Sir – Camilliani, “condividere la misericordia con chi è nel bisogno” – 06/10/15

10:38RIFUGIATI: Camilliani, “condividere la misericordia con chi è nel bisogno”

Di fronte alla crisi dei rifugiati in Europa “come membri della grande famiglia di san Camillo, siamo sfidati a condividere la misericordia di Dio con coloro che sono nel bisogno”. Lo sottolineano padre Leocir Pessini, superiore generale dei Camilliani, e padre Aristelo Miranda, consultore per il ministero. “Se le persone sono costrette ad abbandonare la patria a causa di minacce reali per la loro vita e la loro dignità, questi uomini e queste donne possono vantare nei nostri confronti una pretesa morale per la loro cura ed accoglienza – osservano -. Se noi ci potessimo calare nei panni di questi nostri fratelli e sorelle profughi, potremmo intuitivamente capire che la solidarietà offre un senso alla nostra storia personale e comunitaria e all’esistenza di coloro che sono più vulnerabili e bisognosi”. Perciò, “è motivo di grande gioia e soddisfazione conoscere e informare che alcune province (austriaca, nord-italiana e siculo-napoletana) sono già coinvolte in questa emergenza, rispondendovi con iniziative concrete, con l’offerta di ospitalità a queste famiglie in fuga”. La situazione, chiariscono padre Pessini e padre Miranda, “ci invita a non farci prendere dal panico, né a coltivare preoccupazioni di grave minaccia per la sicurezza del nostro paese”. (segue)

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“La Consulta ha riflettuto su questo tema durante un recente incontro e incoraggia tutti i confratelli ad agire secondo lo spirito di squadra”, ricordano padre Pessini e padre Miranda, evidenziando alcuni atteggiamenti. Innanzitutto, “la situazione è molto complessa, ma confidiamo nella saggezza dei nostri leader politici che stanno cercando di individuare strategie globali per affrontare questa emergenza”. C’è poi la richiesta “di individuare e cooperare con le iniziative della chiesa locale (diocesi, parrocchia) e con le agenzie governative locali preposte all’emergenza”; di dibattere “il tema a livello di Provincia religiosa, Delegazione (attraverso la mediazione del Consiglio) e comunità locali; di offrire “ospitalità ai rifugiati nelle strutture che non ospitano le comunità religiose, come case di cura, ospedali, centri parrocchiali e/o socio-pastorali”; di coordinare “iniziative in sinergia con i superiori maggiori, con la chiesa locale, con l’amministrazione governativa locale e con l‘ufficio di comunicazione del Governo generale dell’Ordine”. Infine, “le Province e le Delegazioni che non sono direttamente coinvolte da questa crisi, sono incoraggiate ad aiutare le iniziative dei confratelli in luoghi diversi attraverso la preghiera, il sostegno economico, il supporto concreto di religiosi, dove sia possibile”.