Lettere sul dolore. Uno sguardo sul mistero della sofferenza

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Il corpo di Cristo morto nella tomba, Hans Holbein il Giovane, 1521, Kunstmuseum, Basilea

In copertina: Niccolò dell’Arca, Compianto sul Cristo morto, gruppo di statue in terracotta, Bologna, Santa Maria della Vita, inizio anni Sessanta del XV secolo.

E. Mounier, Lettere sul dolore. Uno sguardo sul mistero della sofferenza, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 2001

Le spiegazioni non diminuiscono il grande scandalo della sofferenza. La sua grandezza sta nell’accettazione. (…) Si tratta di un segreto inquietante della Provvidenza. Non bisogna tentare di comprendere i motivi che muovono la Provvidenza. Questo segreto si ripercuoterà, provocando stupore, nell’Eternità. Ci sono di quelli che Dio conduce sulle vie della ricchezza, altri sulle vie del perenne insucesso. Non ci resta altro che amare, amare Dio per quello che fa, e amare intensamente quelli che Egli spezza per amore. Io mi sento tanto piccolo di fronte a loro.

(…)

Cari amici, non voglio davvero dirvi niente, perché il dolore è così grande che tratteggiarlo con la parola diviene insopportabile. Il dolore non ha volto, non ha un nome certo, non serve a niente, e, tuttavia, voi vedrete che il dolore è più tangibile dei volti, è più sicuro degli amici, è più fecondo dei nostri lavori.

Miei piccoli fratelli feriti, sapete che io credo che Oliver è vivo, più vivo che mai. Poco importa che voi lo crediate o no, o piuttosto poco importa che voi lo diciate o non lo diciate a voi stessi, con parole chiare, che lo crediate. Lasciategli aperta non soltanto la parola del ricordo, ma anche quella della presenza e della speranza. Riservate nel vostro cuore un rifugio, un posto caldo, per Oliver; e così lo ritroverete con parole che non avrebbe mai dette, di cui né io né voi sapremo completamente il senso.

Cari amici, piangete pure senza trattenervi, noi vi siamo vicini.