Lettera di Paolo VI ai camilliani in occasione del 350.mo anniversario della morte di San Camillo

Al diletto figlio
Carlo Mansfeld
Prefetto generale dei chierici regolari ministri degli infermi
PAOLO PP.VI

Diletto figlio, salute e apostolica benedizione

Gesù Cristo ritornando da questo mondo al Padre dette ai suoi Apostoli il segno distintivo e la nota della Carità dicendo loro: «Questo è il mio precetto, che vi amiate l’un l’altro come io ho amato voi». (Gv. 15,12). Questo mandato nel corso dei secoli fu raccolto con somma fedeltà dai santi uomini che onorarono altamente la Chiesa rendendola in tal modo testimonio mirabile di carità «quasi segno innalzata tra i popoli» (cfr. Is. 62,10) a sollievo delle innumeri miserie umane.

Di tale merito speciale e singolare nota di carità rifulge San Camillo de Lellis, del quale tu, diletto Figlio, assieme ai tuoi Religiosi, custodi generosi della intatta sua eredità, celebrate la prossima metà del mese di luglio il trecento cinquantesimo anniversario della piissima morte. Perciò approviamo e lodiamo di cuore il vostro proposito tanto più sapendo che vi siete impegnati a ricordare solennemente la memoria di questo anniversario sia nella vostra Famiglia come negli Ospedali.

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