Motu proprio ‘maiorem hac dilectionem’ e la santità della consacrazione camilliana

MOTU PROPRIO ‘MAIOREM HAC DILECTIONEM’ E LA SANTITÀ DELLA CONSACRAZIONE CAMILLIANA

di p. Pietro Magliozzi

Relazione tra documento magisteriale e quarto voto camilliano

L’11 luglio 2017 Papa Francesco ha firmato il Motu Proprio Maiorem hac dilectionem sull’offerta della propria vita per gli altri perseverando fino alla morte come mezzo per la santità canonica. Ciò riflette perfettamente le parole della consacrazione camilliana: “… e prometto a Dio di voler servire gli infermi anche con pericolo della vita…”.

Il Motu Proprio inizia con la citazione di Gv 15,13 “Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici” e afferma che, offrire volontariamente e liberamente la vita per gli altri e fino alla fine, significa un’imitazione “vera, completa ed esemplare” di Cristo e merita pertanto essere ammirata ed imitata. Quest’offerta della propria vita diventa pertanto un “mezzo” per raggiungere il fine di ogni cristiano: la santità.

Per questo Papa Francesco (cf. art 1) ha aggiunto alle due precedenti condizioni per iniziare l’iter di beatificazione e canonizzazione, che sono il martirio (martirio rosso) e l’eroicità delle virtù (martirio bianco), anche “l’offerta della vita” (cf. art. 3). Quest’espressione “offerta della vita” è spiegata nell’art. 2 del Motu Proprio: “offerta libera e volontaria della vita ed eroica accettazione propter caritatem di una morte sicura e a breve termine”. Cos’è quest’offerta se non il quarto voto camilliano, ciò che ha portato più di 300 religiosi al martirio della carità?

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