Quando la ferita diventa benedizione. A conclusione dell’anno 2017

Ogni anno che si conclude porta con sé un carico di esperienze che, se impariamo a leggere ed accogliere, si trasformano in benedizione per la nostra vita e per quelli che incontreremo.
Anche i momenti di fatica, di lotta, di sofferenza, possono rivelarsi momenti di grazia, se sappiamo leggerli con gli occhi di Dio Amore che “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva”.

1° Momento: Lasciarsi ferire

Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.      (Gn 32, 24-26)

Quante volte durante quest’anno ci siamo trovati a vivere situazioni di lotta, contrasti, incomprensioni, ma anche a provocare in altri ferite che non sempre si sono facilmente chiuse.
Chiediamo perdono a dio e ai fratelli per le ferite che abbiamo provocato più o meno consapevolmente:

Invochiamo insieme il perdono del Padre con le parole del Salmo 57 (56)

Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te mi rifugio;
mi rifugio all’ombra delle tue ali
finché sia passato il pericolo.
Invocherò Dio, l’Altissimo,
Dio che mi fa il bene.

Mandi dal cielo a salvarmi
dalla mano dei miei persecutori,
Dio mandi la sua fedeltà e la sua grazia.
Io sono come in mezzo a leoni,
che divorano gli uomini;

i loro denti sono lance e frecce,
la loro lingua spada affilata.
Innalzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.

Hanno teso una rete ai miei piedi,
mi hanno piegato,
hanno scavato davanti a me una fossa
e vi sono caduti.
Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.

2° Momento: Accogliere le ferite

Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!».     (Gn 32, 27)

Per nessuno di noi è facile accettare che nel rapporto con l’altro si può essere feriti. Umanamente vorremmo sempre vivere sereni, che i nostri rapporti con le persone fossero pacifici, che Dio non disturbasse la nostra vita così come l’abbiamo pensata al meglio per noi. Eppure non è così, la nostra vita non scorre mai liscia, ma incontriamo ostacoli e rallentamenti a volte anche molto dolorosi.

Prendercela con Dio e con gli altri in quei momenti non ha senso. La cosa migliore, invece, è chiedere a Dio l’aiuto per “restare” in queste situazioni, per viverle fino in fondo ed accoglierle nella nostra vita come stimolo per crescere, senza lasciare che ci soffochino o ci distruggano.

Invochiamo l’aiuto del Signore facendo nostre le parole del salmista (Sal 62-61):

Solo in Dio riposa l’anima mia;
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.

Fino a quando vi scaglierete contro un uomo,
per abbatterlo tutti insieme,
come muro cadente,
come recinto che crolla?

Tramano solo di precipitarlo dall’alto,
si compiacciono della menzogna.
Con la bocca benedicono,
e maledicono nel loro cuore.

Solo in Dio riposa l’anima mia,
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio.
Confida sempre in lui, o popolo,
davanti a lui effondi il tuo cuore,
nostro rifugio è Dio.

Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini,
insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio.
Non confidate nella violenza,
non illudetevi della rapina;
alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore.

Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
il potere appartiene a Dio,
tua, Signore, è la grazia;
secondo le sue opere
tu ripaghi ogni uomo.

3° Momento: Perdonare per essere benedetti

Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all’anca.           (Gn 32, 28-32)

Perdonare non è un gesto naturale, ma anche il pensare che da una ferita ricevuta, e che ci segna magari per la vita, possiamo ricevere una benedizione, non è scontato. Eppure, dall’esperienza di Giacobbe, il Signore ci fa capire che le ferite sono per noi fonte di benedizione, ci fa capire che l’altro per arrivare a benedirci ci deve prima ferire.

Ringraziamo insieme il Signore per tutte le volte che durante quest’anno ci ha dato di sperimentare le ferite come momenti di benedizione e di grazia che ci hanno spinto ad “un oltre” nella nostra vita.

Te Deum

Affidiamo al Padre tutte le preghiere che sono nate dal nostro cuore ed eleviamo insieme l’antica preghiera di lode e di ringraziamento del Te Deum, a cori alterni:

Noi X ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo Signore.

O eterno Padre, * tutta la terra ti adora.

 

A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli:

Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra * sono pieni della tua gloria.

Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * la santa Chiesa proclama la tua gloria,

adora il tuo unico figlio, * e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, * eterno Figlio del Padre,

tu nascesti dalla Vergine Madre * per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli.

Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, * che hai redento col tuo sangue prezioso.

Accoglici nella tua gloria * nell’assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, * guida e proteggi i tuoi figli.

Ogni giorno ti benediciamo, * lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, * di custodirci senza peccato.

Sia sempre con noi la tua misericordia: * in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, * pietà di noi.

Tu sei la nostra speranza, * non saremo confusi in eterno.

O Dio, fonte di ogni bene, la tua misericordia non conosce limiti. Noi ti rendiamo grazie per i doni ricevuti e supplichiamo la tua paterna bontà: preservaci da ogni pericolo all’ombra delle tue ali e donaci sapienza, serenità e salute, affinché si compia sempre la tua volontà. Amen