La conversione del S.P. Camillo

I PRELUDIO: Traspòrtati a quel giorno felice in cui si converte il tuo S. Padre e imàginati di vedere in Cielo la SS. Vergine, che prostrata al trono di Dio implora la conversione di Camillo.

II PRELUDIO: Fate, o Signore, ch’entri a parte anch’io in quella festa che si fa dagli Angeli vostri lassù nel Cielo alla conversione dei peccatori.

PRIMO PUNTO ―  Chi avesse visto Camillo partire da Manfredonia svogliato e mesto col suo asinello, la vigilia della sua conversione, non avrebbe visto in lui che un povero servo, mandato a prendere una soma di vino. Eppure quel viaggio dovea far epoca nella sua vita; l’anima sua avvilita e fiacca, dovea gettar sulla via di Manfredonia il pesante fardello de’ suoi peccati, e correre ringiovanita per nuovi sentieri. Camillo senza saperlo andava incontro al suo medico, e una semplice esortazione familiare doveva esser principio d’una grande conversione.

Ricòrdati, anima mia, che tutto ciò che avviene in terra e in cielo, non avviene a caso, ma corrisponde esattissimamente a un disegno meraviglioso tracciato « ab aeterno » nella mente di Dio. Tutto l’universo è come un grande e vivo mosaico, di cui ciascuna creatura è una piccola ma ben ordinata pietruzza. Noi ora non comprendiamo la bellezza del disegno in questo quadro immenso, ma la vedremo in Cielo, e loderemo in eterno la sapienza di Dio che l’ha concepito. E tu, anima mia, giacché entri a parte di questo disegno, lasciati lavorare da Dio, ed egli ti farà degna d’un posto onorato nella città celeste; ma se tu disobbedisci alle sue leggi, se resisti alla sua grazia, diverrai una pietra deforme, atta solo a lastricare l’inferno. (S. Aug. – de civ. Dei XIV, 27).

SECONDO PUNTO — Considera, anima mia, il dolce mistero che la santa Chiesa ricordava in quel giorno in cui Camillo, si convertiva a Dio. Era la festa della Purificazione della Vergine e della presentazione di Gesù Cristo al tempio: era Gesù che entrava nella sua reggia sulle braccia di Maria. Or questo appunto era ciò che avveniva nel cuore di Camillo. Quando, colpito da un raggio celeste si prostrava a terra piangendo dirottamente e tra sospiri e gemiti rivolgeva a Dio infocate parole, allora Gesù entrava nel suo cuore, come in suo proprio tempio, e vi entrava sulle braccia di Maria, vale a dire per sua intercessione.

Ha voluto l’ordinatissima provvidenza di Dio, che tutte le grazie che discendono sugli uomini, passino per le mani di Maria, che è fra tutte le creature la più nobile, la più sublime, la più vicina a Dio: sic est voluntas ejus, qui totum nos habere voluit per Mariam (Glorie di M. I,5). Oh, con quanta gratitudine dobbiamo baciare quella mano benefica! Con quanta fiducia dobbiamo ricorrere a Maria! Dal giorno felice della sua conversione il S. P. Camillo nutrì sempre una filial divozione alla Vergine SS.; recitava ogni giorno il suo Rosario; né mai si metteva a letto senz’averle pagato questo tributo di lode, solito a ripetere: «Guai a noi peccatori se non avessimo in Cielo questa grande Avvocata che è la tesoriera delle Grazie di Dio».

TERZO PUNTO ― Tutti gli Ordini Religiosi si gloriano d’essere posti sotto l’alto patrocinio di Maria, che è l’eccelsa Regina del Cielo e della terra. Anche i figli di Camillo possono a ragione gloriarsi d’una speciale predilezione di Maria. Essa infatti dopo aver convertito Camillo nella festa della sua Purificazione, gl’ispirò il primo pensiero della nuova Compagnia, nella festa della sua Assunzione al Cielo. Sotto i suoi auspici vestirono l’abito religioso i primi figli di Camillo nell’ottava della sua Natività, e nella festa gloriosa dell’Immacolata Concezione pronunciarono la prima volta i voti solenni. Così la Vergine Santa, che già era chiamata il rifugio dei peccatori e la salute degli infermi, cominciò ad essere invocata come Regina dei Ministri degli Infermi.

Rallègrati pure, anima mia, d’un sì valido e santo e dolce patrocinio; ma pensa inoltre a non rendertene indegna. Il popolo Ebreo era pure il popolo prediletto, privilegiato fra tutti i popoli per grandi e prodigiosi favori, e tuttavia fu da Dio rigettato, e il suo Tempio meraviglioso in cui tanto confidava, abbandonato alle fiamme! Oh, non piaccia a Dio che il mio Ordine per colpa mia degeneri dal suo fervore e si meriti l’abbandono e la rovina.

COLLOQUIO — Vi ringrazio di tutto cuore, o Santissima Vergine, di aver convertito il mio P. S. Camillo, e accolto l’Ordine suo sotto il manto regale della vostra protezione. Ma deh, potrebbe mai avverarsi, o madre mia e regina mia, che voi rigettaste i figli di Camillo? Certo che questi se si scostassero un giorno dai santi insegnamenti del Padre loro, più non meriterebbero la vostra protezione, ma voi non lo permettete, o Signora mia! Richiamateli voi al loro dovere, mandate loro degli uomini pieni dello Spirito del S. P. Camillo, altrimenti, come sareste voi la salute degl’Infermi, permettendo la rovina dei Ministri degl’Infermi? Quanto a me vi prometto, o Madre mia, di non rendermi indegno della vostra protezione, osservando fedelmente tutte le regole del mio santo istituto.

 

p. Alghisio dal Bon M.I., il mese di luglio consacrato alla meditazione della vita ed esempi di S. Camillo de Lellis nel 350.mo anniversario della sua morte, Ed. Il Pio Samaritano, Verona,1964, pp.23-44