I Camilliani in Georgia e l’attesa di papa Francesco

“Andate nelle periferie!”

I Camilliani in Georgia e l’attesa di papa Francesco

x

Il villaggio di Mestia con le tipiche torri di avvistamento (X secolo), sullo sfondo il Grande Caucaso.

La Georgia e’ una terra bellissima e tuttavia molto povera. Dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica, avvenuta nei primi anni novanta, il Paese si e’ trovato in difficolta’ nell’affrontare la competizione produttiva ed economica con gli altri Stati.

Ancora oggi i rapporti tra la Federazione Russa e la Georgia sono tesi e, nel recente passato, l’invasione dell’Ossezia e Abkasia ha costretto migliaia di residenti di quelle regioni ad abbandonare le loro case. Grazie all’intervento del Presidente polacco Lech Kaczynski e dell’Unione Europea e’ stato possibile contenere la crisi. Anche la situazione interna della Georgia e’ critica a causa di un welfare impossibilitato a rispondere pienamente ai bisogni della popolazione: ancora particolarmente grave e’ la condizione dei disabili.

Essi sono culturalmente esclusi dal tessuto sociale e costretti a vivere con limitate possibilita’ di integrazione, di istruzione, di socializzazione e miglioramento delle condizioni generali di vita.

I primi missionari giungono a Tbilisi nel 1998 su invito di papa Giovanni Paolo II, il quale affida loro la conduzione di un Poliambulatorio situato alla periferia Temka della capitale Tbilisi.

Nel 2003 accanto al Poliambulatorio viene costruito un nuovo edificio, adibito a Centro diurno e riabilitativo, per rispondere ai bisogni reali di molte famiglie con le quali i Camilliani erano entrati in contatto, specie attraverso il servizio di assistenza infermieristica domiciliare, rivolto a quei malati che per gravi motivi di salute erano costretti al domicilio.

j

Gurgen e Miranda, due ragazzi che frequentano il nostro centro diurno, in una pausa durante l’ora di musicoterapia

Nello svolgimento di tale servizio si aprì agli occhi dei primi missionari un mondo di miseria e abbandono: il regime comunista aveva segnato profondamente la psiche e i costumi della gente, specie nelle situazioni di più grave indigenza e maggior svantaggio.

I disabili ad esempio, per ragioni culturali, durante gli anni del regime non apparivano: rimanevano relegati in casa, senza possibilita’ di costruire e coltivare una propria rete sociale, accuditi esclusivamente e con molta fatica dai soli familiari.

Il Centro diurno e riabilitativo e’ stata la risposta dei Ministri degli Infermi a questo ingiusto stato di cose.

Dal giorno dell’apertura si sono iniziati cosi’ a vedere i missionari camilliani salire e scendere scale anguste di palazzi fatiscenti alla periferia di Tbilisi, con ragazze e ragazzi disabili portati in braccio o a spalle, perche’ durante il regime anche gli ascensori che venivano montati nei palazzi erano adatti solo ai normodotati, e le carrozzine ad esempio non vi potevano entrare.

Il proposito dei Camilliani era offrire alle persone disabili un luogo per parlare, coltivare amicizie e stare insieme; col tempo e con l’aumento delle offerte di cura, anche per fare riabilitazione, mantenere o incrementare capacita’ residue, avere sostegno psicologico, imparare a leggere e scrivere, ad usare il computer, a ricamare, a dipingere, a cantare e ballare…

Oggi il Centro diurno e riabilitativo “Lasha” (in memoria del primo beneficiario, morto di tubercolosi) e’ convenzionato con lo Stato e si pone tra i migliori poli socio-assistenziali della Georgia.

e

Il piccolo Zurab con la mamma. Il bambino è in cura presso il nostro centro di riabilitazione.

Le attivita’ occupazionali proposte sono: musicoterapia, laboratorio di ceramica, arte-terapia, laboratorio di falegnameria, laboratorio di computer, laboratorio di scrittura e lettura, riabilitazione, logopedia, supporto psicologico individuale e di gruppo.

Accanto alle attività svolte nella capitale ricordiamo che i Camilliani sono presenti nel villaggio di Arali con il Centro diurno “Figli di Dio”, nel villaggio di Akhaltzikhe con il Centro diurno e riabilitativo “Talitha Kum”, gestito insieme alle Suore di Santa Nino, nel villaggio di Shavshvebi con un doposcuola per bambini chiamato “La Casetta della Nonna”.

*   *   *

Dopo lo storico viaggio in Armenia di papa Francesco del giugno scorso la Chiesa di Tbilisi attende e si prepara per la visita del Pontefice, fissata per la fine di settembre prossimo.

Il Vescovo di Tbilisi Mons. Giuseppe Pasotto ha reso noto in questi giorni il programma della visita, che prevede anche  l’incontro del Pontefice con i reppresentanti  delle opere caritative della Chiesa sparse sul territorio georgiano (Caritas, Suore Missionarie della Carità, Piccole Figlie di San Giuseppe, Associazione Comunità Giovanni XIII, Camilliani etc..).

L’incontro avverra’ nel territorio della Missione San Camillo.

Questo per noi è un grande onore e ci permetterà di fare a Francesco il migliore dei regali: l’incontro e la conoscenza dei nostri ragazzi disabili, delle nostre famiglie disagiate e dei nostri malati, i prediletti di San Camillo e del Padre celeste, i nostri signori e padroni.

Siamo certi che il Santo Padre apprezzerà e osiamo sperare che l’incontro possa offrire a tutti un tempo di condivisione e di allegria, da ricordare con gioia!

Dalla Georgia Vi giunga il nostro abbraccio fraterno

I missionari camilliani

 

Salva

Salva