“Eccomi, Signore. Manda me!” Campo vocazionale camilliano – Provincia Siculo-Napoletana

Acireale, 13-21 Luglio 2018

“Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore”. Non si può non aprire il cuore alla lode e alla gratitudine, ripensando a quanto i religiosi della Provincia Siculo- Napoletana, della comunità di Acireale, hanno vissuto nel contesto delle celebrazioni per la festa di San Camillo. Festa che quest’anno ha avuto un taglio particolare, pienamente in sintonia con lo spirito dell’Anno Vocazionale che la Provincia sta celebrando dal Luglio scorso e che si chiuderà il prossimo Novembre. Cinque  giovani, assieme alla comunità dei postulanti, hanno vissuto una settimana intensa, un tempo di deserto, un “venire in disparte” per entrare in un dialogo intimo con il Signore e scoprire la bellezza del suo progetto per la vita di ciascuno, sull’esempio del Gigante della carità.

Non sono mancate certo esperienze di servizio, di fraternità e di contatto con gli ammalati ma ciò che ha caratterizzato questo campo è stato proprio l’ampio spazio dato al dialogo, ad un cammino catechetico, alla preghiera personale e comunitaria, al confronto con la Parola di Dio e con l’esperienza di Camillo. Una grande occasione di crescita non solo per coloro che hanno approcciato la comunità camilliana per la prima volta ma anche per gli stessi postulanti, chiamati a rivisitare le proprie motivazioni. I giovani sono stati invitati e guidati a scrutare il proprio cuore, a  riconoscere la propria identità, a guardare senza paura alle proprie ferite, alle proprie piaghe per scoprire in esse, come è stato per Camillo, il segno della misericordia e della benedizione del Signore. Solo scoprendosi amati nonostante la fragilità si può scoprire il proprio posto nella vita e nella Chiesa e, incoraggiati dal Crocifisso, maturare un personale e unico “Eccomi!”.

La vita consacrata, particolarmente quella camilliana, è stata presentata come uno degli splendidi cammini che il Signore indica e propone per giungere alla santità. È bellissimo scoprire come a distanza di più di quattro secoli San Camillo ha sempre qualcosa da dire, ci parla ancora. La sua esperienza, il suo maturare attraverso il dolore, il suo “essere oggetto di misericordia” può essere vero modello per coloro che cercano il volto del Signore e il suo carisma “esplosivo” è vivo ed ancora oggi attrae i cuori nel segno della tenerezza e della compassione.

La speranza fiduciosa, allora, è che non manchino mai quelle cento braccia che il Patrono dei malati tanto desiderava per “arrivare a fare molto di più” in quello che lui definiva “ministero angelico”. I giovani che hanno vissuto quest’esperienza torneranno alla loro quotidianità, meditando nel proprio cuore e sapendo di avere ora un “compagno di viaggio” in più.

Il Signore, per intercessione di San Camillo, saprà trarne i frutti che nella sua infinita bontà Egli non mancherà di donare.

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