La Chiesa italiana celebra i 400 anni della morte di San Camillo

Con gioia pubblichiamo il messaggio che Don Carmine Arice, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della CEI,  ci ha fatto pervenire in occasione del IV Centenario della morte di San Camillo de Lellis 

Con la famiglia camilliana, la Chiesa italiana celebra
 i 400 anni della morte di S. Camillo de Lellis
Roma, 14 luglio 2014 – Chiesa della Maddalena

 

Ripercorrendo la storia della Chiesa constatiamo quanto la Divina Provvidenza sia stata generosa nel dono di tanti santi della carità: tra questi ricordiamo quest’anno S. Camillo in occasione dei 400 anni della sua morte.

ariceL’anno giubilare straordinario ha una rilevanza speciale sia per la Comunità Camilliana che per tutta la Chiesa, in particolare quella italiana, che si onora di questo testimone della fede. E’ un anno infatti nel quale gioire-giubilare e ringraziare per il dono della sua santità ma è anche un’occasione per guardare a questo esempio e lasciarci ancora provocare dalla sua vita. Infatti anche nelle mutate circostanze, il messaggio di S. Camillo è quanto mai attuale perché la pagina evangelica del buon samaritano non ci ha ancora convinto sufficientemente a non essere indifferenti verso i malcapitati della storia che incontriamo per strada.

Colpisce quanto ha scritto Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium  A volte sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore. Ma Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri. Aspetta che rinunciamo a cercare quei ripari personali o comunitari che ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano, affinché accettiamo veramente di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza. Quando lo facciamo, la vita ci si complica sempre meravigliosamente e viviamo l’intensa esperienza di essere popolo, l’esperienza di appartenere a un popolo (n. 270).

La vita di san Camillo si è complicata meravigliosamente con una straordinaria e virile capacità di tenerezza. L’attualità del suo messaggio è sorprendente e le sue parole sovente ripetute ai suoi seguaci e prese come motto di questo anno giubilare “più cuore in quelle mani” sono una sintesi eloquente del suo insegnamento: l’assistenza competente, concreta e generosa (mani) è necessaria ma non è sufficiente. L’ammalato ha bisogno dell’attenzione del cuore, di umanità, di rapporti significativi e relazioni autentiche.

16,30

Programma Commemorazione di San Camillo

Il Convegno di domenica 25 maggio 2014 non intende solo celebrare e ringraziare il Signore per la santità di uno dei figli più illustri della Chiesa italiana, ma vuole essere anche l’occasione per lasciarsi provocare ancora una volta dal suo esempio e dalla sua capacità di unire intelligenza, cuore e azione a servizio della cura integrale – corpo e anima – delle persone malate. Lo sappiamo: i nostri sono tempi difficili nei quali, come sovente ci ricorda Papa Francesco, fattori economici e finanziari rischiano di determinare scelte che non sempre mettono al centro la persona e i suoi bisogni. Anche S. Camillo, a suo tempo, “ha denunciato” una inadeguata attenzione ai malati e una scarsa qualità nell’assistenza sanitaria, ma lo ha fatto più con i fatti che con le parole. La carità di Cristo conosciuto come sommo bene, lo ha spinto a una carità concreta, attenta e generosa, verso le membra sofferenti del Suo corpo. È stato un esempio trascinante che ha coinvolto numerosi discepoli che ne hanno seguito le orme. Nasce la Compagnia dei Servi degli Infermi, nome originale dell’Ordine non ancora approvato, poi denominato Ordine dei Ministri degli Infermi. Da questo albero fecondo sono sorte numerose famiglie religiose. È un patrimonio di fede e di carità che non possiamo dimenticare né tantomeno disperdere.

Il convegno del 25 maggio 2014 organizzato con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, avrà il suo culmine nella celebrazione Eucaristica presieduta dal Segretario Generale della CEI, Mons. Nunzio Galantino.

Don Carmine Arice
CEI- Direttore UNPS

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