Ordinazioni sacerdotali e diaconali al seminario S. Camillo di Nairobi

E’ la prima volta, in trent’ anni di attività formativa, che la Delegazione del Kenya ha avuto una mietitura così abbondante: sette ordinazioni in un solo giorno, quattro Sacerdoti e tre Diaconi. Non è cosa comune che il Cardinale di Nairobi, Sua Eminenza John Njue, vada a presiedere la cerimonia delle Ordinazioni fuori della cattedrale; in genere invia il Vescovo Ausiliario o qualche Vescovo a riposo. Stavolta è venuto lui in persona qui al nostro Seminario. Terzo ed ultimo record: la cerimonia si è svolta al Seminario S. Camillo di Nairobi ma – per la prima volta – non è avvenuta in chiesa, poichè questa non sarebbe stata in grado di contenere il grande numero di persone convenute alla festa: il numero, infatti, ha superato le 1200 persone. Per questa ragione è stato necessario affittare delle tende e allestire l’evento nel campo sportivo.

La cerimonia è iniziata alle 10.00 in punto, ma il Cardinale, che ha guidato personalmente la sua auto, vi erà già giunto un’ora prima. La funzione liturgica è proseguita fino alle 14.45, quasi cinque ore! La nostra paura era che la pioggia e il vento – che caratterizzano la stagione delle grandi piogge – avrebbero potuto trasformare il campo sportivo in una palude o quanto meno scalzare i picchetti delle tende, lasciando il pastore – Cardinal Njue – e tutte le sue pecore sotto l’acqua. Ebbene, la pioggia è arrivata, ma 15 minuti dopo che la funzione era terminata!

A parte questi particolari di stampo giornalistico – che fanno la gioia degli operatori ed utenti mediatici –  questa nostra Festa delle Ordinazioni rappresenta una tappa importante per la Delegazione del Kenya. Essa rappresenta, in un certo senso, una piccola rinascita dopo qualche anno di trambusto e di dispersione. Essa è una conferma che la materia prima – le vocazioni religiose – sono ancora una bella realtà in questa parte del globo. Anche se Dio solo sa quanta cura e premura bissogna dedicare a queste pianticelle che sono fragili e facili al deperimento per loro natura e – non di rado – per l’inesperienza (o negligenza) degli agricoltori.

Rispondo in anticipo ad una domanda d’obbligo che viene posta in eventi come questo: “Cosa ne farete di tutta questa mano d’opera? Come verranno impiegati questi confratelli ricchi di energie nuove? Quanti ne manderete in Europa a dare una mano a quelli che sono attempati ed acciaccati?”. Credo che, per il momento, dobbiamo deludervi. L’attività ministeriale è in pieno sviluppo in questa Delegazione. Abbiamo appena aperto una nuova cappellania ospedaliera e una è in cantiere. Dobbiamo rafforzare le postazioni atttuali là dove ci sono segni di cedimento. Dobbiamo dare possibilità a chi – talvolta da lungo tempo – ha chiestto un periodo di aggiornamento o la facoltà di una specializzazione.

A conclusione di questa grande festa, che ha avuto luogo il 14 aprile 2018, guidata dal Delegato Provinciale P. Dominic Mwanzia, il primo sentimento che sorge spontaneo è di ringraziare di tutto cuore il Padrone della messe che – nonostante i limiti umani – continua a non far mancare gli operai per la sua messe. In secondo luogo dobbiamo ringraziare tutti coloro che questa messe l’hanno coltivata, giorno dopo giorno, per lunghi anni. Infine – e lo diaciamo con infinita gratitudine – il nostro grazie va a coloro che hanno contribuito  materialmente alle ingenti spese a cui le case di formazione, irrimediabilmente, vanno incontro. Nel nostro caso la Provincia-madre del Nord Italia è quella che ha avuto il ruolo maggiore in questo settore. Un grazie sentito, dunque, a tutti coloro che – in un modo o nell’altro – hanno piantato, irrigato o raccolto le pianticelle delle vocazioni camilliane in terra keniota (vedi: 1 Cor 3, 1-9). Ma non allentiamo la guardia, perchè la messe è ancora molta e gli operai sono ancora pochi, particolarmente in alcune parti del globo.

Paolo Guarise