Raduno dei Parroci e dei ‘Rettori’ Camilliani San Paolo – BRASILE I° giorno – 19 aprile 2017

TRADUZIONE IN SPAGNOLO

    Il 19 aprile 2017, nel pomeriggio, presso il Centro Santa Fè – San Paolo (Brasile) – 48 partecipanti, tra religiosi camilliani e collaboratori laici, si sono radunati per il III° simposio internazionale dei parroci e dei rettori camilliani, in rappresentanza di una quindicina di nazioni e di diverse province e delegazioni dell’Ordine.

Il tema del raduno si svilupperà attorno all’identità della parrocchia dal profilo ‘camilliano’: la parrocchia camilliana come ‘ospedale aperto’, dove conoscere, amare e servire soprattutto le persone più povere e malate, tra kononia (esperienza di comunione), kerigma (annuncio della Parola di salvezza), diakonia (servizio di carità).

Il superiore provinciale del Brasile, p. Antonio Mendes Freitas ha offerto il benvenuto ai partecipanti a nome dei confratelli della sua provincia camilliana, presentando gli aspetti principali della vita e del ministero dei camilliani brasiliani: l’impegno sanitario di cura e di promozione della salute pubblica attraverso svariate strutture ospedaliere e cliniche, l’impegno a formare e ad insegnare agli altri a curare i malati con scienza, professionalità e coscienza. Ci sono poi altri ambiti di ‘missione’: a Macapà, a Fortaleza e in Bolivia. Sono ambiti sociali caratterizzati da povertà estrema dal punto di vista sanitario, educativo, umano …

Come sede di questo incontro è stato scelto proprio il Brasile, dal momento che la provincia brasiliana, nel contesto del nostro Ordine, ha la responsabilità del maggior numero di parrocchie (10) ed ha già provveduto a dotarsi di uno statuto rispetto al ministero camilliano in parrocchia, divenuto poi un importante strumento di riferimento e di guida per il ministero camilliano in quest’area della pastorale ecclesiale. Questo documento sarà lo instrumentum laboris per la preparazione di linee guida per tutte le parrocchie nel nostro Ordine.

Questo terzo raduno internazionale riprende il cammino già intrapreso con un tema molto stimolante e di grande attualità: Parrocchie camilliane. Luogo di comunione (koinonia), di evangelizzazione (kerigma) e di missione (diakonia). Oltre alla riflessione e all’approfondimento su questo tema, i partecipanti hanno il compito preciso e concreto di elaborare uno statuto della parrocchia camilliana da proporre e condividere con tutto il nostro Ordine. A somiglianza delle ‘opere ed istituzioni socio-sanitarie nostre’, per le quali, nell’anno 2002, è stato formulato il documento di identità denominato Magna Charta, ora è il momento di pensare ad un simile attestato identitario anche per le parrocchie affidate al ministero dei camilliani.

            Il superiore generale, p. Leocir Pessini, ha accolto i presenti offrendo una riflessione che contestualizza il presente raduno. Nella nostra storia di oltre quattro secoli, l’ospedale è sempre stato considerato come il luogo privilegiato, praticamente unico ed esclusivo, per l’esercizio di carisma. L’importanza delle parrocchie nel ministero camilliano è un’acquisizione recente, a partire dal concilio Vaticano II (1962-1965). 

La nostra costituzione quando parla del carisma dell’Ordine afferma: «Il carisma, dunque dato in modo speciale al nostro Ordine e che ne stabilisce l’indole e il mandato, si esprime e si attua mediante il nostro ministero nel mondo della salute, della malattia e della sofferenza. Tuttavia, con il consenso della consulta generale, in particolari circostanze di luogo e di tempo, o in risposta alle necessità più urgenti della Chiesa e del prossimo, ci apriamo ad altre forme di ministero, specialmente in favore dei bisognosi» (Cost. 10).

                Per quanto riguarda il nostro ministero si evidenziano due punti importanti a livello di interfaccia tra carisma, ministero e parrocchia, esattamente nei nn. 54 e 57 della nostra costituzione. «L’Ordine inoltre prende a cuore la pastorale della salute nelle istituzioni ecclesiastiche e civili impegnate nell’assistenza dei malati e dei poveri, e si dedica all’animazione del maggior numero possibile di laici all’amore e al servizio degli infermi» (Cost. 54).

            «Inseriamo le nostre attività in quelle della Chiesa universale e delle Chiese locali. Pertanto, nell’esercizio del nostro ministero, ci preoccupiamo di collaborare con l’Ordinario del luogo, seguendo le sue direttive pastorali, di favorire la coordinazione e la collaborazione con altri istituti religiosi, con il clero diocesano, con i laici e le associazioni di apostolato» (Cost. 57).

«Nelle parrocchie, erette con il consenso della consulta generale e in conformità all’art. 10 della costituzione, si abbia a cuore in modo particolare la pastorale della salute» (DG 35).

Il documento finale del LVI capitolo generale dell’Ordine (Ariccia-Roma, 2007) che aveva come tema di riflessione Uniti per la giustizia e la solidarietà nel mondo della salute, presentando alcune linee di azione per l’Ordine a riguardo del carisma e della spiritualità, così si esprime rispetto alla parrocchia: «Quando per necessità, l’Ordine assume parrocchie dovrebbero dare loro un volto tipicamente camilliano, considerandole come degli ‘ospedali aperti’, in cui i poveri e i malati meritano il primo posto, in particolare l’assistenza domiciliare che san Camillo considerava ‘il grande oceano’ della carità, in modo tale che le parrocchie diventino centri di promozione e di animazione pastorale della salute».

Il LVII capitolo generale (Ariccia-Roma, 3-17 maggio 2013) ha avuto come tema di fondo Per una vita fedele e creativa ed ha approvato Il progetto camilliano: per una vita fedele e creativa. Sfide e opportunità. Tale progetto che costituisce il programma del governo generale dell’Ordine per il sessennio 2014-2020, nelle sue linee guida ministeriali, per riferimento alle parrocchie così si esprime: «Nelle province camilliane in cui ci sono parrocchie si stabiliscano delle ‘linee guida’ per il loro ministero, al fine di offrirne un volto camilliano».

Innocente Radrizzani, nel settembre del 1922, arrivò in Brasile dall’Italia, insieme a p. Eugenio Della Giacoma: erano religiosi camilliani dell’allora gloriosa provincia lombardo-veneta (ora provincia nord italiana). La presenza camilliana nella città di San Paolo, era stata accettata dall’allora arcivescovo di San Paolo, dom Duarte Leopoldo de Silva, con la condizione che i camilliani assumessero il servizio in una piccola cappella, a causa della scarsità di sacerdoti locali. Iniziarono il ministero in questa cappella nel mese di novembre 1933: essa, nel corso del tempo è diventata la parrocchia di nostra Signore del Rosario, di Villa Pompeia (1939). Questo luogo è la culla dei camilliani in Brasile: essi, successivamente costruirono anche una piccola scuola ed un ambulatorio, che in seguito divenne il policlinico San Camilo ed oggi è l’ospedale San Camillo.

Innocente Radrizzani con la sua determinazione ferrea e la sua visione del futuro, ha aperto questo nuovo orizzonte ministeriale, superando le difficoltà iniziali della nuova missione. In una lettera indirizzata al superiore generale p. Pio Holzer, datata 26 marzo 1926, presentava la proposta di creare una nuova comunità nella città di Santos, per il servizio negli ospedali e per officiare anche in una piccola chiesetta, che – a suo dire – nel futuro si sarebbe trasformata in parrocchia: «La parrocchia in Brasile non ci spaventa tanto quanto in Italia (…). A causa della grave carenza di clero locale, è necessario soddisfare i desideri dei Vescovi, come si può. Così fanno tutti i religiosi.

      È interessante osservare che in tempi pre-conciliari, tenendo conto della realtà dei bisogni della popolazione, questi primi missionari camilliani hanno assunto il ministero negli ospedali, ma anche nelle parrocchie, come impellente necessità di una collaborazione con la chiesa locale. Se p. Innocente avesse seguito alla lettera le disposizioni e la costituzione dei camilliani che vietavano espressamente qualsiasi tipo di impegno in parrocchia, è molto probabile che oggi non esisterebbero i camilliani della provincia brasiliana. Si potrebbe parlare di una trasgressione responsabile, quando si interpreta lo spirito della legge costituzionale, che solo i profeti e i santi, anticipando i tempi, sanno realizzare con tanta libertà e creatività.

L’identità e la missione della parrocchia camilliana rimane ancora un grande obiettivo missionario da raggiungere e da attualizzare attraverso le iniziative pastorali a favore del popolo di Dio. Come centro evangelizzatore vivo e vivificante, cellula viva della chiesa, la parrocchia camilliana deve perseguire la priorità – nel contesto di tutte le sue attività di evangelizzazione – il mandato di Gesù di predicare il Vangelo e di guarire i malati. Il concetto di parrocchia come ospedale aperto così caro alla nostra tradizione camilliana, e la nostra presenza samaritana presso i malati a domicilio, che sono il nostro grande oceano (mare magnum), legittimano la nostra presenza ministeriale in questo settore pastorale della chiesa.

Il Superiore generale afferma che noi camilliani non abbiamo ancora imparato a lavorare in sinergia con i laici! Spesso sono considerati alla stregua di semplici dipendenti nelle nostre istituzioni, senza alcuna preoccupazione da parte nostra di offrire loro una adeguata formazione, cristiana, umana e anche camilliana! Rischiamo di seguire le regole del mercato senza cuore e le strategie di un’economia ‘dello scarto’, come spesso denuncia il nostro caro papa Francesco! Fortunatamente per alimentare la nostra speranza, abbiamo alcuni esempi felici di questa collaborazione ministeriale, che saranno sicuramente condivisi in questo evento internazionale. Siamo ancora molto clericalizzati.

            La nostra Costituzione afferma che «con ogni mezzo di apostolato ci dedichiamo alla formazione e all’animazione cristiana degli operatori sanitari e siamo fermento d’unione tra le loro varie categorie» (Cost.52), e ancora «l’Ordine … si dedica all’animazione del maggior numero possibile di laici all’amore e al servizio degli infermi» (Cost. 54). Il ministero nelle nostre parrocchie, rettorie e santuari è un’area di eccellenza in cui siamo chiamati a lavorare con i laici. Sarebbe bene verificare e discutere su cosa e come stiamo facendo in questo settore.

   I Camilliani hanno il carisma specifico di promuovere la salute e la cura dei malati e tra questi, storicamente, la cura di coloro che sono in condizioni precarie e nella fase terminale della vita. Nel corso della storia, il popolo ci ha sempre identificato come i padri della buona morte. Pertanto, noi riteniamo che sia fondamentale dare una identità camilliana alle parrocchie, alle rettorie, alle chiese e ai santuari affidati alla nostra cura pastorale.

            In che cosa consiste questa identità? Il Documento di Aparecida (DA), formulato nell’anno 2007, è il documento programmatico per tutta la chiesa dell’America Latina e dei Caraibi e sottolinea che «la maternità della Chiesa si manifesta in visite ai malati nei centri sanitari, nella compagnia silenziosa ai malati, nell’atteggiamento affettuoso, nella delicata attenzione alle esigenze della malattia da parte dei professionisti e dei volontari, discepoli del Signore. La chiesa accoglie con la sua tenerezza, rafforza il cuore e, nel caso della morte, accompagna il moribondo nel transito finale. I malati ricevono con amore la parola del Signore, il perdono, il sacramento dell’unzione e gesti di carità dei fratelli» (DA 420).

Un religioso camilliano impegnato in una parrocchia, rettoria, chiesa o santuario, soprattutto in paesi in via di sviluppo o in paesi poveri, dovrebbe dare una particolare enfasi alla pastorale della salute nelle sue tre dimensioni: a livello solidale, a livello comunitario e a livello politico-istituzionale, come è già stato indicato a tutti i pastori dell’America Latina e dei Caraibi nel documento intitolato Discepoli missionari nel mondo della salute. Guida di pastorale della salute per l’America Latina e i Caraibi (CELAM, anno 2010). Tutto noi, religiosi e laici, come Chiesa in America Latina e nei Caraibi, siamo discepoli missionari con la sfida di formare laici per l’assistenza sanitaria del popolo, ma soprattutto per la cura per i malati, i più poveri e particolarmente nelle situazioni di maggiore necessità a livello fisico, mentale, spirituale, sociale ed economico. Formare i laici affinché abbiano un particolare affetto per i malati negli ospedali in cui non c’è più il servizio religioso o cappellania con la presenza di sacerdoti. Formare agenti di pastorale (ministri straordinari dell’eucaristia) per visitare i malati con competenza e gioia, al fine di incoraggiarli e confortarli con la sua presenza eucaristica. Si tratta di coinvolgere, in particolare, i giovani in questo ministero, anche nella prospettiva di promuovere nuove vocazioni camilliane.

Aris Miranda, consultore generale per il ministero ha presentato la metodologia di riflessione e di condivisione per i lavori in assemblea in gruppi linguistici per i prossimi giorni ed alcune linee di riflessione che possono accompagnare la riflessione e la condivisione dei prossimi giorni.

Ha cominciato con la presentazione del logo di questo meeting: koinonia, diakonia e kerigma sono rappresentate da tre persone, unite in una relazione dinamica, con colori diversi, con la croce rossa camilliana al centro.

La nostra originale ‘formula di vita’ (1599) camilliana segnala che la nostra diakonia nella chiesa deve coinvolgere la cura della persona nella sua globalità corporale e spirituale. Nella nostra storia camilliana le nostre parrocchie e rettorie sono sempre stati luoghi in cui si è promossa la vocazione camilliana, la cura della salute e l’accoglienza soprattutto dei poveri.

Sono due le immagini che possono accompagnare nella modernità la parrocchia camilliana: essere un ‘ospedale da campo dopo la battaglia’, essere ‘un ospedale aperto’ all’accoglienza e alla cura delle ferite dell’uomo. In tale contesto come religiosi camilliani possiamo ricomprenderci nell’attualità come ‘camilliani samaritani’, con il ‘cuore nelle mani’, in tensione verso le periferie esistenziali dell’uomo, soprattutto quello più bisognoso.

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