pope Paul VI the patron saint of military health care.  (read his talk here 

St. Camillus’, declared the Vicar General, ‘was a mercenary soldier who made a name for himself during his youthful years on the battlefields, following the example of his father, Giovanni. He was a good soldier of his time until in the year 1574 he left the army and began a pathway of interior change that led him to be at the side of the sick’.

With his brothers, from being a soldier Camillus became the helper of soldiers, providing help on the battlefields, from Italyto Hungary. Dirty, in a bad state and abandoned as they were, nobody wanted to serve wounded soldiers: only the Camillians stretched out their hands, following the path that Father Camillus had pointed out to them. Religious and lay people thus came together to form an authentic health-care corps, and to such an extent that  the Saint of Bucchianico may be seen as the forerunner of the international Red Cross.

The events of Wednesday continued in the afternoon with a celebration of the Eucharist presided over by the Director of the Diocesan Centre for Pastoral Care in Health of Rome, Monsignor Andrea Manto, and a prayer vigil in the evening.

     On Thursday 27 March, at 11.00, the Military Ordinary Bishop for Italy, Monsignor Santo Marcianò,celebrated a solemn Holy Mass.

‘St. Camillus’, he said, ‘carried out within himself a move from the ‘law’ to the ‘heart, and from ‘doing’ to ‘giving’, going from a life based upon this world to an authentic conversion. As  a wounded man, Camillus perceived how human wounds need not only ‘treatment’ but also ‘care’; how a wounded, sick, in pain and poor man needs men who take responsibility for him as a person, and thus give themselves to him’.

     Addressing military health-care workers, Msgr. Marcianò stressed the importance of their work and invited them to follow the example of St. Camillus: ‘perhaps it is precisely that service, engaged in as a military man, that educated and prepared Camillus for the conversion that the Lord then made explode within him, where he transformed it into a journey of holiness’.

     During the celebration of the Eucharist, a work by the painter and theologian Silvia Polizzi was blessed. This portrays St. Camillus and a military health-care worker coming to the aid of a wounded soldier. This painting, which will be constantly on show in the church of the ‘Celio’ Military Polytechnic, was described in detail by the painter herself.

In the afternoon, after a brief adoration of the Eucharist, the relic of the heart of St. Camillus went on a procession through the wards of the hospital. The prayers of vespers then followed.

The pilgrimage came to an end this morning when the relic left the ‘Celio’ Polyclinic to go to the ‘St. John’ Hospital of Rome.

 

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Esta semana concluía la peregrinación de la reliquia del corazón de san Camilo al policlínico militar “Celio” de Roma, que formaba parte de las celebraciones para el IV Centenario de la muerte del Santo de Bucchianico.

Los “tres días” comenzaban el miércoles 26 de marzo por la mañana con la acogida por parte del personal del hospital y el saludo de los militares, guiados por el director del policlínico, mayor general Mario Alberto Germani.

Inmediatamente después, monseñor Lorenzo Leuzzi, obispo auxiliar de Roma encargado de la pastoral sanitaria, presidió en la iglesia “Salus infirmorum” un breve momento de oración, ayudado por el capellán militar del “Celio”, el padre Matteo Nonini.

Monseñor Leuzzi recordó que “los agentes sanitarios tienen un cometido exigente como es ayudar y acompañar al enfermo en el momento del sufrimiento, viendo en él el rostro de Cristo, como hizo san Camilo”. El obispo subrayó la necesidad de revisar la manera fructífera la relación entre el sanitario y el enfermo, augurando que la peregrinación del corazón deje en el personal del hospital del “Celio” de Roma un signo tangible y duradero.

Seguidamente tomó la palabra el vicario general de los Camilos, el padre Paolo Guarise, que pronunció una conferencia sobre la figura de san Camilo, explicando por qué en 1974 fue nombrado por el papa Pablo VI patrono de la sanidad militar. (Lee aquí su intervención).

“San Camilo –dijo el vicario general– era un soldado de ventura, que se distinguió en sus años juveniles en los campos de batalla siguiendo el ejemplo de su padre, Giovanni. Fue un buen militar de su tiempo, hasta que en 1574 se despidió del ejército y comenzó un recorrido de cambio interior que le llevó al lado de los enfermos”.

Con sus co-hermanos, Camilo se transformó de soldado en samaritano de los soldados, ofreciendo su ayuda en los campos de batalla, desde Italia hasta Hungría. Sucios, desastrados y abandonados, nadie quería socorrer a los soldados heridos. Solamente los Camilos les tendía una mano, siguiendo las indicaciones del padre Camilo. Religiosos y laicos unidos formaron un verdadero cuerpo sanitario, tanto que el Santo de Bucchianico puede ser considerado el antecesor dela CruzRojaInternacional.

La jornada del miércoles prosiguió por la tarde con una celebración eucarística presidida por el director del Centro diocesano de la pastoral sanitaria de Roma, monseñor Andrea Manto, y con una vigilia vespertina de oración.

El jueves 27 de marzo, a las 11.00 h., fue el arzobispo ordinario militar para Italia, monseñor Santo Marcianò, quien celebró una misa solemne.

“San Camilo –dijo‒ realizó en sí mismo el paso de la ‘ley’ al ‘corazón’, del ‘hacer’ al ‘dar’, moviéndose desde una vida dada a lo mundano a una auténtica conversión. Estando herido, Camilo intuyó de qué modo las heridas humanas necesitan no solo ‘curas’, sino también ‘cuidado’; cómo el hombre herido, enfermo, doliente, pobre, necesita hombres que se hagan cargo de él como persona, es decir, que sepan darse a él”.

Dirigiéndose a los agentes sanitarios militares, monseñor Marcianò recordó la importancia de su trabajo, invitándoles a seguir el ejemplo de san Camilo: “Quizá fue justamente aquel servicio, realizado como militar, el que educó y preparó a Camilo a la conversión a la que le llevó el Señor para después transformarla en camino de santidad”.

Durante la celebración eucarística fue bendecida una obra de la pintora y teóloga Silvia Polizzi, que representa a san Camilo y a un agente sanitario militar en acto de socorrer a un soldado herido. El cuadro, que permanecerá expuesto establemente en la iglesia del policlínico militar “Celio”, ha sido ilustrado por la propia autora.

Por la tarde, después de una breve adoración eucarística, la reliquia del corazón fue llevada en procesión por los diversos sectores del hospital. Seguidamente fue recitada la oración de vísperas.

La peregrinación concluyó esta mañana cuando la reliquia dejó el policlínico “Celio” para dirigirse al hospital “San Giovanni” de Roma.

Mira aquí la galería fotográficaEsta manhã, foi concluída a peregrinação da relíquia do coração de são Camilo ao Hospital de Clínicas Militar “Celio” de Roma, evento inserido nas comemorações do IV Centenário do Falecimento do Santo de Bucchianico.

Os “três dias” foram iniciados na quarta-feira, 26 de março, no período matutino, e contou com a acolhida dos trabalhadores do hospital, além da saudação dos militares, guiados pelo diretor do “Celio”, general Mario Alberto Germani.

Na sequência, dom Lorenzo Leuzzi, bispo auxiliar de Roma responsável pela Pastoral da Saúde, presidiu na igreja “Salus Infirmorum” um breve momento de oração, apoiado pelo capelão militar do “Celio”, padre Matteo Nonini.

Monsignor Leuzzi recordou que “os agentes da pastoral da saúde têm uma missão desafiadora: ajudar e acompanhar os doentes no momento do sofrimento, distinguindo neles o vulto de Cristo, assim como são Camilo o fez”. O bispo ressaltou a necessidade de repensar de modo positivo o relacionamento entre o doente e a assistência sanitária, desejando que a peregrinação do coração possa deixar na equipe do “Celio” de Roma uma marca real e duradoura.

A seguir, o vigário-geral dos camilianos, padre Paolo Guarise, realizou uma conferência sobre a figura de são Camilo, explicando porque, em 1974, o santo foi nomeado “patrono da sanidade militar” pelo papa Paulo VI. (Veja aqui  o seu discurso)

Segundo o vigário-geral dos camilianos, “São Camilo era um soldado aventureiro, que se distinguiu nos campos de batalha durante sua juventude, seguindo o exemplo do pai Giovanni. Foi um bom militar do seu tempo, até quando, em 1574), licenciou-se do exército e começou um percurso de mudança interior que o levou a atender os doentes”.

Com os seus coirmãos, Camilo passou de soldado a benfeitor dos soldados, prestando ajuda nos campos de batalha, da Itália à Hungria. Estando sujos, feridos e abandonados, ninguém queria servir os militares, somente os camilianos os ajudavam, seguindo as orientações do padre Camilo. Religiosos e leigos, juntos, formaram um verdadeiro corpo sanitário, é tanto que o santo de Bucchianico pode ser considerado o precursor da Cruz Vermelha internacional.

A programação da quarta-feira prosseguiu durante a tarde com uma missa celebrada pelo diretor do Centro Diocesano para a Pastoral da Saúde de Roma, dom Andrea Manto, e por uma vigília noturna de oração.

O bispo afirmou que “São Camilo operou em si mesmo uma passagem da ‘lei’ ao ‘coração’, do ‘fazer’ ao ‘dar’, movendo-se de uma vida fundada sobre a mundanidade a uma verdadeira e própria conversão. Como ferido, Camilo intuiu como as feridas humanas precisam não só de ‘cuidados’ mas de ‘cura’; como o homem ferido, doente, sofredor e pobre precisa de homens que se encarreguem dele como pessoa, portanto que se doem a ele”.

Dirigindo-se aos agentes militares da pastoral da saúde, dom Marcianò ressaltou a importância do seu trabalho, convidando-os a seguir o exemplo de são Camilo: “talvez foi justamente aquele serviço, prestado quando militar, que educou e preparou Camilo para a conversão que o Senhor fez explodir depois nele, transformando-a em caminho de santidade”.

Durante a celebração eucarística, foi abençoada uma obra artística da pintora e teóloga Silvia Polizzi, representando são Camilo e um agente da pastoral da saúde militar socorrendo um soldado ferido. O quadro, que ficará definitivamente exposto na igreja do Hospital Militar “Celio”, foi explicado pela própria autora.

Durante a tarde, após uma breve adoração eucarística, a relíquia do coração saiu em procissão pelas alas do hospital. A seguir, foi a vez de rezar a oração das Vésperas.

A peregrinação foi concluída esta manhã, quando a relíquia deixou o Hospital “Celio” para trasladar-se ao Hospital “San Giovanni” de Roma.

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